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Durante il comunicato stampa dei giorni successivi, Nick Fury fece sapere al mondo intero di essere in possesso di un congegno capace di eliminare ogni affiliato, bastarono quelle poche e semplici parole per far uscire allo scoperto  gli ultimi agenti che ancora speravano di restare nell'ombra.
Seguirono numerosi arresti, alcuni governi vacillarono, ma lentamente venne ristabilito l'equilibrio.

«Fury, spero di non rivederti mai più» disse Stark stringendogli la mano e mettendosi accanto ad Eris e Loki.
«Sarò sincero, Tony. Anche io, nessuno di voi. Voglio godermi il resto della mia vita in santa pace» ammise l'uomo, ridendo forse per la prima volta da quando aveva conosciuto il gruppo degli Avengers.
Bucky decise di seguirli in Wakanda, laggiù poteva vivere in pace imparando a dimenticare il suo passato.

Giunsero fuori dai confini del Paese, poiché le barriere protettive non permettevano l'ingresso a nessuno, nemmeno ad una maga come Eris.
Vennero accolti da cori festanti, tutto il mondo sapeva della loro ultima impresa.
I bambini corsero loro incontro, gettandosi tra le braccia accoglienti dei loro genitori.
«Mai più lontani» disse Tony, affondando il viso nei lunghi capelli scuri della piccola Morgan.
«Ci siete mancati tanto» disse Kaira, stringendosi contro il petto della sua mamma.
Ares, invece, stupì tutti correndo tra le braccia di Loki, che lo accolse con un grande sorriso.

I bambini passarono ore a raccontare di quanti animali ci fossero nel Wakanda, di quanto si fossero trovati bene e di quanto fosse bello imparare cose nuove.
Shuri era stata la loro guida in quel meraviglioso e rigoglioso Paese, ricco di natura, ma anche dotato di tecnologie avanzatissime.

«Sarebbe un onore, per noi, accogliervi tra il nostro popolo. Avete salvato più volte l'umanità e tra i nostri confini potreste trovare la pace che meritate» disse T'Challa, esprimendo la sua gratitudine ai quattro.
Le due coppie si guardarono reciprocamente ed annuirono. In fondo perché non cogliere quell'occasione? Tony avrebbe potuto continuare i suoi studi e le sue ricerche sul vibranio, con la certezza che la sua famiglia sarebbe stata al sicuro, protetta dalle migliori difese del mondo.
Furono date loro delle stanze all'interno del palazzo reale per quella notte, poi il giorno seguente Eris e Pepper sarebbero tornare alle loro precedenti abitazioni per recuperare tutte le loro cose.

Il clima, nel Wakanda, era molto mite quasi simile a quello asgardiano e quel primo pomeriggio di tranquillità venne vissuto quasi come una novità dai quattro reduci.
T'Challa li guidò verso gli immensi prati dove Pepper e i bambini avevano trascorso quelle settimane senza di loro.
Si fermarono sotto un grande albero dal fitto fogliame che fornì loro un riparo dai caldi raggi del sole e si rilassarono, chiacchierando tra loro e godendosi lo straordinario e selvaggio panorama.

Loki si voltò verso Eris e vide che si era addormentata, sorrise quindi la prese tra le braccia e la portò in camera.
Si stupì di quanto fosse leggera. Non si era accorto che avesse perso così tanto peso nell'ultimo periodo.
I giorni di abusi tra le mani dell'HYDRA l'avevano segnata profondamente.
Si scrollò quel pensiero di dosso, quindi l'adagiò delicatamente sul morbido materasso e le baciò delicatamente la fronte.

Stavano per mettersi a cenare, quando le urla di Eris li fecero scattare tutti verso la sua stanza.
Loki fu il primo a varcare la soglia, ma rimase paralizzato quando la vide circondata da una grossa chiazza scura che si allargava velocemente.

«Aiutami!» gridò, con il volto che si faceva via via più pallido.
Si lanciò verso di lei e vide che ciò che imbrattava il letto era sangue. Le aveva intriso i pantaloni e si estendeva fino alle coperte.
La prese immediatamente tra le braccia e la strinse a sé sussurrandole all'orecchio, per calmare le sue urla che coprirono la voce di T'Challa che chiedeva aiuto.

La trasportarono in tutta fretta nel laboratorio, dove Shuri e sua madre li stavano già aspettando.
La posarono sul lettino, poi la giovane wakandiana li fece uscire. Avevano bisogno della massima concentrazione per poter visitare la mora.

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