Chapter 60

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Gion, Kyoto. Appartamento di Sakura.

Yuta bussò due volte alla porta di Sakura, sperando fosse in casa. Quella mattina aveva deciso di andare da lei, come sotto consiglio di Sungchan. Era dura da ammetterlo, ma aveva ragione, doveva parlarle per il bene di entrambi.

La ragazza aprì piano piano la porta, finchè non vide il suo volto inespressivo sulla soglia. Rimase come spiazzata nel vederlo, non se lo sarebbe mai aspettata. Così iniziò a pensare fosse un'allucinazione o peggio ancora un sogno.

Lo invitò ad entrare e ben presto Yuta si ritrovò in uno spazio in penombra, con un forte odore di chiuso. Sospirò, quasi afflitto e poi si girò verso di lei.

<< Vuoi dirmi perchè tieni tutto serrato se fuori c'è il sole? >> le chiese in modo quasi arrogante, nonostante non si volesse mostrare a lei in quel modo.

Lei balbettò e finì per stringersi nelle sue braccia.

<< Preferisco stare così >>

E sentendo quelle parole Yuta si sedette al tavolo della cucina, accorgendosi che sopra ad esso c'era un posacenere ricolmo di sigarette. Di conseguenza si guardò attorno, per captare altri segnali che dimostrassero che Sakura non stava bene. 

Alcuni scarti di cibo erano sul ripiano, dentro a una busta, mentre altri piatti erano ancora da lavare, disposti nel lavello.

<< Vuoi dirmi che succede? >> le chiese tutto ad un tratto, sovrastando il silenzio che si era creato.

<< Cosa? >> disse lei agitata, sorprendendosi di quella domanda.

<< Ieri sera non stavi affatto bene. A fatica ti reggevi in piedi. Vuoi dirmi quindi che sta succedendo? >> continuò guardandola negli occhi e osservando tutto il disagio che stava provando in quel momento.

<< Potrei farti la stessa domanda. Neanche tu stavi affatto bene ieri sera, da quel che ho visto >> rispose cercando di tirare fuori tutto il coraggio che teneva dentro di sè.

Yuta abbassò immediatamente lo sguardo, sorridendo ironicamente con un lato delle sue labbra. A quanto pare l'aveva notato anche lei.

<< Avevo bevuto troppo. Pensieri >> e poi riportò l'attenzione su di lei << Neanche tu stai bene, lo vedo >>

<< Pensieri >> rispose lei, portandosi le braccia al petto.

<< E' per colpa mia se stai così? >> e finalmente tutto ciò che si era tenuto dentro fino a quel momento uscì, il suo corpo non poteva più trattenerlo ancora.

Sakura fu circondata da una fitta enorme al petto, perchè sapeva che in fin dei conti era così.

<< Per la situazione che si è creata >> rispose dicendo una mezza verità.

<< Capisco >> 

Alcuni attimi di silenzio separarono i loro corpi, immergendoli in due bolle separate. Così Sakura decise di dargli le spalle per mettere apposto tutto il macello che rivestiva l'intero ripiano della cucina. Buttò gli scarti di cibo nella spazzatura e infine si mise a pulirei diversi piatti, cercando di non fare troppo rumore.

Era colpa sua, era solo colpa sua, solo questo riuscì a ripetersi per i successivi minuti, come un eco nella sua mente. Stringeva le palpebre per sentire in modo meno atroce tutto il dolore che ormai si stava portando appresso da giorni, da quando Yuta era venuto a sapere ogni cosa sul suo conto.

<< Perchè sei venuto qui Yuta? >> gli chiese improvvisamente, in modo impulsivo.

<< Perchè sono preoccupato per te >> e finalmente il suo cuore parlò, non dando il tempo alla sua mente di poter riflettere. Non voleva mentirle, quella era la pura verità. Così Sakura si fermò nella sua azione, tirando un lungo respiro profondo.

<< Io non volevo farti del male Yuta, non volevo che le cose andassero in questo modo, credimi >>

<< Lo so, ora lo capisco >> disse continuando a guardarla di spalle e piano piano i suoi occhi divennero ricolmi di lacrime amare << Sei la prima persona che ho lasciato avvicinare da tanto tempo, da quando mio fratello è morto. Ma penso tu sappia già tutta la mia storia, Kyo avrà indagato affondo su di me >>

<< Ti sbagli. Kyo non mi ha detto molto su di te >> rispose subito dopo, come per giustificarsi.

Yuta rimase come sorpreso sentendo quelle parole, ma nonostante questo non ci pensò molto.

<< Come si chiamava tuo fratello? >> gli chiese, per poi pentirsi subito dopo di quella domanda. Quello alla fine era un semplice modo per instaurare una conversazione, per sentirlo più vicino a sè.

<< Yukio >> disse in modo fermo, cercando di non lasciarsi trasportare a livello emotivo.

<< Mi dispiace >> solo questo riuscì a dire, per paura di indagare troppo sul suo passato. Ma nonostante questo Yuta continuò, riportando a galla ulteriori ricordi. 

<< Yukio mi ha fatto un po' da padre, se così possiamo dire, nonostante avesse solo 10 anni più di me >> poi deglutì a fatica e continuò << Si preoccupava sempre, mi portava a giocare per Gion e per colpa mia è entrato in diversi giri criminali, per poter mantenere meglio me e mia madre. Questo purtroppo gli è costato la vita >>

Sakura si girò, sentendo quelle parole e nonostante in quelle mura ogni cosa fosse controllata dall'oscurità riuscì comunque a vedere i suoi occhi lucidi. Non lo aveva mai visto così, le sembrò quasi tutt'altra persona.

Giorni spesi giocando a Gion, ogni giorno e ogni notte, ondeggiando avanti e indietro, difronte alla luna nuova, come una ninna nanna.

<< Ancora non mi spiego come io sia finito ad innamorarmi di te. Il nostro è un amore impossibile >> poi continuò guardandola dritta negli occhi << Promettimi che baderai di più a te stessa, voglio solo che tu stia bene >>

[KR] cube | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora