Il bambino misterioso

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Benjie e Maria alla fine optarono per rivedere Sejun quando sarebbe tornato a casa.

Entrambi non erano a proprio agio al pensiero che Hyobe stesse nei paraggi e che potesse star loro addosso mentre visitavano il piccolo, quindi decisero di dargli il bentornato in un'occasione più intima.

Axel fu d'accordo. Del resto non poté biasimare i sentimenti dei due amici, perché Maeda, seppur fosse uscito dalla mafia, rimaneva sempre la persona spaventosa di un tempo.

[...]

Passò circa una settimana e ormai Sejun avrebbe dovuto essere dimesso. Probabilmente sarebbe andato a casa di Maeda, con grande disappunto di Biggie e gli altri, ai quali sarebbe piaciuto ospitarlo da loro per prendersene cura.

Ariana e Yamata li compresero, ma il giapponese aveva più diritto di loro di tenerlo. Cercarono di convincere la loro figlioletta e la nipotina Charlotte, che alla notizia si mise a urlare istericamente per tutto il soggiorno.

Rob invece ne fu felice, e parve visibilmente sollevato all'idea di non dover avere il moccioso tra le zampe.

Era sicuro al cento per cento che altrimenti sarebbe stato capace di incornarlo nell'immediato. Non c'era verso. Anche solo nominarlo gli faceva partire l'embolo.

Tutte quelle giornate era sempre un Sejun di qua e Sejun di là, soprattutto da parte del suo capo, e tale cosa non gli andava per niente bene. A quell'ora sarebbero dovuti essere nell'Okavango a votare il presidente della savana, però Biggie, Chino, Cesare e Amey si preoccupavano di uno stupido umano sopravvissuto per pura fortuna.

Iniziò a pensare che forse avrebbe dovuto dir loro ciò che sapeva. Che quella notte, al primo incontro con Sejun, annusandogli le parti basse aveva captato l'odore di un'altra persona.

Precisamente, quello di sua madre.

Ma farlo avrebbe significato dare giustizia a quel moccioso inutile, ciò che lui non voleva. Dargli giustizia sarebbe stato come fare un favore al suo arcinemico, nonché Hyobe Maeda.

Col cavolo che gli avrebbe dato questa soddisfazione!

[...]

Quando gli umani andarono a letto e gli animali si appisolarono nel salotto, calò un lungo silenzio.

Era notte fonda e in apparenza tutti si trovavano nelle braccia di Morfeo a schiacciare un pisolino, l'unico momento della giornata in cui si poteva godere di un po' di tranquillità.

Ma purtroppo quella tranquillità lo scimpanzé Cesare non riusciva ad averla.

D'un tratto si svegliò e, controllando sull'orologio a pendolo all'angolo della sala, vide che erano le 2.

Aveva un sonno atroce, tuttavia il continuo parlottare ovattato proveniente dalla stanza di Masy lo stava facendo diventare matto.

Evidentemente la piccola era sveglia e, non riuscendo a prendere sonno, si era messa a giocare col suo amico immaginario.

Non era una novità, lo faceva spesso, perciò non ci diede chissà quale peso. Il problema era che questa volta stava parlando a voce troppo alta, quasi come avesse davanti una persona reale.

Con molta fatica, si rigirò dall'altra parte, sul dorso di Amey, e cercò di dormire.

Trascorse un'altra ora in cui Masako finalmente smise di giocare, ma all'improvviso Rob aprì gli occhi e rizzò l'orecchio.

Ebbe la sensazione che qualcosa (o qualcuno) gli avesse camminato davanti.

Si guardò intorno e si rese conto che non c'era nessuno a parte i suoi compagni dormienti. Forse l'aveva immaginato o sognato, essendo in dormiveglia.

Il nostro bambino - L'avventura continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora