24 Luna

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«Siamo arrivati?» Domanda la voce di Lily, mentre fa uno sbadiglio.
«Quasi.» Risponde la signora Jasmine.

Siamo arrivati.
La villa è più grande della loro casa che hanno quotidianamente.
È moderna, con delle grandi scalinate all'entrata.

Il signor Alex,cioè il padre di Lily, ci ha lasciati con le valigie all'entrata, mentre lui con la macchina si dirigeva nel garage.

Entriamo.
È rimango scioccata per la bellezza della casa.
All'interno tutta bianca, con all'ingresso un enorme entrata  che da subito al soggiorno.
C'è un enorme divano nero, delle poltrone, è un tavolino di vetro.
La signora Jasmine Cooper, apre una piccola porta all'intento del muro.
Che da a disposizione tanto bottoni, presumo delle luci.
Clicca un pulsante.
Si alzano le tapparelle, ciò da una luminosità affacciante.

«Ti piace?» Domanda Lily.

Lily, stai parlando con una che non ha un soldo.

«Altro che.»

«Okay, ma ora ti porto al pezzo forte. La mia... beh nostra camera.»
Lily, mi prende per il braccio e mi porta con se al piano di sopra, salendo delle scale di marmo bianco.

Il piano di sopra si presenta con un enorme corridoio pieno di porte.
Lily spalanca una porta a destra

Wow.
Una camera enorme, con un letto anch'esso enorme.
Ma la cosa più bella.
La grande finestra che si affaccia al mare .

«Si, lo so, è stupenda.»

«Wow.»

«Già, ma non è solo questo.»

Posso aspettarmi di tutto.

Le ore passano così velocemente.
Tutto il tempo l'abbiamo passato in giardino, giocando, stando in piscina.
Ma lui non c'era.

Mi alzo dal lettone che ha Lily in camera.
Mi dirigo in cucina.
Ma una melodia attira la mia attenzione.
Proviene da una camera socchiusa.
E per la ficcanaso che sono, mi affaccio per vedere.

I miei occhi non possono credere a ciò che stanno vedendo.

Vincent a petto nudo, con una chitarra elettrica, nera e bianca fra le mani.
La melodia e famigliare.
È Dady issues dei The neighbourhood.

Paradiso per i miei occhi e udito.

La melodia finisce.

«Vuoi continuare a fissarmi?» Domanda di punto in bianco.

«C-come facevi a sapere che ero qui?»

«Ragazzina conosco il tuo profumo.»
«Se vuoi entra pure.»

«Davvero?»

Si gira per guardarmi.
«Si, entra prima che cambi idea.»

Così mi precipito dentro.

«Posso sedermi?» Indico il posto affianco a lui.

Annuisce.

«Wow, sei fatto o... cosa?»

Mi guarda.

«Beh si, non ti comporti quasi mai così con me.»

Riporta il suo sguardo sulla chitarra.

La melodia rinizia.

Ora che sono vicino a lui, il paradiso lo è come.
Le sue dita che schiacciano, strisciano sulle corde dando sì a questa melodia.

All'improvviso ridacchia.
Così il mio sguardo, sale sul suo sguardo.
Mi sta fissando, con un leggero sorriso.

Si ferma.

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