27. WALYHA

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Sono preoccupata per Scar.

Ha sempre saputo come la penso riguardo alla sua cotta per il sig. Cooper. Non ho mai creduto che potesse trasformarsi in qualcosa di concreto. Con la differenza d'età fra loro, la segretezza...

Non riesco a trovare un motivo valido per gettarsi a capofitto in una storia del genere.

Un disastro assicurato.

Ma a questo punto, mi basta solo che Scar sia felice. Spero solo che tutta questa situazione non la faccia soffrire.

È come una sorella per me. Ho sempre avuto un forte istinto di protezione verso di lei.

Prepotentemente, si fa strada nella mia mente un altro pensiero.

Adesso devo proteggere anche qualcun altro.

Poso le mani sulla pancia. Ancora non si vede, ma presto sarà difficile nasconderla.

A volte mi sembra di guardare me stessa dall'esterno mentre affronto tutto questo. Come fossi spettatrice della mia stessa esistenza. Non credo di averne ancora preso pienamente coscienza. Il mio corpo e il mio cervello non procedono alla stessa velocità evidentemente.

Devo andare da un medico. Voglio essere sicura che il bambino stia bene.

Non ho idea di come dirlo a mia madre, la stessa donna che pensa io sia ancora vergine.

Mio Dio, che macello...

***

Io e Jack siamo stesi sul divano. Trangugio avidamente un pacco di patatine in busta e guardo un film su Netflix, al quale non sto prestando la minima attenzione.

Ultimamente ho sempre una fame assurda. Mangio come se avessi un buco nero al posto dello stomaco. Poi però arriva la nausea... Queste montagne russe ormonali cominciano a mettere a dura prova la mia sanità mentale.

Se non fossi pronta ad affrontare tutto questo?

No Walyha, non pensarci nemmeno.

Sono sempre stata favorevole ad avere figli in giovane età. Ma questa gravidanza... Diciamo solo che non era prevista. Non lo abbiamo deciso, ma ormai non si può più tornare indietro. Poi con l'età adulta, il lavoro, il matrimonio... Il tempo per dedicarsi a un altro essere umano è sempre meno. Forse è così che doveva andare.

Penso anche alla scuola, al lavoro. Di certo l'università non è mai stata un'opzione. Se non fosse stato per questo, chiamiamolo "imprevisto", avrei cercato lavoro subito dopo il diploma. Oppure mi sarebbe piaciuto seguire un corso di fotografia.

Spero di non dover rinunciare a tutto, anche se per me la famiglia sarà sempre al primo posto.

Poi, io e Jack dovremo trovarci una casa. Non credo di aver mai preso seriamente in considerazione l'idea di convivere con lui. Trascorriamo già praticamente ogni giorno insieme. Ma ho la netta sensazione che la convivenza sia ben altra cosa.

Realizzo quanti cambiamenti dovrò affrontare d'ora in poi, quante responsabilità...

Mi manca il respiro.

Mollo le patatine, mi avvicino a Jack, ancora addormentato, e lo scuoto.

- J... J? –

Lui sussulta leggermente e mi guarda con gli occhi socchiusi.

- Che c'è? Stai bene? –

Sospiro rumorosamente.

- Credi che sarò una brava mamma? –

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