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Quando riprese i sensi, Eris, si accorse di essere bloccata su una sedia, con le mani ammanettate dietro la schiena, le caviglie legate alle gambe di metallo, chiusa dietro a delle sbarre.

Direi che mi reputano pericolosa.

«Ben svegliata principessa delle fate – trillò una voce maschile dall'interfono – spero che non ti crei problemi essere stata bloccata così».

Riconobbe quella voce non appena la udì.

«A cosa devo tutte queste attenzioni signor Stark? Pensavo che si occupasse di altro».
Sulla soglia della stanza, al di là delle sbarre, comparve Tony Stark.
Non era particolarmente alto, quantomeno per essere un uomo, ma sotto la semplice t-shirt che indossava guizzavano muscoli ben definiti.
Dietro gli occhiali da sole brillavano due occhi estremamente attenti e che rispecchiavano molto l'intelligenza dell'uomo.

«Mi lusinga che tu mi abbia riconosciuto»
«Sarebbe stato impossibile fare diversamente. Non è da tutti presentarsi in tv dichiarando di essere Iron Man».
«Touché mia cara. Ora, sono qui per farti un favore. Perché sono la persona più simpatica e gentile che incontrerai qui dentro da adesso in poi. Abbiamo bisogno di sapere cosa diavolo sei e perché stavi in giro con Rock of Ages».

La faccia perplessa della ragazza gli fece intendere che non avesse colto la sua ironia nel nomignolo per Loki.

«Mmm quella sorta di serpe umanoide che ha creato un gran casino in New Mexico»
«Temo di non riuscire a starle dietro signor Stark. Sono una ragazza come tante altre...»
«Fossi religioso pregherei Dio affinché di ragazze come te non ce ne siano in giro. Abbiamo i video di quello che hai combinato alla caserma di polizia e nessun umano normale sarebbe in grado di fare quel disastro. Vogliamo sapere perché e soprattutto cosa c'entra Loki con questa storia».
Mentre parlava si avvicinò alle sbarre e il suo sguardo si fece più severo.
Eris aveva due opzioni, o fingersi completamente estranea e mantenere la facciata del suo travestimento, instillando il dubbio nei suoi carcerieri, oppure cercare di vuotare parzialmente il sacco nel tentativo che anche loro si sbottonassero un po'.

Optò per la prima scelta.

«Le ripeto che non so di cosa sta parlando. Temo che ci sia stato un equivoco e che potrei anche farvi causa per rapimento e sequestro di persona» disse, stampandosi l'espressione più innocente possibile sulla faccia.
Tony Stark rise di gusto.
«Nel caso in cui tu non te ne fossi accorta, le manette che stringono i tuoi polsi hanno il compito di inibire le tue capacità. Hai ripreso il tuo aspetto originario, signorina».
L'espressione di stupore della ragazza gli fece capire che, no, non se n'era resa conto e che, evidentemente, non era così sveglia come voleva fargli credere.
Eris iniziò a strattonare le manette, il respiro si fece sempre più rapido, il panico cominciò ad annebbiarle i pensieri.
Sentì un peso nello stomaco, l'angoscia cominciò a farle mancare il respiro, come se la gola si fosse improvvisamente chiusa per non lasciare passare neanche una molecola di ossigeno.

Tum-tum

Avvertì la vibrazione nel pavimento e s'immobilizzò.

Tum-tum

Di nuovo. Allora non era frutto della sua fantasia.

«Tony abbiamo bisogno di te al piano di sopra» disse la voce della donna del parco, sempre tramite l'interfono.
Stark abbandonò immediatamente la stanza e l'aria tesa sul suo volto tradì la sua preoccupazione in merito a quelle vibrazioni.
La ragazza, nuovamente sola, iniziò a cercare un sistema per liberarsi.
L'uomo aveva ragione, quelle manette inibivano i suoi poteri.
Le braccia cominciarono a dolerle, capì che per trovare una posizione più comoda si sarebbe dovuta fare male.

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