Mistero svelato

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<< Ci vediamo, Laila! >>

<< Ciao, Charly! A domani! >>

Era ormai arrivato pomeriggio a New York, e tutte le campanelle delle scuole iniziarono a suonare.

I bambini e i ragazzi uscivano dalle proprie aule alla velocità della luce, non vedendo l'ora di riposarsi una volta arrivati a casa.

La piccola Charlotte salutò l'amichetta di banco, che raggiunse i genitori di corsa. Lei invece doveva aspettare ancora un po' i suoi zii che venissero con la macchina a prenderla.

Quando si guardò intorno e si assicurò di non essere vista né dalle maestre e né dagli altri bambini, però, andò verso un'aiuola grande e seminascosta del giardino scolastico.

Già da un bel po' di giorni, subito dopo le lezioni, ci andava.

E il motivo era uno preciso.

Si abbassò e cercò di individuare qualcuno celato dietro il fogliame.

<< Eccomi! Scusa se ho fatto tardi, ma la maestra ci ha intrattenuti per cinque minuti. >> si giustificò Charlotte, che ricevette l'occhiata infastidita di Cesare.

<< Non importa >> disse lui a braccia incrociate e gli occhi provati dalla stanchezza.

Era visibilmente esausto e lo si capiva da come si rivolgeva alla bambina.

<< Hai portato qualcosa? Sto morendo di fame. >> le chiese poi, e come temeva, l'umana esibì un volto scandalizzato.

Si mise le mani nei capelli e sbottò: << Oh, no! L'ho dimenticato... >> si sentì molto in colpa, ancora di più quando notò l'espressione accigliata dello scimpanzé.

<< Questa è la seconda volta! >>

<< Lo so, lo so, perdonami! Ora... ora vedo cosa posso fare! >>

Neanche il tempo di dirlo che i due sentirono un richiamo flebile a qualche metro di distanza.

Charly si voltò verso la cancellata che divideva la sua scuola da quella di Masako. C'era quest'ultima affacciata mentre li guardava incuriosita.

<< Aspettatemi >> disse la figlia di Yamata, la quale sgattaiolò dal cortile per entrare in quello della cuginetta.

Cesare alzò gli occhi al cielo, ma anche se era sempre stato un'amante della solitudine, non poteva cacciare le uniche umane che lo stavano aiutando.

<< Come stai, Cesare? >> chiese Masako quando si inginocchiò dietro il cespuglio insieme a Charly.

<< Potrebbe andare meglio. >> rispose acido il primate << La mocciosa si è dimenticata di nuovo di portarmi qualcosa. Un altro giorno e ci rimango secco, qui. >>

<< Uffa, scusami! >> protestò la sorellina di Axel.

Ma Masako prese il suo zainetto e lo aprì, con tanto di sorriso.

<< Non preoccuparti, ho preso una banana così puoi mangiarla! >> disse tirando fuori il frutto e porgendoglielo.

Cesare venne preso alla sprovvista e per un po' la fissò stralunato.

Pensare che in un certo senso la odiasse per essere figlia di Yamata, quel gesto lo sorprese particolarmente.

Arrossì e afferrò la banana: << Grazie... >>

<< Non c'è di che! >> gli sorrise radiosa, per poi sorbirsi la visione non troppo gradevole di Cesare che ingurgitava con voracità il suo cibo.

Il nostro bambino - L'avventura continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora