Mamma

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Nonostante le disseminate e affollate strade di New York, il rinoceronte Biggie riusciva a distinguere perfettamente l'odore del piccolo Sejun da quello degli altri esseri umani.

Aveva detto ai suoi compagni selvaggi che sarebbe andato a cercarlo, magari per scusarsi anche del comportamento che aveva avuto Benjie nei suoi confronti.

Quel delinquente si era permesso di calunniarlo e offendere la sua identità. Sentiva che Sejun fosse un bambino buono, che non meritava di essere deriso e subire tutto quel male... poche volte avvertiva ciò in un essere umano.

Continuò ad annusare per vari minuti, ispezionando ogni centimetro di asfalto che si trovava davanti.

Ormai la gente si era abituata alla presenza degli animali di Axel e aveva imparato che non fossero pericolosi per l'incolumità collettiva, ma nonostante ciò le persone tendevano sempre a scansarli lungo il proprio cammino, soprattutto le mamme con i bambini, che moltissime volte desideravano accarezzarli o toccarli. Ovviamente le donne glielo impedivano, e loro non potevano esserne più riconoscenti, in quanto non avevano voglia di sopportare anche i mocciosi estranei oltre che Charly e Masako. Bastavano e avanzavano.

Ignorò coloro che lo stavano filmando e fotografando e si concentrò sulle tracce olfattive lasciate da Sejun.

Persino il suo profumo era gradevole, pensò.

Non ci mise molto a individuarlo, del resto non poteva essere andato così lontano.

Vide la figura minuta del piccolo poco distante da lui, di spalle e camminava con una certa lentezza, come se avesse timore di qualcosa o qualcuno...

Fece per raggiungerlo quando una donna, che proseguiva prima di Sejun, si fermò e lo prese per il braccio.

Sembrava una donna asiatica, Biggie se ne accorse dal taglio a mandorla degli occhi. Non si rese conto che un rinoceronte gigantesco la stava fissando con sospetto, era più assorta a rivolgersi arrabbiata a Sejun.

Quest'ultimo stava con la testa abbassata, impaurito e tremante di fronte al portamento della donna, che lo rimproverava quasi con cattiveria e odio.

Biggie immaginò appena in tempo che fosse la madre, poi l'adulta trascinò il bambino forzatamente in una stradina meno affollata. Sejun si dimenò, ma lei non volle sentire ragioni.

Quella scena lo impressionò in senso negativo, e in un certo qual modo lo fece anche innervosire, tuttavia resistette all'impulso di attaccarla e, cercando di non farsi sentire, si avvicinò al vicolo.

Più si avvicinava, più udiva i lamenti terrorizzati e incomprensibili del piccolo. Stava parlando una lingua che lui non conosceva.

Si affacciò sulla via stretta e la prima cosa che incrociò con lo sguardo fu la donna che strattonava aggressivamente Sejun.

<< Dangsin-i eodi iss-eossneunji malhaeya haeyo! (Mi devi dire dove sei stato! >> sputò velenosa, mentre Sejun tratteneva le lacrime.

<< Al-ass-eo... agsel-ui jib-e gassda...! (V-va bene... sono andato a casa di Axel...!) >> rispose con la paura nelle iridi color pece.

La donna ringhiò a un centimetro dal suo naso e lo scaraventò a terra.

Biggie a quel punto si disse che non poteva essere la madre, una mamma non farebbe mai una cosa del genere al proprio figlio.

Nel frattempo gli salì una rabbia tremenda.

<< Nae heolag eobs-i nagaji mallago naega myeoch beon-ina malhaessneunya! (Quante volte ti ho detto che non devi uscire senza il mio permesso!) >> sbottò la donna, su tutte le furie.

Il nostro bambino - L'avventura continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora