27 Luna

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La sua voce così profonda, mi sorprende alle spalle.
Mi giro verso di lui.

«Cosa?» Faccio finta di non aver capito.

«Questo vestito.» Lo indica. «È troppo corto.»

«E allora?»

«E allora, vuol dire che, dovrei starti attaccato tutta la sera.»

«E perché?»

«Perché gli altri ragazzi non possono avvicinarsi a te.»

«Da quando.»

«Da quando ci sono io.»

«E chi saresti tu? Il mio ragazzo?» Mi giro dandogli le spalle.

Sento però le sue mani che arrivano alla fine del vestito.
Infila delle dita all'interno, i suoi anelli che toccano la mia carne, mi provocano un brivido, e subito dopo mi abbassa il vestito.

«Ma che fai!» Mi giro di scatto.

«Così la situazione, è meglio.»

«Ma col cazzo.» Lo rialzo, come stava prima.

All'improvviso il braccio di Vincent mi circonda la vita.
Mi tira a se, in modo violento.
La mia schiena, sbatte contro il suo petto.
È il mio sedere, sul suo dono della natura.

«Se non ti è chiaro, e non metterai quel vestito come dico io, passeremo tutta la serata così.» Sussurra all'orecchio stringendomi più a se.

«Pensi che mi piaccia?»

«Ma piace a me.»

«Ora lasciami.» Provo a togliere il suo braccio.

«Non sto scherzando, ragazzina.»

«Okay, metterò il vestito come vuoi. Però ora lasciami.»

Mi lascia.
Ma non faccio ciò che gli ho detto.

«Luna.» Dice con tono serio, fissandomi il viso e poi il vestito.

Roteo gli occhi al cielo, sbuffando.
Abbasso il vestito.

«Contento?»

«Mh.»

«Ora, puoi andare.»

«Me ne andrò quando vorrò.»

«Vai da Scott, no?»
«Starà palpeggiando, qualche ragazza.»

«Okayyy. Ora vado a ballare.» Lo saluto con la mano, e mi infilo in pista.

Arrivo da Lily, che appena mi vede mi prende la mano e iniziamo a ballare.

Iniziamo a muovere i fianchi.

Inizio a muovere il braccio
Portandoli sotto il collo, alzando leggermente i capelli, e portarlo in aria.
Vedo lo sguardo di Vincent su di noi.
Più che altro, su di me.
Letteralmente, mi fulmina.
Ha un drink, fra le mani.
Si porta il drink alle labbra, senza togliere  lo sguardo su di me.

Giusto per farlo rosicare ancora di più prendo il primo ragazzo accanto a me.
E non pone resistenza, e accetta subito di ballare.
Dai poteva andarmi anche male.
Un ragazzo riccio, con occhi verdi, orecchini piccoli a cerchio, e un leggero filo di barba.

Mi giro di spalle.
Struscio i fianchi e il sedere su di esso.
Portandogli le mani intorno al collo.
Le sue mani vagano per la vita, e fianchi.
Ora lo sguardo di Vincent è ancora più duro.
Chiudo gli occhi, e mi faccio trasporta dalla musica.

«Sai muoverti molto bene.» Dice il ragazzo sconosciuto.

Grazie, ma non mi frega detto da te.

«Grazie.»

Riporto lo sguardo su di Vincent, ma non c'è più.

Lo cerco con lo sguardo per tutto il locale, ma non-.
Sta con una ragazza mora.
Indossa un vestito ,se si può definire vestito.
Più che altro è semi nuda.
Ci vedo l'intimo con a quel vestito.
È un vestito bianco trasparente, e ha anche dell'intimo bianco.
Questa ragazza, si sta prendendo molta confidenza.
Sta muovendo il culo sul gioiello di Vincent.
E Vincent, ha le mani sulle gambe della ragazza, ma sotto il vestito.
Il suo sguardo però è su di me.

«Hai voluto giocare.» Mima.

Okay, se qui il gioco si fa duro. Facciamolo diventare durissimo, e non solo il gioco.

Mi giro a faccia e faccia con il ragazzo sconosciuto.

«Come ti chiami?»

«Jeremiah.»

«Io Luna. Devi farmi un favore Jeremiah. Resta al gioco.»

«Va bene.»

Perfetto.

La sua gamba e in mezzo alle mie cosce.
Il mio dono della madre natura, e il suo, molto vicini.
Le mie braccia intorno al suo collo.
E con una mano, sposto la sua mano sinistra che stava sul fianco, sul culo.

Giriamo.
E vedo la faccia di Vincent ancora più infastidita.
Così lui subito dopo, porta la sua mano sul culo della ragazza.
Ma no sopra il tessuto, sotto.

Cazzo.

Okay, lo faccio.

«Jeremiah, faccio una cosa. Non fare nulla.»

Annuisce.

Le mie labbra si attaccano alle sue.
Infilo la lingua nella sua bocca, e viceversa.
Le nostre lingue danzando una contro l'altra.
Entrambe le mani di Jeremiah vanno sul mio fondoschiena, strizzandolo.
Mi distacco dal bacio.
Sposto lo sguardo su di Vincent.
Ma ora la mora, sta ballando con uno rosso.
D'improvviso un pugno prende in pieno il viso di Jeremiah, facendolo cadere a terra.

«Non ti azzardare più figlio di puttana, quel culo è mio, e quelle labbra sono mie.»

Il mio satelliteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora