56 Vincent

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Stamattina mi sono svegliato presto, verso le cinque.
Tutt'ora il cielo è scuro, mentre da esso cedono piccoli fiocchi di neve, che ricoprono ogni cosa.
Faccio attenzione ad alzarmi da letto, per non svegliare il mio satellite che dorme.
Dopo essermi alzato ricopro il suo piccolo corpicino nudo.
Mi avvicino alla porta-finestra di camera mia, e noto che le case sono rivestite di neve, che sembra cotone.
E gli alberi anch'essi, sono rivestiti.
Faccio un grande respiro.
L'aria fresca penetra nei polmoni regalandomi felicità, almeno un po'.
Ma la cosa principale che mi regala felicità, è la persone che è alle mie spalle.
Mi giro verso la mia ragazza, che è ancora lì, che dormire.

Nel fissarla, penso se mai gli piacerà il regalo che ho "realizzato" per lei.
Ieri prima che lei tornasse dal shopping con mia sorella, mi sono dedicato a fare gli ultimi ritocchi al regalino.
Chiamate là, chiamate di qua.
Questo regalo d'altronde, è un regalo anche per me.
Be', renderà felici entrambi.

Ritorno da lei.
Odio il pensiero che si svegli senza di me al suo fianco, soprattutto oggi che è Natale.

Le accarezzo il viso con dolcezza.
Ed è quando la tocco che sento quella scossa.
Una di quelle che ti fa sentire vivo, e innamorato perso.
Perché pur essendo passato quasi un anno che il mio satellite è con me, il sentimento che provo per lei è sempre lo stesso che ho provato la prima volta.

Faccio scendere il mio sguardo sul suo corpo, coperto solo dal lenzuolo.
A pensare la notte precedente, abbiamo fatto l'amore pesantemente.
E a pensare il suo corpicino nudo sotto di me, ai suoi ansimi che invadevano la stanza, e alle sue suppliche di rallentare..., e ora il mio organo maschile sta andando in erezione.

I suoi occhi si aprono dolcemente, ed è lì che mi perdo ancora di più.
I suoi occhi.
Il suo sguardo.
Quando la guardo è come se attraversassi un portale verso il futuro.
Verso la nostra vita futura.

Senza dire niente mi sorride, avvicinando le sue labbra gonfie alle mie.
Una lunga scossa attraversa il mio corpo arrivando all'inguine, peggiorando le cose.

Il satellite ritorna dov'era prima.

«Mi stavi guardando?» Domanda con lo sguardo nel mio.

Annuisco.

«Perché? Sai che non mi piaccio quando dormo.» Dice, mentre si stropiccia gli occhi.

«Invece a me piaci.»

Successivamente questa affermazione, delle canzoni rimbombano per tutta la casa.
Accascio la testa nel cuscino, e faccio un gran respiro.

«È iniziata.» Dico con scontentezza.

«Cosa?» Chiede la mia ragazza.

«Lily. Ha iniziato con le sue canzoni di natale, il giorno di natale.»

«Dai, non è così tanto male infondo.»

Sposto subito lo sguardo su di lei.
«Tutti gli anni. Il 25 dicembre.»
Un tormento.

Ciò voleva dire solo una cosa: L'apertura dei regali.

Così faccio un gran respiro e mi alzo.
Prendo i maglioni che ho piegato sulla sedia, mi giro, e porgo quello con la renna a Luna.

Ma il suo sguardo è dritto sul mio basso ventre.

«Ragazzina.» La rimprovero.
Il suo sguardo risale velocemente sul mio volto.
Questo episodio è già successo, molte volte, e sembra vivere un déjà-vu, uno di quelli che però la mia erezione peggiora.
Mi piace vederla persa a guardare il mio membro.
È una delle cose che mi eccita.

«Sai che non mi sono ancora abituata.» Si difende, accasciandosi nel letto, come se volesse sparire.

«Dai satellite, alzati.» Dico andando verso di lei, per poi togliergli la coperta da dosso, e tirarla delicatamente dalle caviglie verso di me.

Il mio satelliteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora