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Gl'incubi la tormentarono per tutta la durata del suo sonno.
Vide nuovamente morire la sua famiglia, il colpevole dell'incidente, l'esplosione alla centrale di polizia, il Tesseract.
Il tutto in un loop infinito, finché non si svegliò gridando.

«Va tutto bene» sussurrò una voce accanto a lei.
La stanza era avvolta nella penombra e le uniche fonti di luce erano dei monitor da cui provenivano dei suoni sommessi.
«Cos'è successo?» domandò la giovane, voltandosi verso il suo interlocutore e riconoscendo Bruce.
«Diciamo che hai riparato un intero palazzo e questo ha prosciugato le tue energie – le rispose lui, sorridendo – comunque io sono il dottor Banner».
«Eris Kolovos, ma credo che già lo sappia» disse.
Lui si lasciò sfuggire una risata sommessa.
«Decisamente. Ora ti lascio riposare...»
«No! Per favore...non mi lasci da sola – esclamò la ragazza, mettendosi seduta di scatto – quando sono sola succedono solo cose brutte. Quantomeno da quando ho scoperto di avere questi poteri» aggiunse, posando lo sguardo sulle sue mani.

Bruce gliele strinse, con fare paterno.
«Hai bisogno di riposare ancora un po'. Se vuoi posso garantirti una notte di sonno senza sogni».
Lo guardò e i suoi occhi brillarono di gratitudine.
«Sarebbe un regalo prezioso».
Il dottor Banner si alzò e, frugando in un cassetto, prese una siringa e iniettò un liquido chiaro nella flebo collegata ad una delle vene della ragazza.
«Buon riposo» sussurrò, ma lei aveva già chiuso gli occhi.

«Novità?» chiese Stark che lo attendeva fuori dalla porta.
«È una ragazza terrorizzata e non trovo motivi per biasimarla. Ritrovarsi con dei poteri distruttivi da un momento all'altro è qualcosa di terrificante».
Chi più di lui poteva capirla? In fondo era diventato un colosso verde in seguito ad un incidente. Non avrebbe mai scelto quella strada, se fosse stato per lui.
«Cerca di non farti impietosire. È un'assassina e non sappiamo ancora da che parte abbia intenzione di stare» disse, cinico, dando una pacca sulle spalle all'amico.

Il Tesseract era stato chiuso in un cubo di metallo, creato apposta per contenere l'energia del misterioso oggetto.
Attorno al tavolo, della stanza in fondo al corridoio, c'erano già tutti gli altri.
«Banner hai qualcosa per noi?» chiese Fury, sistemando dei fogli davanti a sé.
«È convinto che sia solo una ragazza spaventata. Niente di più e niente di meno» gli fece il verso Stark.
«Ed è così, Tony! Quella ragazza è terrorizzata. La sua vita è stata stravolta nel giro di una notte e la prima persona che ha pensato di tenderle la mano è stato Loki. Possiamo davvero biasimarla?»
«Bruce calmati, per favore» disse Natasha, sfiorandogli un braccio.
«Ha ucciso delle persone e ha scelto spontaneamente di allearsi con quella serpe» rimbrottò Tony.
«Anche io ho ucciso delle persone la prima volta che mi sono trasformato in Hulk. E anche la seconda. Non mi pare che mi trattiate come un criminale»
«Questo perché sappiamo perfettamente che non è colpa tua, ma del mostro».

Questo botta e risposta con Tony non fece che irritarlo.
«Nessuno di voi riesce a capire che forse stiamo condannando la strega sbagliata?» domandò, guardandosi intorno.

«Se fosse veramente malvagia non avrebbe salvato il culo a tutti i presenti» fece notare Clint.
Il gruppo rimase in silenzio.
Eris poteva risultare estremamente pericolosa, ma il cecchino aveva ragione. Era stata lei a tirarli fuori vivi da quella situazione.
«Ha bisogno di qualcuno che le indichi la strada giusta, che possa indirizzare le sue capacità al servizio della pace – disse Steve dopo un istante di silenzio – e noi siamo gli unici a poterla gestire. Gli uomini che le hanno sparato non erano né dei nostri né agenti in servizio».
«Volevo parlarvi proprio di questo. A quanto pare, quegli uomini sono membri attivi dell'HYDRA e ora, il nostro problema più impellente è capire perché siano anche loro sulle tracce della ragazza. Non si scomoderebbero mai per qualcosa che non rientri nei loro interessi» disse Fury prendendo parola.

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