Greek goddess

21.

Erano tutti stremati, impolverati, feriti ed ammaccati, ma salvi.
Eris e Loki si abbracciarono.
«Confermo, mi manca tantissimo la tranquillità di Asgard» disse lei, sospirando.

Il mondo intero vide con i propri occhi quanto era accaduto e subito i paesi limitrofi si offrirono per ospitare i rifugiati sokoviani che erano rimasti inevitabilmente senza un posto dove vivere, mentre gli Avengers si ritirarono nella loro base e organizzarono un funerale dignitoso per Pietro Maximoff.
«Si è sacrificato per salvare la vita di un compagno d'armi, per proteggere una persona che aveva conosciuto solo qualche ora prima. Ha difeso un uomo che all'inizio era stato suo nemico. Pietro Maximoff verrà ricordato come un eroe degno di questo nome» disse Steve.

«Wanda hai voglia di parlare un po' con me?» chiese Eris, avvicinandosi alla rossa, che la guardò con gli occhi pieni di lacrime.
«Io...non credo capiresti» disse, tra i singhiozzi.
«Ho perso mia madre e mio fratello due anni fa, so perfettamente come ci si sente e soprattutto so cosa vuol dire soffrire e dover tenere sotto controllo un potere straordinario come il tuo. Non voglio forzarti, ma solo farti capire che se un giorno avrai bisogno di qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere potrai contare su di me» quindi l'abbracciò e la lasciò piangere liberamente contro la sua spalla.

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«Grazie per l'aiuto – disse Steve, stringendo la mano di Loki – siamo in debito con voi»
«Lasciamo perdere debiti e crediti, rimaniamo semplicemente amici» rispose lui, sorridendo e ricambiando la stretta di mano.
«Hey princi...Eris, grazie. Quando vorrete farvi un drink in compagnia sarete i benvenuti» disse Stark, con un sorriso.
Salutarono tutti, poi si presero per mano e sparirono, comparendo poco dopo su una candida spiaggia caraibica.
«Ho bisogno di bere un mojito da trenta litri» disse lei, sistemandosi un grazioso cappello a falda larga sulla testa e prendendo per mano il suo compagno di vita.

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I due sposini trascorsero la luna di miele andando da un punto all'altro della Terra.
Visitarono Machu Picchu e le sue meravigliose piramidi, attraversarono il famosissimo incrocio a Shibuya, accarezzarono le tigri nel famoso tempio in Thailandia.
Eris fece assaggiare dell'ottimo pita gyros a Loki vicino ai templi di Atene.

«La sai una cosa?» gli domandò una sera, sdraiata nel letto della loro suite affacciata sull'oceano indiano.
Lui si voltò, guardandola incuriosito.
«Sono veramente felice» aggiunse, rispondendo al suo sguardo.

La raggiunse, mettendosi carponi in fondo al letto e gattonando fino alle sue gambe, poi le baciò una caviglia.
«Sono felice anche io, come non lo ero mai stato in mille anni» rispose, continuando a baciare ogni centimetro della sua pelle.
Era così liscia e calda al contatto, profumava di frangipane, un fiore che si poteva trovare in qualunque angolo dell'isola.

La ragazza allargò le gambe per permettergli di raggiungere il suo viso, poi dischiuse le labbra e accolse la sua lingua respirando con un leggero affanno.
Si baciarono a lungo, poi lui s'insinuò sotto la sua camicetta e le strinse i seni.
La giovane si scostò leggermente e si svestì rapidamente, mettendo in mostra il suo corpo nudo.
Loki fece lo stesso, poi si unirono in una notte di passione.
Si presero cura l'uno dell'altra, raggiungendo più volte il piacere.
Quando i loro corpi si separarono vennero salutati da un'alba stupenda.

«Io faccio un tuffo» disse lei, baciandolo ed alzandosi, andando sul loro piccolo dehor che affacciava direttamente sull'oceano.
Sporse leggermente le dita dei piedi dalla pedana di legno, sollevò le braccia sopra la testa e, con una leggera spinta, entrò elegantemente in acqua.
Fece un paio di bracciate in apnea e quando fece capolino in superficie vide che il marito la stava osservando poggiato allo stipite della grande finestra.
«Vieni anche tu, l'oceano è meraviglioso a quest'ora».
Si tuffò anche lui e restarono tra le onde finché il sole non fu completamente sorto.