La mezza dozzina di avventori si voltò quasi immediatamente in direzione della porta, anche perché era raro incontrare personaggi conciati in quel modo alle sette di un qualunque mercoledì mattina.
I due ospiti si accomodarono in fondo alla sala, mentre la classica cameriera con il classico camicione a righe, stretto in vita da un ancora più classico grembiule bianco, li scrutava in attesa che ordinassero.
«Due caffè, lunghi» disse la ragazza, ammirando il suo nuovo riflesso nel vetro della finestra.
«Bene, ci sono sufficienti essere inferiori da poterti sbizzarrire. Crea la tua opera d'arte allora» sussurrò il moro, inclinandosi verso la giovane.Eris si appoggiò allo schienale consunto della sedia, incrociò le braccia sopra il petto e cominciò a guardarsi intorno.
Come farò a consegnare tutto entro un'ora? Avrei dovuto restare a casa ieri sera.
E se sapesse già che l'ho tradita? Se si accorgesse che la riunione di ieri era solo l'ennesima scusa?I pensieri caotici e spaventati di un pallido uomo ad un paio di tavoli da lei, attirarono la sua attenzione.
La donna tradita era forse quella davanti a lui?
Sul viso le comparve un ghigno beffardo.
Perché non scoprirlo?
Mosse leggermente una mano, senza distogliere lo sguardo dal tizio che sembrava stesse scomparendo all'interno di una camicia spiegazzata e palesemente della taglia sbagliata.
«Ti ho tradita, perché sono stanco di essere trattato come un cane! Tu pensi solo a spendere i miei soldi e non fai mai nulla in casa! Sei una sanguisuga con le sembianze di una donna» gridò, scattando in piedi e sbattendo le mani sul tavolo.
Lo sguardo assolutamente perso fu testimone della totale mancanza d'intenzione di quel gesto.
La donna al suo tavolo trasalì, si mise in piedi e lo colpì in pieno viso con uno schiaffo.
Loki ed Eris sorrisero compiaciuti.«Ottimo lavoro, ma non fermarti».
Il caffè non era ancora arrivato al loro tavolo che già aveva scatenato liti più o meno violente tra tutti gli avventori del locale.
Il ragazzo seduto al tavolo accanto al loro, dopo aver preso un pugno dall'amico che era con lui, si alzò sconvolto, lasciando cadere un quotidiano spiegazzato.
Bastò quello a distrarre la ragazza.
Una rapida occhiata alla prima pagina e i vetri del diner cominciarono a vibrare.
Loki capì immediatamente che qualcosa non andava.«Rilasciato questa mattina l'uomo accusato di aver procurato la tragedia del ristorante il sette maggio scorso»
Così titolava il giornale.
Sotto il testo, scritto in grossi caratteri neri, campeggiava la foto di un giovane dallo sguardo vacuo e gelido.
«Eris è ora di andarsene» disse, afferrando una mano della giovane e riportandola alla realtà.
Immediatamente il caos si placò, ma lo sguardo di lei brillò più viola del solito.
Quando la cameriera arrivò al tavolo con i caffè i due se n'erano già andati, lasciando cinque dollari spiegazzati accanto ai tovaglioli.«Troverò quel figlio di puttana e gli farò vomitare l'intestino» ringhiò la giovane donna, mentre a grandi falcate si allontanava dalla tavola calda.
«Aiutami qui e sarò al tuo fianco per la tua vendetta» disse Loki.
In una sola notte aveva imparato che avere quella ragazza come nemica sarebbe stata la scelta più stupida che avrebbe mai potuto fare.
La mora piantò i piedi per terra e si voltò in direzione del dio.
«Non mi hai ancora illustrato il piano, sinceramente».
Sul suo volto non c'era più traccia della ragazza depressa e triste del giorno prima.
Ogni incertezza e titubanza erano state lavate via dalla presa di coscienza delle sue capacità.
«Molto semplice. Mio fratello, Thor, è il dio del tuono. Non che questo gli conferisca chissà che acume, sia chiaro. E da bravo idiota qual è, si è fatto esiliare qui su Midgard. Senza poteri e senza la possibilità di redenzione, da parte di nostro padre Odino. Voglio sfruttare l'occasione per sottomettere questo pianeta al mio volere, soggiogare le menti di queste creature inferiori e finalmente dimostrare che non sono un buono a nulla come tutti, ad Asgard, credono».
Eris lo guardò.
«Oh, una missione di rivalsa personale. Ok...sono con te, a patto che poi io possa fare quel che meglio credo di quell'uomo».
Loki si lasciò andare alla sua classica espressione soddisfatta e, sorridendo, acconsentì alla proposta della ragazza.La giornata fu impiegata ancora nell'addestramento della giovane.
Il dio degli inganni non voleva correre il rischio di trovarsi nel pieno di una battaglia con una bomba ad orologeria accanto, al posto di un'alleata potente.
Quando s'intravide il crepuscolo, decise che era giunto il momento di passare all'azione.
Si teletrasportarono entrambi a poca distanza da quello che, da area di ritrovamento di un satellite alieno, si era trasformato in un effettivo campo base. Con tanto di guardie di sicurezza.
«Tu aspettami qui, devo fare una cosa da solo. Non fare niente di stupido. Tornerò in men che non si dica» disse il dio, lasciando la giovane al limitare di una piccola area boschiva.
Lo vide allontanarsi di pochi passi, per poi sparire completamente.Colse l'occasione per far ordine nei suoi pensieri.
Sono passata dall'essere una nullità cosmica all'avere dei poteri oltre ogni immaginazione.
Se solo loro potessero vedermi...
Se solo fossi stata così anche quella volta.Li avrei salvati tutti.
Calde lacrime presero a scorrerle sul volto.
Ora che era da sola poteva permettersi di lasciarsi prendere dallo sconforto.
Si accoccolò in quel dolore, ormai tanto familiare e chiuse gli occhi, crogiolandosi in quella sensazione di sofferenza che ormai conosceva troppo bene.
Sentì quella familiare morsa allo stomaco, il respiro si fece più corto e i battiti del cuore cominciarono ad accelerare.
Il mondo intorno a lei smise di essere reale e cominciò a girarle la testa.
Effettivamente era da più di ventiquattro ore che non assumeva gli ansiolitici che le avevano prescritto i dottori in seguito all'incidente.
Non che alleviassero le sue sofferenze, ma quantomeno tenevano a bada gli attacchi di panico. Come quello che stava avendo in quel momento.Loki fu di ritorno in quel preciso istante e riuscì a tenere sotto controllo l'energia di Eris, che stava cominciando a prendere il sopravvento sulla ragazza.
«Vuoi farci scoprire?» sibilò.
La giovane tornò immediatamente in sé, rendendosi conto che il suo flusso di coscienza e rimorso la stava facendo brillare come una lampadina in mezzo al buio della sera.
Subito si quietò e domandò scusa.
«Non mi fa bene stare da sola con i miei pensieri...devo essermi persa nei meandri della mia mente».
Prima di attirare attenzioni non desiderate si dileguarono nell'oscurità, lasciandosi alle spalle l'intricata struttura._________________________________
Lentamente arriveremo a capire tutta la faccenda, ve lo prometto. Abbiate fiducia in me.
Aggiungo che prossimamente (ora non so di preciso se tra 3/4 capitoli o più) ho una mezza idea di inserire una sorta di colonna sonora.
No, non sono completamente impazzita. È che spesso mi capita di ascoltare una canzone e, vuoi per il ritmo o proprio per il testo, ma mi capita d'immaginare delle scene ben precise.
Non ne sono ancora certa al 100% sia chiaro, quindi è tutto ancora in "forse", ma nel caso cercherò di rendervi la cosa il più semplice possibile.
Come sempre, grazie di cuore.

STAI LEGGENDO
Greek goddess
Fiksi PenggemarAmbientato a partire dagli eventi del primo film "Thor". Eris si è svegliata e ha ricevuto l'unica notizia che nessuna persona vorrebbe mai sentire. Sono tutti morti. Tutti, eccetto lei. Il suo percorso pare essere già scritto, segnato dal dolore, d...