47. JACK

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Seduto nell'asettica sala d'attesa dell'ospedale, Wal mi stringe la mano, intrecciando le nostre dita.

La pancia è così grande che a volte stento a credere sia vera. Ogni volta che mi è vicina non resisto e le poggio le mani sopra, per poter sentire il piccolo scalciare.

È una sensazione surreale. Il pensiero di un altro piccolo essere umano che cresce nel corpo della mia ragazza.

In realtà sento sempre parecchio movimento lì dentro. Immagino che questo bambino sarà un ballerino, o un calciatore probabilmente.

Ogni volta che lo dico a Wal, lei mi guarda di traverso. Mi ricorda che "il ballerino sta danzando nel suo povero utero". Il pensiero mi fa sorridere.

Questa sarà la seconda ecografia, ma nessuno dei due e più a suo agio dell'ultima volta.

Quando la stessa infermiera scorbutica dell'ultima volta chiama il suo nome, ci alziamo, dirigendoci nello studio con una vaga sensazione di dejà vu.

La dottoressa le fa' le solite domande di rito, e legge attentamente le analisi che aveva chiesto per il nostro incontro di oggi.

Ha uno sguardo mortalmente serio, che mi impedisce di provare a intuire se sia tutto apposto o meno. Posa il foglio con aria solenne. Sposta lo sguardo fra me e lei per qualche secondo.

- Dalle sue analisi signorina James... -

Tratteniamo il fiato.

- Sembra tutto perfetto. Nessun valore fuori la norma. –

Entrambi rilasciamo l'aria trattenuta troppo a lungo nei polmoni, quasi in coro.

- Possiamo procedere con l'ecografia. –

Nemmeno un muscolo facciale si scompone nella sua espressione.

Ed eccoli di nuovo. Il gel sulla pancia e l'affare rotondo che viene premuto sulla pelle.

Vedo di nuovo le solite macchie scure e indefinite susseguirsi sul piccolo schermo. La ginecologa trova ciò che sta cercando e mette a fuoco l'immagine.

- Aspetti un secondo... Mmmh... Non è possibile. -

Per la prima volta una ruga si forma sulla fronte della donna, mentre corruga le sopracciglia. La sento parlare fra sé e sé, a bassa voce. Il mio cuore inizia a battere più rapidamente, mentre la preoccupazione mi attanaglia lo stomaco.

Mantengo a stento la calma, mentre chiedo chiarimenti alla donna.

- Tutto apposto? –

Sospira, con aria delusa.

- Sono mortificata... Temo di aver commesso un errore di valutazione. -

- Perché dice questo? -

- Perché chiaramente la signorina è incinta di due gemelli. –

Un fiotto di bile mi risale in gola. Lo rimando giù a forza e provo a parlare, ma la voce mi esce in un sussurro.

- ...G...Gemelli? -

Anche Wal, che osserva lo schermo con aria rapita, interviene nella discussione.

- A-aspetti, è impossibile. La scorsa volta mi ha detto di averne visto solo uno. E adesso...Sono diventati due? -

La dottoressa ci spiega, imbarazzata.

- L'altro embrione doveva sicuramente essere nascosto dietro al primo. All'epoca era troppo piccolo per accorgermi dello sbaglio... –

Deglutisco a fatica.

- Non è possibile che l'errore sia adesso e non prima? -

- Non credo proprio. Dai due battiti che si avvertono è evidente che i feti siano due. Guardi lei stesso. –

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