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VINCENT

Dopo la cena.
La porto in camera hotel, del ristorante.
Anche la stanza, ha una bellissima vista sul mare.

Il letto è ricoperto di petali di rose, e al suo centro, c'è un mazzo di rose rosse.

«È per me?»

«No, è di Tiffany.» Dico ironico.

«Perché tutto questo?»

Lo vuole capire, o no?

Si porta le rose sotto il naso, e le odora.

«Grazie.» Mi regala uno dei suoi sorrisi, che fanno bene al cuore.

È così bella, che... vorrei stringerla a me, e non farla andare via.

Bussano alla porta.

«Avanti.»

«Signor Cooper, la stanza è pronta per voi.» Il cameriere ci avvisa.

Non vedo l'ora.

«Quale stanza?»

«Ehh satellite, è una sorpresa.»
«Posa le rose, e vieni con me.» Le trattengo la porta aperta.

La faccio uscire.
Ci dirigiamo all'ascensore, insieme al cameriere.

Arriviamo al ventesimo piano, l'ultimo piano di questo hotel.

Il cameriere ci apre la stanza.

«Ecco a lei.» Mi porge la chiave elettronica.
«In questo piano, oltre a lei e alla signorina, non c'è nessuno. Propio come voleva lei.» Mi avvisa.

Fantastico.

«Grazie mille.»

Faccio entrare la ragazzina, e subito dopo chiudo la porta.

La camera e invasa dal buio.
Accendo la luce.
È il paradiso di stasera, illumina la camera.

«Oddio.»
Il viso della ragazzina è sorpreso.

Gira lo sguardo verso di me.

«Buon compleanno, ragazzina.»



LUNA

La camera che ha prenotato Vincent, ha tantissimi oggetti perversi.
La camera d'altronde, è illuminata da led rossi.
Il letto ha delle lenzuola bordo.
Al  lato del letto, su una parete, ci sono gli attrezzi.

Dio sono bagnata di già.
Chissà cosa mi aspetta.

Vedo Vincent che si avvicina a una poltrona, vicino alla porta-finestra, che dona un spettacolare panorama.
Vincent si siede.
Allarga le gambe.

«Vieni qui.» Batte le mani sulla sua gamba.

Mi avvicino a lui.
E mi siedo sulla sua gamba.

Prende lo champagne, che sta sul tavolino di fianco alla poltrona.
Lo apre con calma, senza far esplodere niente.
E lo versa nei bicchieri di vetro.

Mi porge un bicchiere.

«Ai tuoi diciotto anni.»

I nostri bicchieri si scontano, causando un leggere rumore di vetro.

Si porta il bicchiere alla bocca.
Stessa cosa la faccio anch'io.
Mentre il nostro sguardo è intrecciato.

«Sei pronta?» Domanda.

Il mio satelliteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora