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Nda Da qui in poi gli eventi non seguiranno fedelmente le vicende riportate nei film (sarebbe troppo difficile inserire un nuovo personaggio in qualcosa di già scritto da altri, spero possiate comprendere la mia scelta stilistica)

«Cosa sappiamo di questa ragazza? Chi è, da dove arriva, cosa diavolo sa fare?».
L'uomo era visibilmente nervoso e continuava a far saettare lo sguardo tra il monitor, che riproponeva in loop le immagini di una giovane che si librava a mezz'aria sotto una cortina di proiettili per poi svanire nel nulla nell'arco di un battito di ciglia, e la bellissima donna che teneva tra le mani un fascicolo.
Con un rapido movimento lei lasciò scivolare la cartella sul tavolo di vetro.
«Eris Kolovos, scomparsa tre giorni prima delle riprese nel video. Nessuno ha idea di cosa abbia fatto in quel lasso di tempo. Rimasta orfana meno di due mesi fa, ha perso tutto. Madre, fratello, fidanzato, morti tutti la stessa sera a causa di un incidente. Chi l'ha causato è stato rilasciato dopo strani colloqui tra il capo della polizia locale e un uomo, che stiamo ancora cercando di identificare. Le riprese di una telecamera di sicurezza, situata un paio di isolati più in là della caserma, rivelano che la ragazza è stata ferita quasi a morte e, facendo andare al rallentatore questi frame, si può notare che è stata soccorsa da Loki in persona».

La voce vellutata e morbida della donna cozzava con il suo sguardo gelido e privo di emozioni.
«Hai detto Kolovos...russa?» chiese l'uomo voltandosi appena verso l'altra.
«Greca...ed è questo che mi preoccupa».
A rispondere non era stata la donna, ma un uomo dalla pelle color del tabacco e una benda di cuoio davanti all'occhio sinistro.
«A cosa ti riferisci Fury?»

«Quanto odio il fatto che fossi un somaro a scuola, Stark. Nella mitologia greca, Eris è la dea della discordia»
«Praticamente una versione femminile e terreste di Loki?»
«Più o meno. Diciamo che non dev'essere piacevole scontrarsi con una così».
«La ragazza, stando ai fascicoli, ha ventiquattro anni. Com'è possibile che non sia stata notata prima?» il tono della donna lasciò trasparire una leggera impazienza. Era poco tollerante nei confronti di chi diceva le cose a metà.

«Signorina Romanoff è per questo che vi ho fatto avere fascicoli e registrazioni. Ho bisogno che troviate quella ragazza e che capiate cos'ha intenzione di fare. Odio visceralmente quando le cose mi succedono sotto il naso senza che io me ne accorga. Lei risulta scomparsa da quel momento – e indicò lo schermo nell'esatto istante in cui Loki compariva per salvarla – e sarà vostra premura capire se è ancora su questo pianeta o se si è unita a quei due bizzarri fratelli, che hanno creato solo casini».
«E nel malaugurato caso in cui la principessa fosse ancora con i piedi per terra cosa faremo? La inviteremo a bere tè e biscotti qui con noi? Le offriamo un aperitivo?»
«Sono certo che i vostri metodi persuasivi sapranno convincerla a parlare con me».
Nemmeno il tempo di finire la frase che l'uomo attraversò le porte della stanza, lasciandosi alle spalle i suoi due collaboratori.

Quello chiamato Stark si massaggiò le tempie sospirando.
«Stando al ragionamento di Fury dovremmo tenere sott'occhio tutta la Grecia. Sia mai spunti qualche altro dio pure su questo pianeta. O perché no, anche l'India. Ci sono parecchie decine di religioni politeiste pure qui da noi».
«Credo che questa situazione sia unica nel suo genere, Tony. Il nostro obiettivo è capire quali siano le dinamiche che ci hanno portati a questo».
«E secondo te quali potrebbero essere?»
«La presenza di Loki dovrebbe essere una motivazione più che valida, non credi? E ora scusami, ma preferisco fare le mie ricerche alla luce del sole, anziché nascosta nel tuo antro tecnologico».
Gli voltò le spalle, certa che lo sguardo di Tony Stark avrebbe indugiato qualche istante sul suo corpo, guantato in una tuta in pelle che lasciava ben poco all'immaginazione

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«Rimangono ancora senza risposte le domande dei giornalisti di fronte a quanto successo in New Mexico il mese scorso. La polizia è ancora sulle tracce di Eris Kolovos, accusata di aver effettuato un attentato con matrice terroristica ai danni della caserma di polizia locale».

La voce della giornalista smise di essere interessante nello stesso istante in cui pronunciò quelle parole.
La ragazza si scostò una ciocca bionda da davanti al viso, poi continuò a sorseggiare il caffè.
Per ora nessuno sapeva della sua capacità di cambiare aspetto e avrebbe fatto di tutto, affinché rimanesse un segreto il più a lungo possibile.

Decise di abbandonare il New Mexico, subito dopo aver capito che gli studi di Jane Foster e della sua amica non l'avrebbero portata da nessuna parte, ma non smise, invece, di controllare il vecchio che di solito stava con loro.
Lo seguì fino a New York perché i suoi pensieri erano stati rivolti più volte a Loki.
Più di quanto le sembrasse necessario.

Nel corso di quelle settimane scoprì l'esistenza dello S.H.I.E.L.D., ma non il suo scopo.
Si trattava di un distaccamento dei servizi segreti? Oppure agivano per conto proprio? Quanti erano i membri? Chi erano?

Leggere la mente del vecchio non le fu sufficientemente utile, in primis perché difficilmente le capitò di arrivargli abbastanza vicina e anche perché le capitò di trovarsi di fronte a dei muri mentali, impossibili da valicare o aggirare.

Possibile che un vecchio scienziato abbia tutte queste capacità per tenermi fuori dalla sua mente?

Sbuffò finendo di sorseggiare il caffè, quindi prese una banconota da cinque dollari e la lasciò sul tavolo, prima di allontanarsi.
Aveva un piano, ma era rischioso e non c'erano grandi probabilità di riuscita, ma era il massimo che potesse riuscire ad organizzare al momento.
Nelle ultime settimane, il vecchio, che rispondeva al nome di Erik Selvig, aveva seguito una routine abbastanza semplice.
Il lunedì e il giovedì usciva di buon ora, faceva una corsa di un'ora a central park e poi rientrava nell'edificio che, a quanto pare, raccoglieva lo S.H.I.E.L.D. e i suoi collaboratori.
Controllò l'orologio che aveva al polso, quindi s'incamminò in direzione del parco.
Una volta svoltato l'angolo i suoi abiti vennero sostituiti da una tuta da jogging e da un cappellino da baseball.
Selvig era lì, puntuale come al solito.

Seguì i suoi passi con lo sguardo, fingendo di prestare attenzione al lettore mp3.
In realtà era un apparecchio non funzionante, ma le serviva per recitare la parte.
Prese a correre, ma nella direzione opposta a quella dello scienziato.

Come previsto dopo aver preso un paio di scorciatoie, si ritrovò di fronte all'uomo. Era ora di mettere in scena il suo spettacolo.
Fingendosi distratta andò addosso a Selvig.
«Oddio! Sono mortificata. Le ho fatto male? Mi scusi, mi sono fatta distrarre».
La parte della bionda stupida le riusciva a meraviglia.
Erik si passò una mano sulla maglia, incapace di distogliere lo sguardo da quella ragazza. Era bella, magra, con tutte le curve al posto giusto.
La pelle abbronzata risaltava sotto il crop top che indossava, lasciando allo sguardo degli altri, due braccia toniche e una pancia piatta con addominali definiti.

Bravo, continua a guardarmi negli occhi.

Fu un istante, il tempo di un battito di ciglia.
Gli occhi di Eris brillarono di viola e quelli dello scienziato s'illuminarono di blu.
La ragazza rimase spiazzata nel vedere quella reazione, il che le costò un attimo di distrazione di troppo.

«Ho il cecchino migliore del mondo che ha la mira sul tuo cuore. Vieni con me senza protestare e ti giuro che nessuno ti farà del male, Eris Kolovos».
La voce era femminile, così come la mano che le stringeva il braccio, nonostante fosse paragonabile ad una morsa d'acciaio.
«Non so di cosa sta parlando» disse, cercando di rimanere calma e calata nella parte.
«È da un mese che ti stiamo cercando e non siamo gli scemi del villaggio. Abbiamo faticato parecchio per riuscire ad identificare la tua traccia magica, ma evidentemente non sei scaltra come il tuo compare».
La rabbia di Eris prese a montare, veloce e vorace come al solito, scottando la mano della nemica.
La rossa si ritrasse al contatto e in quel preciso momento la Kolovos venne raggiunta da una sorta di chip che, rilasciando corrente elettrica, la stese.
Subito le furono messe delle manette e venne sollevata di peso da un paio di agenti, che avevano atteso l'ordine di intervenire da dietro dei cespugli.

«Tony, stiamo rientrando. Grazie per la copertura Clint».
«Tutto per la mia rossa preferita. Ci vediamo là».

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Come scritto all'inizio, la storia da adesso in avanti non seguirà più per filo e per segno le trame dei film.
Sarebbe un suicidio cercare di incastrare un personaggio inesistente in una storia già completa. Un po' come voler inserire un nuovo personaggio nella saga de "il signore degli anelli".
Magari qualcuno ci riesce, ma le mie doti narrative non sono a questi livelli.
Attendo, come sempre, un vostro riscontro.
Come al solito, grazie per essere giunti fin qui.

Greek goddessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora