Chapter 40

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Vicino alla stazione di Fujinomori, tra le strade di Fushimi, Kyoto.

Era domenica e finalmente Akayo doveva incontrarsi con questa fatidica persona, come faceva solitamente da qualche anno a questa parte.

Il cielo era coperto dalla fitte nuvole scure, che di lì a poco avrebbero riversato tutta la pioggia sulle strade di Kyoto.

Il suo corpo era avvolto da un tubino nero, che delineava in modo netto le sue forme. I suoi capelli biondi invece erano lisci e le ricadevano lungo la schiena, creando un netto contrasto con il capo scuro che indossava.

Shohei la stava tenendo d'occhio. Una volta uscita di casa aspettò qualche secondo e poi la seguì per le diverse strade, tenendosi a debita distanza. Cercò di non farsi scoprire e fortunatamente ci riuscì, riparandosi nei diversi vicoli e nascondendosi dietro i numerosi cittadini intenti a passeggiare per tutta Kyoto nel loro giorno libero.

Non sapeva esattamente che cosa aspettarsi, ma era sicuro gli stesse nascondendo qualcosa. Ancora non aveva capito la gravità della situazione e le conseguenze che questo suo atto avrebbe riportato. 

Poco dopo la vide salire su una macchina scura, dietro nel sedile posteriore. I vetri erano oscurati e nessuno era sceso per aprirle la portiera. Il mezzo partì alcuni secondi dopo, così decise di prendere un taxi e ordinare al guidatore di seguire quella macchina misteriosa per tutto il tragitto. 

La verità era lì a portata di mano e finalmente avrebbe scoperto ogni cosa sul suo conto.

Ben presto il taxi imboccò una strada tortuosa che portava in periferia di Kyoto, su per alcune montagne che circondavano l'area. Più di una volta il guidatore gli chiese dove fosse diretto, dato che nessuno si era mai spinto da quelle parti e che la maggior parte delle persone chiedeva mete ben precise, all'interno dello spazio urbano. Shohei gli rispose per tutto il tempo che non lo sapeva e che lo avrebbe pagato con il doppio della cifra ordinaria, l'importante era solo seguirla e capire dove fosse diretta.

Un cartello, posto sul ciglio della strada, indicò il Monte Kurama, molto probabilmente era quella la sua destinazione. Ma perchè andare fin là? Con chi doveva vedersi in mezzo a quell'ambiente desolato? Mille domande gli circondarono la mente, soffocando ogni suo altro pensiero.

Erano già passati quaranta minuti e più il mezzo proseguiva più il suo cuore accelerava per l'ansia. Lo stava per caso tradendo con un altro o si trattava di lavoro?

La macchina su cui era salita Ayako si fermò in prossimità di alcune scalinate naturali, fatte interamente con massi. Così anche Shohei chiese al taxista di mollarlo lì, a molti metri di distanza da lei, cosicchè non potesse vederlo. Peccato che l'altro guidatore, tornando indietro per la stessa strada, si accorse dell'altro mezzo, intuendo subito che qualcuno li aveva seguiti e comunicandolo perciò al suo capo. Shohei riuscì a mimetizzarsi bene in mezzo ai grandi alberi che circondavano la zona, così non fu notato, non da lui almeno.

Dopo alcuni minuti riprese la strada, camminando in mezzo al fango e ai detriti e una volta ai piedi della scalinata si addentrò cautamente in quella proprietà, ritrovandosi ben presto difronte a una vera e propria reggia. 

Spalancò la bocca incredulo, notando l'architettura sfarzosa e antica in prossimità del Monte Kurama. Ancora non aveva capito in che guaio si era cacciato.

Indietreggiò lentamente finchè la sua schiena non andò a sbattere contro il petto di un'altra persona. Si girò spaventato e lì vide uno degli uomini di Kyo, che sorvegliava la zona ogni giorno. 









Gion, Kyoto. Appartamento di Sakura.

Proprio in quel momento Yuta era davanti alla porta della casa di Sakura. Quella mattina si era svegliato presto, nonostante non avesse dormito tutta notte per i continui tormenti. Alcuni fiori erano appoggiati sul davanzale della finestra, dentro dei piccoli vasi di terracotta e risplendevano a contatto con il sole caldo.

Dopo alcuni minuti di indecisione bussò, toccando con le dita la superficie ruvida della porta. Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata proprio per l'invito che le voleva proporre, considerando l'enorme regalo che gli aveva fatto Arës due giorni prima. 

Sakura guardò dalla finestra, spostando la tenda e lì lo vede con lo sguardo dritto davanti a sè. Così si sistemò velocemente allo specchio dell'ingresso e si precipitò alla porta, aprendola con forza. Mai si sarebbe aspettata di trovarlo lì quella mattina.

<< Ciao Yuta >> disse con un enorme sorriso. Dopo il bacio che c'era stato non avevano più avuto modo di stare insieme e parlare di quanto successo, così era felice di vederlo lì sulla soglia di casa sua.

<< Ciao Sakura... ti stavo disturbando? >> le chiese titubante togliendosi gli occhiali da sole dalla testa e riponendoli nella tasca dei suoi pantaloni.

<< No assolutamente... vuoi entrare? >> continuò a sua volta completamente in ansia. 

Nonostante Gion gli ricordasse la sua infanzia triste e solitaria, decise comunque di rivolgersi alla ragazza in modo gentile, citando il quartiere dove abitava << Sei fortunata, è davvero una bella casa. Gion è molto bella come zona, gli alberi qui crescono molto più rigogliosi >> le disse abbozzando un sorriso.

<< Sì mi piace stare qui, poi amo l'odore che viene dalle strade, qui non passa neanche una macchina >> difatti era vero, le strade erano così strette da non consentire il passaggio di nessun mezzo, per questo l'odore era inconfondibile. Yuta non poté far a meno che sorridere, anche a lui piaceva enormemente, era forse l'aspetto che preferiva di più di Gion.

<< Sakura... Io volevo chiederti una cosa, sono qui per questo >> disse facendosi finalmente coraggio e prendendo fuori le chiavi che gli aveva dato Arës. Erano due giorni che non riusciva a pensare che a quello, proprio per questo si impose di andare dalla ragazza per chiederle di uscire una volta per tutte.

<< Dimmi >> rispose preoccupata e tornando così seria.

<< Arës mi ha dato questo mazzo, mi ha detto che ha una casa vicino al monte Hiei, quasi al confine di Kyoto, vorresti venirci con me due giorni? >> poi continuò cercando di spiegarsi meglio << Per staccare un po' dalle nostre vite, a me piacerebbe andarci con te Sakura >>

Lei sgranò gli occhi come incredula e poi sorrise enormemente.

<< Certo, solo devo chiedere ad Ayako e al negozio dove lavoro se posso assentarmi per un giorno soltanto >> disse ricordandosi di quell'unico intoppo. 

Il cuore di Yuta esplose di gioia, finalmente era riuscito a lasciarsi andare e a darsi una possibilità, proprio per questo ne era felice.

Peccato che intanto, ad alcuni chilometri di distanza, Shohei stesse rischiando la vita, mettendo in pericolo anche tutti gli altri ragazzi. 

[KR] cube | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora