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Barnes aveva con sé un cellulare e dopo pochi istanti ricevette la telefonata di Fury. Non fu necessario mettere il viva voce, poiché gridava talmente forte da essere perfettamente udibile anche da lontano.
Bucky, infatti, tenne l'apparecchio a debita distanza dall'orecchio per non rimanere stordito.

«Si può sapere cosa vi è passato per il cervello? Se volete il nostro aiuto dovete stare alle mie regole!» gridò Nick.

Eris prese il cellulare dalle mani di Barnes.
«Ascoltami bene, monocolo incazzato, se non fosse stato per noi, tu e il tuo gruppetto di soldatini stareste ancora brancolando nel buio, quindi invece di strillare come una ragazzina offesa, usa il tuo telefonino per radunare il maggior numero di truppe possibili, poi muovi il culo e vieni qui. Ah, non perdere tempo per ringraziarci, ci offrirai da bere a cose fatte» quindi concluse la telefonata.

Bucky la guardò, esterrefatto.
Aveva seriamente detto quelle cose a Nick Fury?

«Lo sai vero che non sarà di umore gioviale quando arriverà qui?» domandò.
«Benissimo, quello lavora meglio quando ha le palle girate. Si concentra di più» rispose lei, scrollando le spalle.

Le temperature a San Pietroburgo non erano poi così gelide, ma la mora modificò il suo outfit e quello del suo compagno in modo da passare inosservati.
«Potresti cambiare anche le nostre facce? Quelli dell'HYDRA avranno appeso le nostre foto segnaletiche in ogni casa» disse il soldato, osservando il cappotto che era magicamente comparso sulle sue spalle.
Bastò uno schiocco di dita ed entrambi diventarono il perfetto stereotipo di coppia multimilionaria dell'est.

«Ti va di andare a mangiare qualcosa?» domandò lei, scuotendo la lunga chioma bionda.
Bucky sollevò le spalle, con lei non aveva un gran diritto di scelta.

Mangiarono in un locale in centro, finché non notarono dei movimenti sospetti.
All'interno del ristorante erano entrati un paio di uomini fin troppo impettiti per essere dei semplici civili.
Fu Eris ad accorgersene per prima, dando di gomito al suo compagno.

«Nostri o loro?» domandò il soldato, lanciando una rapida occhiata ai due uomini.
«Stando a quanto riesco a leggere nelle loro menti, pare siano ex membri dello S.H.I.E.L.D. infiltrati nell'HYDRA. Ci stanno cercando, dietro ordine di Fury» rispose lei a bassa voce.

Barnes annuì, continuando a tenere lo sguardo sul suo piatto.
«Cosa vuoi fare? Li avviciniamo o aspettiamo?» domandò.

Lei inclinò la testa da un lato.
«Fury ha già dato disposizioni agli agenti presenti sul territorio. Finché la Russia non gli darà un riscontro positivo loro non possono entrare nello spazio aereo della nazione, quindi sono bloccati fuori dai confini. I membri in zona hanno il compito di rintracciarci ed organizzare un piano d'attacco che non comprenda né Loki né Tony, né tantomeno eventuali rinforzi americani. In molti sono dell'idea che sarà un bagno di sangue, che io sia una sociopatica da rinchiudere e che questa sarà una missione suicida» rispose.

Barnes si voltò a guardarla, stupefatto.
«E questo solo per quello che riguarda la mente dell'agente di destra. Quello di sinistra è ancora più scettico a riguardo» aggiunse, sorridendogli, quindi si alzò ed andò incontro ai due uomini.

«Agente Thompson, agente Connor. Piacere di conoscervi» disse, allungando la mano.
I due rimasero impietriti.
«Non c'è bisogno che mi presenti, so che ci stavate cercando. Che ne dite di andare a parlarne in un luogo meno affollato?» si voltò verso Bucky e gli fece un cenno con la mano.
Uscirono tutti e quattro dal ristorante, quindi s'infilarono in un vicolo deserto.
«La signora Kolovos e il sergente Barnes, immagino» disse uno dei due uomini.

Eris annuì.
«Come avete intenzione di organizzarvi? Quantomeno finché Fury rispetterà le regole ed attenderà che il presidente russo acconsenta al suo sbarco sul territorio».
I due agenti la guardarono, spiazzati.
«Siete fortunati che non ci sia un telepate nelle file dell'HYDRA, altrimenti saprebbero praticamente tutto, come me. Le vostre menti sono deboli e facilmente...consultabili» aggiunse lei, con un sorrisetto.
Bucky scrollò le spalle, come a voler fare intendere che lui non c'entrasse nulla con quella faccenda.

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