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«Da qui in poi dovremo riuscire ad agire il più rapidamente possibile. Lo scienziato, a cui ho cambiato aspetto, ha con sé l'iridio. Una volta ricongiunti, tu lo porterai sul tetto della casa di Stark e poi saranno necessarie le sue competenze per costruire il macchinario per aprire il portale. Dovrai inserire il Tesseract e proteggerlo finché non arriveranno i chitauri»
«E tu?»
«Nel frattempo io vi fornirò una copertura, creando un diversivo e attirando l'attenzione di quegli idioti da un'altra parte».
«Il Tesseract dov'è? Io potrei raggiungerti una volta attivato il passaggio».
«Proteggi Selvig, senza di lui non potremo controllare il portale. Io sarò in grado di cavarmela. Per quanto riguarda il Tesseract, per ora è al sicuro, te lo consegnerò non appena ci saremo riuniti all'umano. Adesso andiamo, dobbiamo raggiungere l'aeroporto mantenendo un basso profilo» quindi mutò aspetto.
Eris fece lo stesso, quindi lo seguì.

Una volta ricongiunti con il dottore, Loki fece comparire il Tesseract e lo consegnò alla ragazza.
«Vale più della nostra stessa vita e sarà un disastro se dovesse finire nelle mani sbagliate».
La ragazza annuì, poi posò il suo sguardo su Erik.
«Sei sicuro che non riporterà effetti collaterali in seguito al tuo controllo su di lui? Più passa il tempo e più mi sembra catatonico».
Effettivamente, rispetto a qualche giorno prima, lo sguardo dell'uomo si era fatto più vuoto, quasi assente.
«Che t'importa? L'unica cosa che conta è che rimanga vivo fino all'apertura del portale, poi farà la fine di tutti gli altri».
«Ci vediamo alla fine del mondo» disse lei, sorridendo, quindi prese Erik per mano e si teletrasportarono sulla Stark Tower.

Lo scienziato cominciò a lavorare velocemente, come se costruire quel macchinario fosse più importante di qualunque altra cosa, mentre la ragazza continuò a guardarsi attorno, in cerca di eventuali minacce.
In lontananza risuonarono delle esplosioni e capì che Loki era entrato in azione.
Erik continuò a manipolare cavi e strani arzigogoli di metallo finché non si lasciò andare ad una sonora risata di soddisfazione.
«È pronto! Ce l'ho fatta!».
Al centro della costruzione tubolare c'era un vano in cui la ragazza poté inserire il Tesseract.
Subito il cubo prese ad interagire con l'iridio utilizzato per costruire l'apparecchio e un lampo di luce saettò verso l'alto. A contatto con l'atmosfera generò un'esplosione dalla quale si propagò una sorta di spaccatura che si allargò rapidamente, fornendo un'uscita o meglio, un'entrata per un'orda infinita di mostri.

«Si può sapere cosa credi di fare?» chiede Stark, volando verso la ragazza.
«Piaciuto il viaggio di sola andata qui a New York Tony?» domandò lei, generando una barriera attorno a sé e allo scienziato.
«Se tu non fossi una stronza psicopatica potrei anche sfruttare i tuoi poteri per risparmiare un sacco di soldi e carburante per i miei viaggi – rispose lui, caustico – ora vuoi rendere la cosa più complicata di così oppure ti farai un esame di coscienza e metterai fine a questa follia?»
«Perché mai dovrei darti retta? Non hai fatto altro che disprezzarmi fin dalla prima volta che mi hai vista. Non t'importa di nulla se non di te stesso. Ti sto solo fornendo un'occasione in più per pavoneggiarti davanti alle telecamere. Dovresti ringraziarmi» e gli lanciò contro alcuni dardi d'energia.

Iron Man schivò con semplicità i suoi colpi e rise.
«Non sarà così semplice questa volta, dovrai impegnarti di più, principessa delle fate».
Gli occhi della ragazza s'illuminarono.
«Vedi di impararlo, io non sono una principessa. Sono una dea!» esclamò, poi rilasciò un'onda d'urto enorme che colpì il suo avversario.
Si guardò intorno, rapidamente.
«Selvig il tuo marchingegno è stabile? Hai bisogno di una mano?».
Bastò quel momento di distrazione per non accorgersi del razzo che volava a sua direzione.
L'esplosione la sbalzò dal tetto e cadde rapidamente di sotto.
Quando riprese i sensi, pochi secondo dopo, si rese conto di non avere molto tempo per pensare.
Usò i suoi poteri per rallentare la caduta e i suoi piedi si fermarono a pochi centimetri dal marciapiede.
Livida di rabbia si levò in aria, alla ricerca di Stark.

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