42. SCARLET

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Il mio mondo smette di ruotare per un secondo.

Forse ho sentito male. DEVO aver sentito male!

Sua moglie?! Non avevano divorziato?

L'aria entra con difficoltà nei polmoni. Sento una sensazione che potrei descrivere solo come i miei organi interni che sprofondano in una voragine. Forse sto per avere un attacco di panico.

Cristo, sono veramente un'idiota!

Devo andarmene da qui.

Lui solleva le mani e tenta di fermarmi, per inventare qualche stronzata, ne sono sicura.

- Scarlet aspetta un secondo... Posso spiegare... -

Lo guardo con un'espressione di puro disgusto dipinta in viso.

- Sei solo uno stronzo. Mi fai schifo. –

Non intendo ascoltare neppure un'altra parola uscire dalla sua bocca. Non mi importa che sia la verità o una bugia. Ora come ora, non so neppure io quale sarebbe meglio.

- Scarlet aspetta! SCARLET! –

Prova a inseguirmi, ma non arriva lontano.

Corro giù per le scale, così in fretta da rischiare di scivolare e rompermi l'osso del collo. Raggiungo il portone e lo spingo, uscendo da questo maledetto palazzo.

Chloe è ancora qui.

Non riesco neanche a guardarla, la supero e corro via senza proferire parola.

Sono certa che le sia stato sufficiente guardarmi in faccia per capire. Non che ci voglia un genio in questo momento.

Corro finché non sento di essere abbastanza lontana, con Chloe alle calcagna che mi grida di aspettarla. Praticamente neanche la sento.

Il martellare incostante del mio cuore, ha coperto qualsiasi altro suono.

All'improvviso mi fermo, lasciando che le lacrime sgorghino dai miei occhi come un fiume in piena. Mi stringo le braccia attorno. In questo momento vorrei tanto scomparire.

Non posso credere di avergli aperto il mio cuore, mentre la moglie stava nel suo letto a qualche metro di distanza.

Chloe mi raggiunge, chiaramente preoccupata, e mi stringe a sé nel tentativo di bloccare i tremori.

Per qualche istante non dice nulla. Non so se sia perché ha capito tutto, o perché non sa effettivamente cosa dire.

- Ti va di dirmi che è successo? –

Con la faccia ancora affondata nella sua spalla e la gola chiusa, non so come, riesco a malapena a dire due parole.

- C-c 'era sua... Sua moglie... -

Non posso vederla in viso, ma sono sicura che entrambe stiamo pensando la stessa cosa.

Dio, quanto mi sono resa patetica.

- Mio Dio. Che bastardo. –

Mi sforzo di smettere di piangere, lo giuro. È che in questo momento proprio non ci riesco. Tra tutte le cose che avrebbe potuto fare, tra tutte le donne con cui poteva andare a letto, proprio sua moglie. Una donna per la quale aveva chiaramente detto di non provare assolutamente nulla. Mi viene da vomitare.

- Mi dispiace... Scusami... –

Chloe mi accarezza la schiena per confortarmi.

- Non scusarti tesoro, butta tutto fuori. -

Dopo qualche secondo, si arrischia a dire qualcosa.

- Vedrai che andrà bene, starai meglio senza di lui. –

Starò meglio senza di lui...

Lo ripeto come un mantra nella mia testa fino a quando non torniamo a casa. Le lacrime si sono asciugate, ma ora mi sento svuotata.

***

Riusciamo a tornare giusto pochi minuti prima che mio padre venga a prendermi. E pensare che stavo per cacciarmi di nuovo nei guai per colpa di quel...

No, no Scarlet, non pensarlo, nemmeno per sbaglio.

Prima di salutarla le faccio un'ultima richiesta:

- Ti prego, non dire nulla alle altre. -

- Non preoccuparti, glielo dirai tu, quando sarai pronta. –

Mi posa una mano sulla spalla, e mi saluta, con un velo di preoccupazione negli occhi.

***

Quanti giorni sono trascorsi?

Questo buco nero che ho dentro, ho fatto di tutto per distrarmi dalla sensazione di vuoto che mi dà.

Sono rinchiusa in camera mia, strafogandomi di cibo spazzatura di ogni genere, immersa in una maratona di film senza fine.

Devo riuscire a non pensarlo. Ogni volta che mi viene in mente, inizio a piangere senza poter smettere.

Le mie amiche mi chiedono come sto di tanto in tanto, soprattutto Chloe. Ho risposto solo a lei, non ho voglia di dare spiegazioni a nessun altro.

Lo schermo del telefono si illumina. Un messaggio.

Ogni volta che il cellulare vibra, ho la speranza che sia lui, ma non lo è mai.

Come al solito, è Chloe.

- Ehi riccia! Domani c'è una festa al Karma, perché non vieni? -

Lo leggo, e per un attimo il pensiero di andarci mi sfiora.

Lui non si merita tutto questo dolore, non si merita questo vuoto. Ci ha perso lui, non io. È arrivato il momento di ricominciare a vivere, di cercare pascoli più verdi. Al diavolo... Se può andare avanti lui, perché non posso farlo anch'io?

- Lo capisco se non ti va di venire. Però penso che ti farebbe bene uscire e stare un po' in mezzo alla gente. -

Aggiunge prima che abbia il tempo di risponderle.

Afferro il telefono con rinnovata determinazione.

- Ci vengo. -



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