22.

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«Fai dei respiri profondi bambina e resta tranquilla, andrà tutto bene» disse la regina, accarezzando il viso della giovane.

Le contrazioni arrivavano ad intervalli di un minuto l'una dall'altra e i dolori le spezzavano il fiato.

Nella stanza entrarono tre guaritori che, dopo una breve riverenza, si misero attorno al letto, pronti ad accogliere una nuova vita.

Loki camminava avanti e indietro da almeno un'ora, come un leone in gabbia.

«Fratello, resteranno i solchi sul pavimento se continui così – gli disse Thor, seduto su una panchina – devi rilassarti. Farti divorare dall'ansia non accelererà i tempi. Nemmeno Odino può decidere quando far nascere un bambino».
Il dio degli inganni interruppe la sua passeggiata e guardò il biondo.
«Lo so, ma ho mille domande nella testa. Andrà tutto bene? Il bambino sarà in salute? Eris starà bene? Magari è spaventata e io non sono con lei. Sarò un buon padre?» lasciò che le parole gli scivolassero fuori dalle labbra senza alcun filtro.

Udirono l'urlo della giovane attraverso la spessa porta di legno massiccio e s'immobilizzarono. Loki impallidì ancora più del solito e si lasciò cadere su una sedia, terrorizzato.

La porta si aprì facendo scattare entrambi sull'attenti.

«Congratulazioni» disse la guaritrice uscendo dalla stanza.
«Come stanno?» chiese lui tremando.
«Stanno bene, la principessa è stata straordinaria. Può entrare se lo desidera».
Non se lo fece ripetere due volte.

La vide, seduta composta nel letto, tra le braccia una creatura minuscola che riempiva la stanza con il suo pianto che sapeva di vita.
La giovane alzò lo sguardo verso di lui e scoppiò a piangere.
«È una bambina...» sussurrò con gioia.
Frigga abbracciò il figlio, gli pose un bacio sulla fronte e si allontanò.
«Vi lascio da soli» disse.

Loki si avvicinò, con le mani che tremavano per l'emozione poi si sedette sul bordo del letto.
«Sei stata bravissima – disse guardando la moglie – sapevo che ce l'avresti fatta».
Si guardarono intensamente, l'amore in quella stanza era quasi tangibile.
La neonata emise un piccolo sbuffo.
Aveva la testa coperta da fitti capelli corvini, la pelle era estremamente chiara, ma nessun accenno al blu di suo padre o al violetto di sua madre.

«È perfetta» sussurrò Loki.
«Prendila in braccio – disse la donna, porgendogli il fagottino – è un'emozione indescrivibile».
Lui tentennò, incerto, poi la strinse a sé.
Era leggera, fragile e meravigliosa.

«Tutto ciò che ho e tutto ciò che sono...è tuo per sempre» (1) disse, guardando la piccola.

Aveva gli occhi di un colore ancora indefinito che virava dal grigio all'azzurro acquoso. Ci sarebbe voluto qualche mese affinché si definisse.
«Secondo me avrà i tuoi occhi» disse Eris, poggiandosi sui morbidi cuscini che aveva dietro la schiena.
«Qualunque colore, non importa. È la creatura più bella dell'intero universo – rispose lui, continuando a fissare la bambina – le mie ragazze sono le più belle dell'universo» aggiunse, baciando la moglie sulla fronte.

Rimasero insieme tutta la notte, la piccola era molto quieta e pianse solo un paio di volte per mangiare.
La donna sembrava nata per essere madre, ogni suo movimento sembrava perfettamente studiato. Prendeva la bambina, l'attaccava al seno, le accarezzava la testa, il tutto con grande naturalezza.

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Dopo nove giorni, come tradizione, si radunarono tutti nella sala del trono, dove Frigga officiò la cerimonia di presentazione della bambina. (2)

Aveva litigato a lungo con Odino, che, rimasto della sua idea, non voleva saperne nulla della piccola. Dalla sua nascita, infatti, aveva drasticamente diminuito le sue apparizioni in pubblico e non aveva più voluto incontrare né Eris né Loki che fortunatamente, distratti dal loro nuovo ruolo di genitori, non avevano dato particolare peso a questa mancanza.

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