10. SCARLET

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APRILE 2019

È stata una settimana piuttosto fiacca. Per fortuna siamo arrivati al week end.

Niente d'interessante da raccontare...A parte...beh...quello che è successo l'altro giorno.

L'unica compagnia dei miei tempi morti è stato il pensiero di quel giovedì pomeriggio. Da allora io e Trevis ci siamo visti solo in corridoio, di sfuggita, limitandoci a un cenno di saluto, che mal celava l'imbarazzo reciproco.

Spero vivamente che non sia pentito. Che non mi abbia presa per una folle ragazzina con una cotta strampalata. O magari per una di quelle stalker che ritagliano foto dal giornale e le incollano in inquietanti collage che poi nascondono nel loro diario segreto da schizofreniche.

Se non vorrà più vedermi, lo capirò, anche se non condividerei la sua scelta.

Una volta tornata a casa, cambiandomi davanti allo specchio, i segni arrossati delle sue dita sulla mia coscia, mi hanno causato un moto di arrapamento così intenso che ho creduto di poter esplodere, solo per la semplice visione dei segni della sua passione sulla mia pelle.

In quel momento, ogni mio dubbio è svanito come fumo al vento. Ho realizzato quanto lo desiderassi, e quanto avrei voluto sentire di nuovo le sue mani su di me. Spero di non dover aspettare troppo, per rivivere quella sensazione...

***

Come tutti i sabati, conosco bene il mio destino. Io e Chloe che andiamo in una delle tante bettole in città dove servono alcol anche ai minorenni. In realtà, nessuno le ha mai chiesto i documenti, neanche prima che compisse 18 anni.

Io come al solito ordinerò una birra, di cui berrò meno della metà, giusto per fare scena. Fare l'amica sobria non è certo la mia aspirazione per il week end. Ma in ogni caso, devo ammettere che Chloe brilla è un'ottima ascoltatrice.

Sono combattuta. Vorrei dirle di Trevis, ma non voglio tradire la sua fiducia. Non importa, so che posso fidarmi della mia amica. Glielo dirò, lo giuro, ma prima voglio aspettare di vederci più chiaro...

***

Stamattina persino il banco sembra il cuscino più morbido dell'universo. Le mie ultime notti non sono state serene come avrei voluto. Svegliarmi in un bagno di sudore non è stata certamente un'esperienza piacevole. Tutta colpa del mio subconscio malato. Ha reso il caro sig. Cooper, protagonista di tutti i miei sogni, anche di quelli più insensati.

Alla seconda ora, con il suo classico elegante ritardo, lo vedo arrivare in classe. Purtroppo per me, riduce di qualche minuto il mio tempo a disposizione per venerarlo silenziosamente.

Sempre molto casual, giubbotto di pelle, occhiali da sole, la sciarpa blu dalla quale non si separa mai. Vorrei tanto alzarmi e togliergliela, per baciargli il collo.

Oddio Scar, tieni a freno i tuoi ormoni!

Non mi sforzo minimamente di nascondere lo sguardo perso con cui lo sto fissando. Lui lo avverte, questo è certo. Ma so benissimo che non potrebbe ricambiare neanche volendo. Lascia che i suoi occhi ruotino appena nella mia direzione, per un secondo. Poi torna a guardare un punto fisso nella stanza. Il suo sforzo per evitare di guardarmi è fin troppo evidente.

Dopo mezz'ora di lezione, la signorina Woodworth ci lascia liberi di farci gli affari nostri. Si volta per parlare con Trevis, senza il minimo pudore mentre ammicca verso di lui.

Vorrei tanto alzarmi e strozzarla con quelle orrende calze al ginocchio che porta tutti i giorni.

Chloe mi distrae con una gomitata nel fianco.

- Se gli sguardi uccidessero, miss Woodworth sarebbe già sotto terra. –

Cerca di trattenere le risate, insieme a Wal e Riley, anche loro piuttosto divertite dalla scena.

- Comunque, ti è scolata un po' di bavetta, proprio qui! –

Wal mi prende in giro, indicandosi l'angolo del labbro.

- Siete delle vere stronze... -

- Dai Scar, non prendertela! -

Mi sforzo di simulare un'espressione offesa, ma non ci riesco e mi sfugge una risata di esasperazione.

Non so proprio come farei se non fosse per queste stronze.

Mentre ridiamo in coro, il prof Cooper richiama la nostra attenzione.

- Ragazzi, ho qui le vostre relazioni corrette. Avete fatto un ottimo lavoro. –

Mi rivolge una mezza occhiata sbarazzina.

- Alcuni più di altri... -

Mi raggiunge per consegnarmi il foglio ripiegato. Si china di poco e lascia che il suo profumo mi riempia i polmoni, mandandomi in estasi come una droga.

- Molte bene, Eastman. –

Gli rivolgo un sorrisetto da ebete. Afferro il foglio.

7,5.

Un voto decisamente alto per i suoi standard. Osservo Chloe che impreca silenziosamente per il 6- che vede scritto sulla sua.

Tra loro non è mai corso buon sangue. Onestamente non so nemmeno il perché.

Mentre apro il foglio per cercare eventuali errori, un biglietto di cui quasi non mi accorgo cade sul banco. Io mi affretto a prenderlo e a metterlo in tasca.

- Prof, potrei andare in bagno? –

La Woodworth annuisce e allora io mi affretto a dirigermi verso la toilette in fondo al corridoio. Prima di uscire avverto su di me lo sguardo interrogativo di Chloe e quello di Trevis che mi segue come fosse la mia ombra.

Una volta chiusa in bagno, lo tiro fuori dalla tasca così in fretta da rischiare di strapparlo. Lo leggo:

"Ho bisogno di vederti. Ti cerco io."

Non appena metto piede in classe, decido di non fare parola con nessuno del biglietto. Nemmeno con Chloe. Giuro a me stessa che non appena sarà il momento giusto, le racconterò tutto. Non mi piace avere segreti con lei. E poi, è la più grande fan della mia cotta segreta.

Ci ha anche dato uno shipname: "Screvis".

Ogni volta che lo ripete, mi sento morire d'imbarazzo. Però devo ammettere che è divertente.

Le farfalle nel mio stomaco lottano per volare fuori. Non so come pensa di cercarmi.

Per il momento, credo che me ne starò in disparte ad aspettare che faccia la sua mossa, se la pazienza sarà dalla mia parte.



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