25.

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Molti giorni trascorsero.

Eris si godeva ogni momento possibile insieme alla sua famiglia. La piccola Kaira faceva progressi ogni giorno. Aveva iniziato a tenere la testa dritta per guardarsi intorno con gli occhi pieni di curiosità e ogni volta che qualcosa attirava la sua attenzione si lasciava andare a gorgheggi divertiti, rendendo impossibile non sorriderle.

Loki, invece, trascorse molte ore insieme a Thor.
«Dobbiamo riuscire a rintracciare le altre gemme dell'infinito per poter anticipare le mosse di Thanos – disse il biondo – sono già riuscito ad ottenere delle informazioni e voglio assicurarmi che siano tutte al sicuro».
«Non sai a cosa andrai incontro, fratello. Voglio aiutarti»
«Lo farai restando qui ad Asgard. Nostro padre non è più lo stesso di un tempo. Sta diventando sempre più anziano e avrà bisogno di qualcuno che gli rimanga accanto».

«C'è pur sempre nostra madre e sai che lui non ama particolarmente avermi attorno»
«Loki, per una volta nella tua vita ascoltami. Come dici tu, il viaggio che farò potrebbe essere pericoloso e tu hai una famiglia da proteggere. Non potrei mai chiederti di rischiare la vita, lasciando Eris e Kaira».
«Con che onore lascio andare mio fratello da solo, con il rischio di incrociare il suo percorso con quello del titano pazzo?».
«Non te lo sto chiedendo. È un ordine che ti do, come futuro re di Asgard. Voglio che tu rimanga qui. Sei un abile guerriero e ho bisogno di una persona di fiducia che resti a difendere i nostri confini. Il Tesseract si trova ancora nascosto a palazzo. Sarà tuo dovere proteggerlo».

Il dio del tuono partì quello stesso pomeriggio, sapendo che non sarebbe tornato a casa per lungo tempo.
Odino non era contento della partenza del figlio, ma comprendeva la sua decisione.

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La mancanza del giovane si avvertiva ovunque, su Asgard. Le risate non erano più fragorose come prima e anche il cielo sembrava meno luminoso.

Odino, invece, invecchiava a vista d'occhio. Era sempre più stanco e trascorreva sempre più tempo nelle sue stanze. Frigga, di contro, sentiva sempre di più la responsabilità del regno sulle sue spalle.

«Madre dovresti riposare invece di preoccuparti. Qui è tutto sotto controllo».
«Non riesco, ho sempre paura che tuo padre possa nuovamente sprofondare nel sonno di Odino e sai che ogni volta che succede dura sempre più a lungo. Temo che possa non risvegliarsi» ammise la donna.
Loki la abbracciò.
«Non temere, noi saremo al tuo fianco in ogni momento».

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I mesi trascorsero placidi, Kaira aveva imparato a gattonare e spesso gironzolava per i giardini o per i vari saloni.

Più cresceva e più somigliava a suo padre.
I loro occhi erano identici, sia per il colore che per la forma, aveva il suo stesso naso fine ma le labbra a cuore della mamma.

«Diventa più bella ogni giorno che passa – disse Eris guardandola, ogni volta che sollevava una manina dal prato comparivano dei piccoli fiori colorati – e più speciale».
Loki la stava osservando appoggiato a braccia conserte ad una colonna, con un sorriso orgoglioso stampato sul volto, quando Frigga arrivò di corsa.
Era raro vederla spaventata, ma evidentemente la situazione era più preoccupante del previsto.

«Madre, cosa sta succedendo?» chiese lui, agitato.
«Tuo padre, Odino. È scomparso!» esclamò.
Eris prese la bambina in braccio.
«Cosa vuol dire scomparso?» domandò.
«Che non è da nessuna parte. Sono andata a cercarlo nelle sue stanze e quando non l'ho trovato ho provato a percepire il suo seiðr, ma risulta irrintracciabile. Non è ad Asgard».
Loki rimase senza parole, poi si allontanò di corsa.
«Ci penso io, tu stai qui con loro e non ti preoccupare».

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