Maddie e Charlotte

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La Terra girò intorno al sole 5 volte da quando Axel vide suo fratello Amey e i suoi amici dell'Okavango. Dopo essere sopravvissuto alla morte e averli salutati, era tornato a casa, nell'Illinois, in cui viveva con suo nonno Nick.

Anche se erano passati ben 5 anni, gli animali selvatici con cui il bimbo aveva fatto amicizia non si erano dimenticati di lui. In molte occasioni sperarono di ricevere di nuovo una sua visita, ma più passava il tempo più capirono che non sarebbe successo.

Sicuramente la vita frenetica di città lo aveva bloccato, oppure c'era un'altra ragione. Fatto stava che ad Amey e a tutti gli altri mancava come l'aria, e avrebbero fatto l'impossibile per riabbracciarlo.

Per questo motivo, alcuni di loro decisero di fare qualcosa di inaspettato.

Se il piccolo non poteva lasciare il suo paese, Chino Cesare, Biggie e Amey invece sarebbero stati in grado di andare negli Stati Uniti.

E così fecero: allo stesso modo di Axel, ovvero da soli, attraversarono l'oceano usando come mezzo di trasporto una balena. Destinazione New York, poi da lì avrebbero intrapreso il viaggio verso l'Illinois. Non sapevano neanche loro come avrebbero fatto a non farsi scoprire dagli umani, ma per lo meno volevano provarci.

Sbarcarono nella Grande Mela durante la notte e per parecchi minuti non si mossero dal porto. Stavano cercando di organizzarsi per quanto riguardava le tappe del viaggio, ma il bufalo, il rinoceronte e lo scimpanzé non erano affatto tranquilli.

-Cosa facciamo adesso, capo?- chiese spazientito Chino, che incrociò lo sguardo confuso e indeciso del leone.

-Silenzio. Sto ragionando.- lo zittì Amey, dalla faccia tutt'altro che convinta di ciò che stava facendo.

Cesare intuì il disagio e incrociò le braccia: -A me sembra che non hai la più pallida idea di dove siamo.-

-Insomma!- ringhiò il felino –Voglio trovare un modo per attraversare la città senza dare nell'occhio.-

-Intanto iniziamo a incamminarci, no?- propose Biggie che era stufo di restare immobile su un ponte di legno.

Il leone gli lanciò un'occhiata severa: -Sono la vostra guida, quindi vi attendete alle mie regole! Il fatto è che non sono abituato a muovermi in ambienti come questo... quando vivevo con i miei, il centro di accoglienza era circondato dalla natura. Qui invece...-

-Ho capito, vi guido io.- sentenziò lo scimpanzé Cesare, che sentendo le parole di Amey fece già due più due.

-Bene.-

-Ottimo.- dissero in coro i due pachidermi.

Il felino alzò gli occhi al cielo: -Non sia mai che vi fidate di me...-

-Beh... sei l'unico carnivoro tra noi.- Cesare ridacchiò.

-Cos'è questa discriminazione nei confronti dei carnivori?- chiese sarcastico Amey.

Biggie e Chino sbuffarono per attirare l'attenzione.

-Dov'è che viveva Axel?-

-A Chicago... dovremmo prendere la metropolitana, ma la vedo dura con tutti quegli umani in giro...- rispose secco il leone.

-E chi se ne frega! Sai che paura mi fanno?- disse il bufalo –L'importante è raggiungere finalmente il marmocchio.-

-Con gli uomini non c'è da scherzare.- commentò serio lo scimpanzé –Se ci beccano incustoditi possono ucciderci. Meglio avanzare con discrezione e alla chetichella.-

Il rinoceronte si fece sfuggire un grugnito: -Sono proprio curioso di sapere cosa succederà.-

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Il nostro bambino - L'avventura continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora