Appena Benjie entrò in ospedale, vi trovò una marea caotica di persone ammassate nella sala d'attesa.
Pensò che dovevano essere tutti i parenti dei feriti dell'incidente, perché la maggior parte di loro era fin troppo agitata, piangeva, si stringeva in abbracci consolatori...
Decise di non badare al fatto che fossero bianchi (anche se in mezzo alla calca scorse qualche suo simile dalla pelle scura) e chiese informazioni a quello che doveva essere un infermiere.
Non ne era sicuro, visto l'andirivieni di numerosi medici che, a causa del caos di quel giorno, non sapevano in quale reparto dovessero trascorrere il proprio turno.
<< Mi scusi? >> Ben fermò un uomo sulla sessantina, capelli grigi ed enormi baffi da tricheco. Aveva l'aria di chi era in enorme ritardo, perciò il ragazzino tagliò corto << Posso sapere dove si trova Axel Colton? >>
L'infermiere rispose a voce rude: << Colton? Adesso lo stanno operando. Ma se vuoi attendere, puoi andare nel reparto pediatrico che si trova al secondo piano. >> disse per poi scomparire un attimo dopo all'incrocio di un corridoio.
Benjie, seccato, borbottò un "grazie" a denti stretti, ma pensò che evidentemente era di fretta quindi non lo coprì di insulti razzisti.
Imboccò le scale per raggiungere il piano indicato.
Finora per fortuna non aveva incontrato Hyobe in giro, e pregò che se ne stesse a debita distanza per il resto della giornata. Se gli animali non avevano mentito, gli zii, e probabilmente lo stesso Axel, rischiavano di finire nel mirino del mafioso qualora li avesse incrociati.
Tutto si aspettava fuorché un suo parente fosse stato uno scagnozzo del giapponese. Benjie amava la sua vita spericolata, ma dovette ammettere che quella del biondo la superava di gran lunga.
Pensare a lui lo fece avvampare più del dovuto, e come al solito nel momento sbagliato. Continuava a credere che i suoi sentimenti fossero un abominio, tuttavia non riusciva a togliersi dalla testa quel bianchetto dagli occhi azzurri... e ora, sapendo che Hyobe lo voleva morto, lo spaventava un sacco.
Scosse il capo per eliminare il calore delle sue guance quando si accorse di essere arrivato a destinazione.
I corridoi erano tappezzati di palloncini, strisce decorative e giochini per bambini. Si usavano per smorzare l'atmosfera lugubre del reparto, che ospitava anche bimbi malati di cancro e di leucemia. I piccoli pazienti trovavano il modo di sorridere in quel periodo infernale per loro e le rispettive famiglie.
Benjie cercò di non commuoversi alle vocine e le grida "divertite" dei bambini nelle proprie stanze ospedaliere; allungò più volte il collo per intercettare Maddie e gli zii di Axel e dopo qualche minuto li trovò.
Vide in lontananza una donna castana abbracciare la madre di Maddie, mentre il padre consolava colui che doveva essere Yamata.
Tutti piangevano, anche Madeline che prese con sé Masako e la strinse, forse per sentire meno il dolore che le opprimeva il petto.
Le lacrime consumarono i volti degli adulti e della migliore amica di Axel, che dovette sforzarsi di frenare i singhiozzi divenuti troppo rumorosi.
<< Mi dispiace tanto, Ariana... >> sussurrò la madre di Maddie, anche lei triste per la vicenda.
<< S-sono disperata, Lori... >> la castana pianse a dirotto sulla spalla dell'altra, ormai fuori controllo.
Yamata corse dalla moglie e l'abbracciò a sua volta, nel tentativo di calmarla. Per lui era come perdere un figlio, non si capacitava che fosse davvero accaduto. Gli pareva un terrificante incubo da cui purtroppo non si poteva scappare.
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Il nostro bambino - L'avventura continua
AventuraDopo 5 anni dal ritorno di Axel nell'Illinois, gli amici dell'Okavango decidono di fargli una sorpresa andandolo a trovare in città. Grazie alla sua storia, l'ormai 12enne è diventato molto popolare negli USA, ma il passato busserà presto alla sua p...