Chapter 11

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Vicino la stazione di Katsura, Kyoto, camera di Shotaro.

La stanza di Shotaro era sempre ben illuminata dal sole e proprio per questo era più calda rispetto agli altri spazi dell'appartamento.

A lui non piaceva tanto vivere lì da solo con dei perfetti sconosciuti, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine. Erano tutti ragazzi più grandi, non lo avevano mai considerato troppo e da quando avevano scoperto che era entrato a far parte degli Nct lo guardavano con sospetto. Avevano paura di lui e di tutti gli altri membri, proprio per i loro intrighi con la criminalità. 

Le voci avevano iniziato a girare, nessuno sapeva ancora bene che cosa facessero nello specifico, ma si diceva girassero per ambienti oscuri con sempre delle armi appresso.

Shotaro conobbe Yuta grazie al destino, ormai ne era certo. Era una sera di due anni e mezzo prima, quando chiuse come sempre le porte del locale in cui lavorava. Al tempo faceva il cameriere in un ristorante vicino a Gion. Pensava fosse una zona sicura, quando non era affatto così.

Non appena scese i due gradini per prendere la strada adiacente quattro tizi incappucciati iniziarono a massacrarlo di botte, obbligandolo a dare loro le poche banconote che teneva nel portafoglio. 

Aveva 18 anni, ancora non sapeva nulla del mondo, eppure quella sera riuscì a percepire tutta la violenza che ancora non aveva subito. 

I ragazzi lo strattonavano, buttandolo di continuo a terra e tirandogli vari pugni in tutto il corpo. Il suo sangue iniziò a sgorgare poco dopo, finendo su tutto il suo viso e lui con poco fiato rimase inerme sul ciglio della strada.

Non appena i delinquenti riuscirono a risalire al suo portafoglio una persona molto più preparata di loro li colpì alle spalle, facendoli cadere al suolo ancor prima che se ne potessero accorgere. Ne aveva abbastanza dei tempisti, soprattutto di quelli che se la prendevano con i più piccoli e indifesi. 

Raccolse Shotaro da terra e lo portò in spalla fino a casa sua. Lì gli curò le ferite, togliendo tutto il sangue che gli aveva macchiato la pelle e lo lasciò riposare sul suo letto.

La mattina dopo si presentò a lui come Yuta, colui che gli aveva salvato la vita e da quel momento il più giovane si sentì in debito con lui per averlo salvato. 

Yuta gli insegnò a combattere, facendolo esercitare tra le strade buie, cosicchè un giorno potesse difendersi e ancor di più vendicarsi contro quei ragazzi.

Poco dopo gli chiese di entrare a far parte degli Nct, a cui facevano già parte lui e Sungchan. Il suo progetto era quello di porre fine alla mafia di Kyoto e di sconfiggere tutta la criminalità che governava nelle strade. Shotaro accettò e da quel preciso momento diventò l'unico obiettivo della sua vita. 

Due anni e mezzo dopo, nei primi mesi del 1998, si era ritrovato insieme ad altri tre membri nel gruppo, tre ragazzi che sarebbero diventati poi i suoi migliori amici. Avevano aiutato molte persone che si erano ritrovate nei guai e avevano ucciso altrettanti boss pericolosi.

Shotaro era diventato il più abile a disarmare e a mettere fuori gioco i nemici, tanto che in poco tempo tutti gli altri ne vennero a conoscenza, persino i suoi coinquilini.

Durante il giorno, quando era di turno, aiutava un negozio appena aperto interamente dedicato alla vendita di capi punk modificati a mano. Considerando il suo senso dell'estetica e il suo stile sempre molto curato decisero di assumerlo per sistemare i vari vestiti di seconda mano. Questo lo divertiva molto, amava la moda e tutto ciò che era creativo, in più era felice di frequentare uno spazio dove poteva essere se stesso. Andava sempre truccato, con degli ombretti scuri sopra le palpebre e dei disegni sul viso, mentre i suoi capelli erano sparati in aria imitando lo stile visual kei che vedeva sulle riviste.

Grazie a quel negozio e al KR cube non aveva paura di essere gay e di apparire come tale, come invece gli capitava a Kanagawa e nel suo contesto familiare. 

I suoi genitori non approvavano il suo orientamento sessuale e ancor di più che si conciasse in quel modo, proprio per questo decise di spostarsi a Kyoto e poi forse un giorno ad Osaka. Non lo avevano mai rimproverato troppo, non avevano mai alzato le mani contro di lui, ma nonostante questo decise di vivere la sua vita, lontano dalla sua famiglia. Grazie a questo riuscì ad essere libero. 

Molto probabilmente capì che gli piacevano i ragazzi quando aveva all'incirca 12 anni e giocava con i suoi coetanei per le strade. Si buttava addosso a loro, toccava i loro corpi e provava un'emozione strana dentro di sè. Fu molto facile per lui accettare tutto ciò, nonostante le dure regole della società. Tutto era schematico in Giappone, tutto estremamente incentrato sulla tradizione e sul rispetto dei valori. Solo grazie alle nuove generazioni questo stava evolvendo.

Da quando si era trasferito Ni-ki, nell'appartamento di Eunseok, non faceva altro che sentire le farfalle nello stomaco ogni volta che lo incrociava. Spesso andava da lui solo per poterlo vedere, per risentire quella sensazione. 

Gli piaceva, anche tanto, questo era forse dato anche dal fatto che Ni-ki non gli prestava alcuna attenzione. Lui non si accorgeva neppure della sua presenza, eppure Shotaro cercò di ignorare quell'aspetto, come un perfetto stupido. Così un giorno si fece forza e gli parlò.

A Ni-ki piaceva tanto cucinare, se ne stava sempre tra i fornelli, riempiendo così la casa di un buon odore.  

Quella mattina era intento a preparare il sukiyaki* insieme a del riso, quando l'altro lo interruppe.

<< C-ciao, vuoi una mano? >> chiese impacciato Shotaro sfregandosi le mani e guardando i suoi movimenti.

Lui si girò quasi sorpreso di sentire la sua voce, poi tornò con gli occhi sui fornelli. 

<< No, grazie >> rispose secco dandogli le spalle.

<< Io sono Shotaro, sono un amico di Eunseok >> continuò mangiandosi le parole dall'ansia.

<< Lo so >> poi assaggiò un pezzettino di carne per capire se fosse salata a sufficienza << Io sono Ni-ki >> 

L'altro intanto stava fremendo a qualche metro di distanza, finalmente era riuscito a intrattenere una conversazione con lui, anche se stava andando decisamente male. Ma nella sua testa non lo notò e cercò di vivere quell'illusione.

<< Perchè uno di questi giorni non vieni al KR Cube? E' un bellissimo locale, potremmo andarci insieme, o con Eunseok >> balbettò con difficoltà. Improvvisamente iniziò a sudare freddo, forse per paura di un rifiuto.

<< Non mi piace quel posto >> poi concluse chiudendo il fornello << Troppa gente strana >>


Sommario:
*Sukiyaki - Piatto con manzo wagyu, verdure e tofu cucinato con salsa di soia dolce.

[KR] cube | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora