17. SCARLET

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L'ennesima nottata in bianco. Forse dovrei iniziare a prendere qualcosa.

Non riuscivo a dormire, troppi pensieri per la testa.

Che accidenti sto combinando?

Questa storia non finirà bene, e so già che quella che ne soffrirà sarò io.

Il problema è che quando gli sono vicina sembra che tutti i motivi che spingono la mia razionalità a fare un passo indietro, si dissolvano nel nulla.

***

Dopo le prime tre ore, lo vedo entrare in classe, col suo solito atteggiamento sbrigativo e indifferente. Il mio stomaco è annodato in una morsa dal momento in cui ha messo piede nell'aula.

Oggi la signorina Woodworth non c'è, ma non saprei dire se sia un bene o un male. Di solito non si prende il disturbo di farci fare lezione quando la sua collega è assente. Ma oggi, chissà perché, si è messo in testa di correggere le relazioni che abbiamo consegnato la settimana scorsa.

- Verrete uno alla volta qui alla cattedra, così vi spiegherò dove avete sbagliato. –

Fantastico, mi ci voleva proprio. Stare seduta a pochi centimetri da lui di fronte a tutta la maledetta classe.

Quando arriva il mio turno mi alzo e mi dirigo verso di lui come se stessi andando al patibolo. Sono dannatamente nervosa. Avverto gli sguardi maliziosi delle mie amiche alle mie spalle.

Ok Scarlet, resta calma e indifferente. Puoi farcela.

M siedo accanto a lui.

Mio Dio, è troppo vicino.

Per fortuna a nessuno frega niente delle correzioni altrui. Ognuno chiacchiera e si fa gli affari suoi.

- Allora... -

Non sento praticamente nulla di quello che mi dice. Sono troppo concentrata sulle sue mani che vagano sul dannato foglio.

- Scarlet? –

Mi chiama, quasi in un sussurro.

Mi volto verso di lui.

- Continua a guardare... –

Non capisco.

Abbasso lo sguardo sulla relazione, che non contiene alcun errore.

Ora sono sicura che questa farsa è solo per me.

- Mi dispiace per come ci siamo lasciati ieri. Voglio rivederti. –

Anche io sussurro, sforzandomi con tutta me stessa di mantenere un'espressione neutrale.

Nel mentre la mia mano si accosta alla sua sulla cattedra. Scivola sul foglio di protocollo, avvicinandosi pericolosamente alle dita del professore.

Per un istante, così breve che quasi nemmeno io me ne rendo conto, la nostra pelle si sfiora. Un calore innaturale si annida nel centro del mio petto.

- Io... Non credo sia una buona idea... Abbiamo sbagliato sin dall'inizio. Non avremmo mai dovuto cominciare... -

La mia voce trema, ma non c'è nulla che possa fare per evitarlo.

- Ti prego Scarlet...ho bisogno di te... -

Mentre lo dice, la sua mano scompare dal mio campo visivo, per posarsi sul morbido calore della mia coscia. Le sue dita affusolate premono leggermente la carne. Mi guardo attorno nervosamente, ma nessuno fa caso a noi. Vorrei che non mi lasciasse più andare.

Maledetto, come faccio a dirti di no quando fai così?

- Trevis... -

Oso chiamarlo per nome, finendo per voltarmi e guardarlo dritto negli occhi. Lotto con l'impulso malato di baciarlo qui, in questo momento, davanti a tutti.

Mentre la sua mano risale verso l'inguine, causandomi la pelle d'oca, qualcuno entra in classe. Lui istantaneamente la ritira, sfoderando un finto sorriso verso il misterioso intruso.

- Molto bene, signorina Eastman, può tornare al suo posto. –

Mi congeda freddamente, mentre un collega entra e si avvicina a lui per chiedergli di non so cosa. Io torno accanto a Chloe, delusa e anche un po' eccitata, per quanto mi dolga ammetterlo.

Lei non può fare a meno di notare la mia faccia scura.

- Scar, tutto ok? –

Sospiro. Credo proprio sia arrivato il momento di dirglielo.

- Clo... Io... Devo parlarti diuna cosa... -


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