Greek goddess

33.

Lasciarono i bambini in salotto a guardare la tv, mentre loro si riunirono in cucina, attorno al tavolo.

Tony aveva, come suo solito, azionato tutta la tecnologia di cui era dotato per reperire il maggior numero di informazioni possibili.
«Ho già contattato T'Challa in Wakanda. Barnes è ancora con loro, a quanto pare gli fa bene stare in ritiro spirituale. È l'unico collegamento sicuro che abbiamo con l'HYDRA ed è già in volo per raggiungerci. Sarà qui tra poco meno di due ore. Nel frattempo ho cercato di capire cos'ha fatto il nostro caro capitano della polizia nell'ultima decina di anni...».

«Tony, la cosa che mi preoccupa di più è trovare un posto sicuro dove lasciare i bambini. L'HYDRA non è un pericolo per la mia sicurezza, ma per quella dei nostri figli. Viviamo a tre metri di distanza, anche voi non siete al sicuro adesso. Mi dispiace».

Pepper le strinse la mano, sorridendole.
«Abbiamo affrontato qualsiasi cosa negli ultimi anni, in più la casa è dotata di ottimi sistemi di sicurezza. Non esiste creatura nell'universo che potrebbe avvicinarsi a Morgan» rispose.

Eris le sorride poi si voltò a guardare i bambini.
Li avrebbe tenuti al sicuro anche questa volta, poi forse avrebbero finalmente ottenuto una vita serena.

«È sempre così arrogante?» chiese Stark a Loki.

Il moro rise, annuendo.
«Sì, diciamo che non le mancano né l'autostima né la sicurezza in sé stessa».
Lei li guardò, fulminandoli con lo sguardo.
«Ehm, vorrei ricordarvi che la sottoscritta ha...»
«Spedito Thanos all'inferno, sì, c'ero anche io. Questo però non esclude che tu possa comunque farti male contro dei banalissimi esseri umani. Questi sono in giro da prima della seconda guerra mondiale, hanno vissuto nascosti nell'ombra per ottant'anni e hanno membri infiltrati praticamente in tutti i governi mondiali. Dovresti tirartela meno».

Loki la guardò in modo eloquente.
«Ha detto tutto lui» aggiunse, vedendo lo sguardo offeso di Eris.
Lei scoppiò a ridere.
«Ok, sarò più umile, ma sta di fatto che non mi spaventano, tranne per il fatto che possano mettere di mezzo i miei figli».

«È per questo che mi sono premurato di installare un sistema di sicurezza all'interno di casa vostra fin dal primo giorno in cui vi siete trasferiti. Il semplice fatto che i vostri bambini siano dotati di qualità straordinarie li rende dei bersagli per qualunque squilibrato, un po' come era successo ai gemelli Maximoff. Non basta eliminare Thanos o l'HYDRA per sbarazzarci degli psicopatici ed è bene che ve ne ricordiate. Non siamo ad Asgard e quelli come voi, di solito, vengono considerati fenomeni da baraccone – disse, con tono serio –  Il tentativo di smantellare l'HYDRA ci porterà via parecchio tempo e non sarà facile riuscire a recidere tutti i loro contatti. Dovremo organizzarci meticolosamente, colpire e sparire rapidamente» aggiunse.

Passarono al setaccio tutte le registrazioni delle telecamere di sorveglianza dell'area in cui si era svolta l'intervista, nel tentativo di reperire qualche indizio utile, ma ad un certo punto furono interrotti da alcuni rumori provenienti dall'esterno. Uscirono sul porticato e videro atterrare un velivolo wakandiano.

Barnes scese, seguito da T'Challa in persona.
«Il re del Wakanda! Che onore amico mio – disse Stark, andando loro incontro e stringendo la mano del giovane sovrano – cosa ti porta fino a qui? Credevo arrivasse solo lui» aggiunse.
«Tony, che piacere. Ho accompagnato Bucky e sono venuto a farvi una proposta – quindi si voltò verso Eris e Loki – ho saputo che l'HYDRA ha minacciato voi e i vostri figli. Per noi sarebbe un onore poterli ospitare in un luogo sicuro come il Wakanda. Sarebbe il minimo per sdebitarci dopo che avete salvato tutti quanti» aggiunse.

I due coniugi si scambiarono un'occhiata, poi Eris si voltò verso Pepper.
«Anche lei e la bambina potrebbero essere in pericolo. L'HYDRA non impiegherà molto a scoprire dove viviamo, anche se è un'area abbastanza nascosta».
Tony le toccò leggermente il braccio, come a volerla ringraziare.