28. JACK

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Mi chiudo la porta di casa di Wal alle spalle, poi salgo in macchina per tornare a casa.

Cerco di concentrarmi sulla strada. La preoccupazione per la reazione della signora James non vuole abbandonarmi.

Mi sento sul punto di una grande svolta nella mia vita. Da qui in avanti nulla sarà più come prima.

Cosa dovrei fare a questo punto?

Il passo successivo più logico sarebbe la convivenza. Sono sicuro che Walyha ci abbia già pensato. Non siamo estranei a questi discorsi. Ci piace fantasticare spesso sul nostro futuro insieme.

Ogni promessa che le ho fatto era sincera, non ho mai voluto illuderla o darle false speranze. Non sono il tipo.

Quando mi ha detto di essere incinta, ammetto di essermela fatta sotto. Non mi sarei mai aspettato di diventare padre così presto, ma mentirei se dicessi che non lo desideravo. Non ho idea di come si faccia a essere un bravo padre, ma farò quello che posso per esserne uno per questo bambino.

Io e Wal ne abbiamo passate tante. Non siamo persone facili noi due. La gelosia e la possessività fra noi sono una costante. Ma ciò non toglie che io ami da impazzire quella ragazza.

Probabilmente lei non se ne rende conto, ma senza di lei mi sentirei nulla, non potrei vivere. Lei è la parte migliore di me, l'unica persona su cui so di poter contare, sempre. Voglio che anche per lei sia così.

Rientrando trovo mio padre, che guarda la TV, sprofondato sul divano.

- Papà, sono tornato. –

Mi rivolge distrattamente un cenno della mano.

- Gli altri dove sono? –

- In giro, immagino. –

Oggi mi sembra più giù del solito.

Essendo il maggiore di tre figli, sono sempre stato quello che si occupava della famiglia. Soprattutto dopo che mia madre ci ha lasciati.

Sin da quando ero piccolo, non è mai stata molto presente. Poi un giorno, avevo solo 10 anni, se ne andò con un altro uomo e non fece più ritorno.

Mio padre non la prese molto bene. Non è più stato lo stesso da allora.

Io da lei non mi sono mai aspettato nulla, a differenza sua. Onestamente penso che la cosa migliore che abbia mai fatto per noi sia stata sparire dalle nostre vite. Spero solo di non rivedere mai più la sua faccia.

Per mesi papà non riuscì ad alzarsi dal letto. Fui costretto a lasciare la scuola, non che mi sia mai piaciuta in ogni caso, per iniziare a lavorare. Come tutti in questa città, ho dovuto reinventarmi più e più volte.

Qui neppure i laureati hanno un posto stabile, figuriamoci quelli come me...

Non avere stabilità non è certamente una situazione piacevole. Ma non sono mai stato il tipo che si perde d'animo, nonostante le porte in faccia e le delusioni. Finché la paga è buona, accetto qualsiasi mansione.

Mi stravacco sul divano vicino a lui. Vorrei tanto chiamare Wal. Ho bisogno di sapere com'è andata con sua madre, ma non voglio rischiare d'interromperle.

- Papà, posso parlarti? –

- Ti ascolto... -

Lui sospira. Io faccio lo stesso, anche se per un motivo diverso dal suo. Non distoglie lo sguardo spento dal televisore, ma il volume è basso quindi so di avere la sua attenzione.

- Walyha...è incinta. –

Decido di non girarci intorno e sputo il rospo.

Lui sussulta, voltandosi verso di me con aria sorpresa e una rinnovata luce negli occhi. Mi posa una mano sulla spalla.

- Diventerò nonno? –

- A quanto pare sì. –

Sento un nodo allo stomaco.

E io diventerò padre...

- Ti dirò solo una cosa. Non combinare casini. Prenditi cura di tuo figlio come si deve. È importante che tu lo faccia. Mi hai capito? -

- Si papà. -

- Sono felice per voi, figliolo. -

- Anche io sono felice. –

Gli sfugge una lacrima, che si affretta ad asciugare col dorso della mano.

- Ti voglio bene Jack. -

- Anche io papà. –

***

Mentre guardiamo la partita, il mio cellulare squilla. Mi alzo di colpo e mi dirigo in cucina per poter parlare con più calma.

- Ehi. –

Le trema la voce. Non promette bene.

- Ehi, com'è andata? –

- Mi ha chiesto se ero sicura di volerlo tenere. Ovviamente le ho detto di sì. Senza alcun dubbio. -

- E quindi? -

Il suo silenzio mi fa temere l'arrivo di brutte notizie.

- ...Abbiamo la sua benedizione. –

Tiriamo entrambi un sospiro di sollievo.

Grazie a Dio...è andata bene.

- Ho chiamato l'ospedale per fissare un appuntamento. La prima visita è tra due settimane. –

Rispondo con ferma determinazione.

- Ci sarò. –



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