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Siamo arrivati a casa di lily.
Vincent parcheggia l'auto.
usciamo entrambi dall'auto, va a prendere Lily, e la trasporta fino alla porta d'entrata in braccio.«Mi prendi le chiavi, che stanno in tasca.»
«Quale tasca?»
«Quella avanti a destra.»
«Tieni.»
«Sei stupida?! Come faccio ad aprire la porta?»
«Giusto. Calmati però.»
Apro la porta, ed entriamo.
Saliamo le scale, e andiamo in camera di Lily, dove Vincent la stende sul letto.
Gli toglie le scarpe, e la rimbocca le coperte.
Rimango appoggiata al cornicione della porta.«Vin, rimani qui.» Mugola Lily.
Vincent si stende affianco alla sorella.
mi guarda.«Che fai? Non vieni?» Fa cenno sul letto.
L'unico posto libero è affianco a lui.Scuoto la testa.
Non ci penso propio a dormire vicino a lui.
«Che fai, dormi a terra?»
Preferisco di sì.Alzo gli occhi al cielo, e mi dirigo verso il letto.
«Stenditi.»
Non era una domanda, ma un ordine.
Mi stendo di fianco a lui.
Dio chi me lo fa fare a me.
Un profumo forte di fumo,menta e muschio penetra le mie narici.«Fatti più dentro, che cadi.»
«Hai paura di avvicinarti a me, per caso?» Chiede guardandomi.«No» Rimango ferma.
«Mica ti mangio?»
Sbuffo e mi faccio più dentro.
Faccio attenzione a non sfiorarlo.
Vincent si gira di fianco verso di me.
Abbasso subito lo sguardo.«Che c'è? Ora hai anche paura di guardarmi?»
Alzo lo sguardo, e così i nostri sguardi si incrociano.
«Hai freddo?»
«No.»
«Allora perché stai tremando?»
«Non sto tremando.»
«In verità, si.»
«Dio, quanto sei rompi palle.» Mi giro sul fianco, dando le spalle a Vincent.
Si avvicina più a me.
«Ragazzina, così peggiori solo le cose.» Mi sussurra all'orecchio.
«Se solo non ci fosse mia sorella.» Sussurra accarezzandomi delicatamente il braccio con l'indice.
«Sta fermo.» Sussurro.
«Altrimenti?»
Cazzo.
«Sta fermo e basta.»
«Ragazzina a me nessuno da ordini, specialmente una bimba come te.»
«Ti do un pugno nei coglioni, se non la finisci.»
«Oh no, così mi farai diventare sterile» Dice ironico.
«Sei irritante.»
«E tu eccitante.»
Mi avvolge un braccio alla vita, tirandomi più vicino a se.
La mia schiena e attaccata al suo petto.«La smetti?»
in realtà non vorrei che smettesse.«No.»
«E se, si sveglia lily?»
Non risponde.
Mi accarezza la vita andando sempre più giù«Vincent, smettila non sto scherzando.»
Continua arrivando al fianco.
sento un formicolio nello stomaco.«Vincent... basta.» Non so perché, ma il mio respiro si fa sempre più affannato.
Continua.
«Vincent, cazzo se si sveglia Lily?»
«"Vincent smettila, Vincent se si sveglia Lily? , Vincent basta"» Copia la mia voce.«Sta zitta e non ti muovere» Sussurra.
La sua mano si avvicina a i bottoni del mio jeans.
Li sbottona e infila la sua mano dentro.
Arriva alla mia intimità, che accarezza sopra la stoffa.
Arrivando al mio punto sensibile.
Provo ad non ansimare ma è più forte di me, ansimo delicatamente.
Muove le sue dita così bene.
Sembra un sogno.
Sposta le mie mutandine, per far sì che le sue dita possano toccare del tutto la mia intimità.
Muove le sue dita su e giù.
Fa dei movimenti circolari sulla mia parte più sensibile.«Sei già tutta bagnata, satellite.» Sussurra.
«Mhm, Mhm...» Dico con un leggero ansimo.
«Ragazzina, non era una domanda.» Mi morde il lobo dell'orecchio.
Stuzzica il mio clitoride.
«Vincent...basta...» Provo a staccare la sua mano.
«Satellite, si più credibile staccando la mia mano dalla tua intimità.»
No,non ce la faccio è così piacevole.
«Non ce la fai vero? Ti piace, satellite?»
Non dico ne si è ne no.
«Dimmi di sì, se non vuoi che la smetta.»
«Si Vincent, mi piace.» Dico tutto in un fiato.
«Vincent.» Mugola lily.
Tutto questo sogno da fine.
grazie lily.Vincent si gira sul fianco verso lily.
«Lily,sono qui.»
meglio così no?
Rimango perplessa per ciò che è successo .
Non volevo, credo.
Nahh a chi voglio prendere in giro volevo e come.«Buonanotte satellite.»
«Notte...»"Stronzo"
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Il mio satellite
RomanceLuna Anderson, una ragazza di 17 anni nata a New York. Vive con sua nonna Anna,in una casa in Canada, da quando aveva 12 anni dopo la morte di sua mamma Selena. Il padre? Beh un vero e propio padre per lei non c'è stato. Abbandonata da suo padre all...