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«Che c'è?» Domando.
«E che...» Fa una pausa, facendo un boccone di pasta.
Apre le labbra per parlare, ma la fermo subito.
«Non si parla a bocca piena.» La riproverò.
Rotea gli occhi al cielo.
«Ora posso parlare?»
Annuisco.
«Sei strano.»
La guardo.
«Non puoi negarlo.»
Faccio un boccone di pasta, senza togliere lo sguardo su di lei.
«Ceh.» Gira la forchetta nel piatto per raccogliere gli spaghetti.«Prima mi tratti da merda e poi...» Fa una pausa.« Come dire alla fine, sei dolce.»
«Dolce?»
«Solo quando vuoi tu,però.»
«Meglio che mangi e fai silenzio.»
«Che diamine.» Si lamenta sbuffando.🍽
«Passami il piatto.»
Luna mi passa il suo piatto vuoto.
Metto bicchieri, forchetta e piatti nella lavastoviglie, sposto lo sguardo su la ragazzina, che va verso il soggiorno, si stende sul divano e accende la tv.
Chiudo la lavastoviglie, e mi dirigo anch'io nel soggiorno.Mi siedo a i suoi piedi, poiché ha occupato tutto lo spazio sul divano.
Sta bella comoda, stesa,con le ginocchia piegate e le gambe apert-.Ma qualcosa attira la mia attenzione.
Quella cosa è fra le sue gambe.
Qualcosa che non dovevo vedere, per non farmi causare una erozione.
«Chiudi le gambe.» Le ordino.
«Cosa?»
«Le gambe. Sei senza mutande.»
«Cazzo!» Esclama, facendo un veloce movimento per sedersi, chiudendo le gambe.
«Me ne ero dimenticata.»Ho notato.
Rido.
«Che ridi, imbecile.» «È colpa tua se...»
«Se sei senza mutandine?»
«Si! È colpa tua.» Fa la vittima.
«Si, certo.»
Chi ha detto a te di tenere le gambe aperte?.«L'hai fatto apposta.»
«Cosa?» Domanda.
«Lascare aperte le gambe.»
«Per te?» ride. «Per te le gambe le tiene aperte solo la tua amichetta quella bionda, rossa, o le ragazze facili che ti scopi. Io non sono loro.»
Rido.
«Perché ridi!?»
«Sei incoerente.»
«Io?»
«Senti, lascia stare. Tieni le gambe aperte quando vuoi, Tanto non sarà la tua fica a farmi causare un erozione.» Mento.«Ora pretendo le mie mutande.»
«Vienitele a prendere.» Mi alzo dal divano per andare in camera mia.
«Dove?» Sento la sua voce che si allontana.
Non gli rispondo, tanto saprà benissimo dove trovarmi, trovarle*.Entro in camera.
Mi stendo sul letto, e prendo il libro che ultimamente sto leggendo.Sento i suoi piccoli passi che si avvicinano alla mia camera.
Ed eccola qui.
Lei che apre la porta, e sembra arrabbiata.
Ciò mi provoca una risatina, vedendo il suo faccino arrabbiato.
«Non è divertente.» Sbotta.
«Invece lo è.»
«Dammi queste cazzo di mutande che ti giuro che...»
«Che cosa fai,mhm?»
«Cristo sei odioso.» Alza il tono di voce.
«Non alzare la voce con me, ragazzina.»
«Altrimenti?»
«Non sarai solo senza mutande.»«Fammi vedere allora.»
Non me l'aspettavo.
«No. Lo faccio per il tuo bene.»
«No, tu non lo fai perché non hai le
palle.»Davvero fa?.
«Dai Cooper,fammi vedere.»
Mi alzo dal letto.
A leggeri passi mi avvicino a lei.Solo che quando gli vado più vicino, lei indietreggia.
Ha paura di me,e mi provoca lo stesso.Sbatte contro il muro.
Ora non ha più via di scampo.
Le alzo il viso con la mano.
Il suo respiro si fa più forte.
Il suo respiro, è mix di paura ed eccitazione.
«Sei davvero ridicola.»
Alza lo sguardo nel mio.
«Hai paura di me. Lo percepisco.» Faccio una pausa,guardando ogni suo singolo dettaglio. «Ma comunque mi provochi. Ho capito da me cosa vuoi.»
«Cosa?»
«Vorresti che ti penetrassi con il mio pene.»
«Non è assolutamente vero.» Si giustifica.
«Allora perché...» Gli infilo la mano fra le gambe, toccando la sua intimità.
Fa un sussulto di sorpresa.
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Il mio satellite
RomanceLuna Anderson, una ragazza di 17 anni nata a New York. Vive con sua nonna Anna,in una casa in Canada, da quando aveva 12 anni dopo la morte di sua mamma Selena. Il padre? Beh un vero e propio padre per lei non c'è stato. Abbandonata da suo padre all...