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«Ci credi?!» Esclamo furioso.
«Beh, però...»
«Però... cosa Scott?»
«È proprio una bambolina.»
«Cristo!»
«Amico,una scopata, o anche due, tre, quanto ne voglio, me le farei con lei.»Questo frase non ci voleva.
Sento penetrarmi la rabbia dentro le vene.Lo fisso.
«Okay, amico stavo solo scherzando.» Fa una pausa, mentre si stende del tutto sul mio letto.«Però pensaci, avrai... avremmo una bambolina in casa per qualche mese, la vedremo in costume, o meglio nuda, la mattina, la sera.»Quindi avrò una erozione ogni secondo della mia vita.
«Oppure...» Continua «Potresti completamente vederla nuda sotto di te, o sotto di me.»
«Smettila.»
«Avremo a nostra disposizione delle belle bamboline, tua sorella, e quella bambolina dell'amica.»
«Scott, non ti basta solo un occhio nero?»
«Stavo scherzando.»Prendo il mio pacchetto di Marlboro fra le mani, ed estraggo una sigaretta.
La porto alle labbra e l'accendo
Aspiro, facendo penetrare il fluido nei miei polmoni.
«Passamene una.»«Vado a farmi una doccia veloce.» Dico.
«Nel frattempo, non scoparti mia sorella o la sua amica.» Lo sfotto.
«Entrambe non farebbe male.»
«Scott.»
Ride.Entro in doccia.
L'acqua fredda mi cade addosso.
Al pensare che avrò il satellite in mezzo i piedi ogni giorno, mi fa incazzare solo perché dovrò coprirmi il mio cavallo dei pantaloni ogni giorno.Finito di lavarmi, mi copro con un asciugamano al ventre.
Esco dal bagno, che si trova in camera mia.
«Chi ti ha dato il permesso di prenderti un'altra sigaretta?» Trovo Scott sul mio letto, con un'altra Marlboro fra le labbra.Bussano al cornicione della porta.
«Scusate per l'istruzione, ma il pranzo è a tavola.» Quella voce dolce e innocente invade i miei timpani.
«Vorrei che il pranzo a tavola, fosse altro.» Scott come sempre fa battutine pervertite, spero che il senso della battuta la ragazzina non l'abbia capito.
«Perché sei venuta tu ad avvisarci?»Domando.
«Mi ci ha mandato la signora Cooper, cioè tua madre.» E se ne va.«Dio, l'hai vista.»
«Smettila.»
«Non puoi dire che non te la vorresti scopare, perché è surreale.»Infatti non l'ho detto.
Siamo riuniti tutti a tavola.
Mia madre e mio padre come capo tavola, e io ho la bellissima ragazzina proprio difronte a me.
Sembra che non vuole incrociare per niente il mio sguardo, ed è così.Sta fissando il piatto da più di mezz'ora senza alzare lo sguardo difronte a se, come se non ci fosse nessuno.
Lo fa apposta, questo non mi dispiace.
Perché mi fa eccitare il fatto che lei non riuscirebbe a guardarmi senza provare emozioni o tremolìi.«Allora...» Mia madre spezza il silenzio, che si era creato da qualche minuto. «Siete eccitati per questa nostra vacanza tutti insieme.»
Oh beh, io sarò eccitato per altro.
«Siamo felici, di ospitare Luna una nuova compagna tra di noi quest'estate.»
Felicissimi davvero...
Un leggera risata fuori esce dalla mia bocca.
Pensavo che non la sentisse nessuno, ma invece...
Alzo lo sguardo e vedo mio padre, mia madre e Lily fissarmi.
«Che c'è?»
«Sei in grado anche di domandare?» Domanda mio padre.
«Già.» Rispondo secco, fissandolo negli occhi.
«Non ti vergogni?»
«Cosa?»
«Che la nuova ospite, è difronte a te.» Sbotta.
«Allora?»
«Vincent davvero?»
«Se sono di fastidio, tranquilli non fa niente.»
«Ma non pensarlo neanche.» Dice mia madre con la voce dolce e dispiaciuta.
«Anzi, pensalo.» Sussurro.
«Diamine, Vincent smettila.» Ed ecco che si unisce anche mia sorella. «Come tu inviti quasi ogni estate il tuo amico Scott, perché io per la prima volta non posso invitare una mia amica?» Domanda con tono arrabbiato.
«Puoi invitare tutte, ma...non lei.» Fisso la nocente ragazzina che non mi degna di uno sguardo.
Beh,dopo quello che sto dicendo.
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Il mio satellite
RomanceLuna Anderson, una ragazza di 17 anni nata a New York. Vive con sua nonna Anna,in una casa in Canada, da quando aveva 12 anni dopo la morte di sua mamma Selena. Il padre? Beh un vero e propio padre per lei non c'è stato. Abbandonata da suo padre all...