Coming out

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Quella specie di passeggiata divenne quasi una tortura per Axel.

Mentre si apprestavano a raggiungere Brownsville, lui e Benjie rimasero nel più totale silenzio. Non perché non sapessero cosa dire, ma Axel era così irritato e ansioso che pensò sarebbe stato meglio sfogarsi una volta arrivati a casa del ragazzo.

Finalmente avrebbe spiegato il problema che lo affliggeva da quando lo aveva conosciuto. La sua vicinanza a Madeline non gli andava per niente giù, e immaginare che potessero condividere dei sentimenti l'uno per l'altra lo mandava in bestia.

Certo, non poteva considerare Maddie di sua proprietà, tuttavia desiderava confidarle il suo amore, un giorno... e magari essere ricambiato. Benjie in tutto ciò poteva diventare un ostacolo.

Quest'ultimo non faceva che scrutare di nascosto il bianchetto.

Nonostante l'evidente fastidio di Axel (e forse ne aveva capito il motivo), era felice che fosse lì con lui.

Da mesi bramava di ritagliare del tempo in cui poter stare da solo in sua compagnia, e alla fine lo aveva trovato. Si chiese cosa avesse dovuto dirgli, e il suo cervello iniziò a girare vorticosamente di fantasia... era convinto, anzi molto convinto, che il suo intento fosse quello di dichiararsi. Magari voleva parlargli in privato per questo, e Benjie accolse ben volentieri tale ipotesi.

Continuò a fissarlo dall'alto al basso, eccitandosi a ogni secondo che passava. Quando gli capitava di sfiorarlo per sbaglio, non capiva più nulla, purtroppo però doveva resistere e contenersi.

<< Siamo quasi arrivati >> ruppe il ghiaccio, il ragazzo. Ancora pochi metri e sarebbero entrati nel famigerato quartiere.

Axel alzò lo sguardo e sussurrò: << Facciamo presto >>

Benjie gli diede una fugace occhiata e si accorse che il più piccolo era agitato. Un po' gli fece tenerezza e amplificò maggiormente la sua voglia di proteggerlo.

<< Che c'è, bianchetto? >>

<< Niente >> rispose brusco Axel, tenendo con insistenza lo sguardo basso.

L'altro ridacchiò sotto i baffi: << Hai paura di questo postaccio, eh? >>

Axel arrossì, preso in causa: << Non ho paura...! Ho solo... un po' di ansia... >>

<< Hai paura >> precisò divertito Benjie, che si guadagnò il volto accigliato del biondo << In effetti dovresti averne... non è il luogo migliore dove un bianchetto ariano come te dovrebbe stare >>

Colton deglutì a quelle parole.

Non era la prima volta che ci andava. Il giorno in cui seguì Maddie e conobbe Benjie, aveva intuito quanto fosse pericoloso il quartiere. Inoltre si sentiva a disagio per il fatto di essere l'unico con la pelle chiara in mezzo a una marea di neri razzisti.

Già da qualche minuto stavano attraversando le vie incriminate, e come temeva Axel, in strada c'erano solo ragazzini e adolescenti appartenenti a baby gang che ossessivamente lo fulminavano con uno sguardo assassino.

Di riflesso il biondo si attaccò al braccio di Benjie, il quale non poté che avere brividi di eccitazione.

<< Sembri un cucciolo impaurito, ahahaha! >> rise il grande.

<< Non mi piace il modo in cui mi fissano! Sembra vogliano uccidermi! >> spiegò offeso, Axel.

Nemmeno il tempo di dirlo, che dei ragazzi più o meno della sua età e dalla pelle scura si avvicinarono a passo pesante.

Il nostro bambino - L'avventura continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora