22. TREVIS

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Ancora con gli occhi chiusi, accarezzo il materasso vicino a me, per cercarla.

Rimango un po' deluso, quando sento solo uno spazio vuoto.

Dov'è lei?

Mi sforzo di scollare le palpebre.

Caspita, erano anni che non dormivo così bene.

La luce del sole filtra prepotentemente dalle tapparelle, bruciandomi le retine. Sono costretto a chiudere nuovamente gli occhi. Respiro a fondo, concentrandomi sul suono di acqua corrente. Proviene dal bagno in camera.

È sotto la doccia?

Mi alzo, ancora un po' intorpidito dalla nottata.

Cristo, Trevis, stai invecchiando!

Mentre ci penso mi viene da ridere.

In realtà, non mi sono mai sentito così giovane...

Mi avvicino allo spiraglio della porta lasciata aperta. Fuoriesce una copiosa quantità di vapore. Mi addentro nella sauna che si è creata. Ammiro la figura esile della ragazza attraverso il vetro appannato.

Cerco in me la forza di rimanere dove sono, ma non la trovo. Finisco per raggiungerla, scostando l'anta del box. L'acqua bollente le scorre sulla pelle nuda, accarezzandole le forme perfette.

Lei non si è accorta della mia presenza. È ancora di spalle, immersa nel getto dell'acqua calda che le rilassa i muscoli.

Con solo i boxer addosso, entro anche io, lasciando che percepisca il mio corpo dietro al suo. Sussulta leggermente, ma infondo so che si aspettava questa mia intrusione. Si volta, sorridendomi. Averla qui mi fa sentire come fossimo due fuggitivi, al sicuro nel loro piccolo nascondiglio.

- Buongiorno. –

La saluto e le do un casto bacio sulle labbra, soffici e bollenti. Lei mi allaccia i polsi dietro la nuca. Mi trascina sotto il getto d'acqua, bagnandomi dalla testa ai piedi. Sussulto per la sorpresa, ma non m mi tiro indietro. Lei abbassa lo sguardo. Anche se la mia mente è ancora un po' annebbiata dal sonno, un'altra parte del corpo è perfettamente sveglia. Attraverso il tessuto inzuppato, è impossibile che non l'abbia notata.

- Non iniziare qualcosa che non puoi finire... -

- Chi ti dice che non possa finirla? –

Mi trattengo a stento, ma non voglio rischiare di fare tardi in ufficio. Non dovrei lavorare oggi, ma ho un incontro urgente, che non era programmato. Inoltre devo accompagnare lei a casa.

Resisterle è comunque difficile.

- Faremo tardi. Non è una buona idea. –

Le tengo le spalle per impedirle di stregarmi con un altro bacio. A quel punto sono certo che non sarei più capace di fermarmi.

- Come preferisci. –

Maschera la delusione con un sorrisetto dispettoso mentre tenta di uscire. La blocco, facendola voltare verso di me e accarezzandole la guancia. Siamo a pochi millimetri l'uno dall'altra.

Rimaniamo in questa posizione per un po', in silenzio. Finché lei non mi rivolge uno sguardo preoccupato.

- A che pensi? –

Sussurra, lo scroscio incessante della doccia quasi la copre.

- Sei speciale Scarlet, lo sai vero? –

Lei arrossisce visibilmente, abbassando lo sguardo.

- Direi che sono nella media... -

- Per me lo sei. Speciale intendo... –

Mi guarda dritto negli occhi, poi annulla la distanza fra noi e mi bacia. Purtroppo per me, si allontana quasi istantaneamente. Una vendetta per il mio rifiuto di qualche minuto fa.

- Facciamo tardi. –

Dice con tono di dispetto. Esce dal box, ancora gocciolante, per poi afferrare un asciugamano e avvolgerselo addosso. Ringrazio silenziosamente il cielo che si sia coperta.

Finisco di lavarmi, sperando che l'acqua raffreddi i miei bollenti spiriti.

***

Quando esco dal bagno, sono già praticamente vestito. Lei è in intimo. Mi accomodo sulla sedia all'angolo per allacciarmi le scarpe. Le sue mutandine verde bottiglia, in pizzo davanti e in rete dietro, mi chiamano con prepotenza.

Probabilmente avverte il mio sguardo famelico sul suo fondoschiena. Si volta verso di me, cogliendomi in flagrante.

- Vedi qualcosa che ti piace? –

- Non le avevo notate ieri sera. –

Faccio cenno verso l'intimo che lascia ben poco all'immaginazione.

- Forse perché eri troppo ansioso che me le togliessi... -

Si volta di nuovo, per evitare di dire altro.

- Non le avrai messe per me, vero? –

Mi esce spontanea una risata divertita.

- Non essere troppo convinto, sig. Cooper... -

Per un momento, torna la solita Scarlet seria e contenuta di sempre.

Mi alzo, praticamente pronto, e le rubo un altro bacio.

Mi sento un ragazzino, non riesco a staccarmi da lei neanche per un secondo.

Mi dirigo in cucina, per rendermi conto che il mio frigo è praticamente vuoto.

- Ehm, non ho nulla da offrirti per colazione, sarà meglio andare al bar. Tu sei pronta? –

Lei annuisce, con un sorriso luminoso. Le apro la porta, lasciandola passare per prima.

- Dopo di te. –


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