Chapter 10

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Vicino alla stazione di Fushimi, Kyoto, camera di Eunseok.

Le case color beige e leggermente ingiallite facevano da contorno alla sua quotidianità. Alcuni arbusti disposti lungo il viale rendevano più viva la zona, nonostante ormai la monotonia e la schematizzazione avessero preso il sopravvento.  

Era mattina e i raggi deboli del sole entravano nella camera di Eunseok, illuminandola in parte. Lui era come sempre alla sua scrivania, intento a scrivere sul suo diario personale. La sua mano tremava e proprio per questo anche la penna che teneva con forza. Aveva un blocco, ma ancora non riusciva a capire perchè.

Quella mattina riuscì solo a segnare due cose, che si sentiva strano e che non riusciva a capire come mai a Shotaro piacesse tanto il suo coinquilino Ni-ki.

Non riusciva a trovarci del bello in lui e non riusciva a capire come mai apparisse così tanto affascinante ai suoi occhi. 

Erano giorni che Shotaro continuava a chiedergli di lui e ogni scusa era buona per intrufolarsi in casa sua per vederlo. Ni-ki però, dal canto suo, non l'aveva ancora notato, o meglio, forse non lo guardava come invece faceva l'altro. 

Eunseok si chiese ancora una volta come fosse stare con una persona del proprio sesso. Si immaginò con un ragazzo, uno qualunque non uno che conosceva e pensò a come potesse essere baciarlo, per poi spingersi oltre. Gli si formò un senso di nausea in gola, tanto che dovette chiudere il diario e abbandonare quei pensieri. Si fiondò in cucina e poi con foga buttò giù un bicchiere di acqua. 

Perchè Shotaro era riuscito ad accettare la sua sessualità con così tanta facilità? Lui non ci riusciva, anzi non riusciva neppure a darsi delle risposte. 

Stare con le ragazze non gli era mai piaciuto più di tanto, non lo eccitavano per niente eppure ci andava comunque a letto. Faceva lo stretto necessario, chiudeva gli occhi per non guardare troppo il loro corpo, oppure le metteva a pancia in giù per immaginarsi tutt'altro. Fino a quel momento spiegò quel fatto come un suo semplice disturbo, dato forse dall'anafettività, ma forse c'era di più. Forse a lui non piacevano per niente le donne.

Quel pomeriggio andò al lavoro, come ogni volta. Era stato assunto da vari mesi come magazziniere in un negozio di alimentari. Doveva aiutare a scaricare le merci e a sistemarle lungo gli scaffali. La paga era buona, nonostante non fosse il lavoro dei suoi sogni, ma a lui andava bene così. Questo gli permetteva di vivere in quella camera e di frequentare il KR Cube. 

Spesso con i soldi guadagnati andava nel mercatino dell'usato vicino a casa. I vestiti erano sempre accatastati dentro grandi scatoloni. Lì frugava per vari minuti, tirando fuori diversi capi interessanti. 

Solo una volta notò una gonna lunga nera con del pizzo lungo il bordo. La tenne in mano per qualche minuto, pensando così di comprarla, ma poi gli tornarono alla mente le parole di sua madre quando lo beccava a guardare i vestiti femminili.

당신은 여자가 아닙니다, 당신은 남자입니다*

E poi non faceva che ripetersi in camera sua: 

나는 본질적으로 소녀가 아니라 소년이다**

Doveva convincersi che in effetti era un ragazzo e non una ragazza. Che doveva vestire in modo mascolino, tenere i capelli corti e non lunghi. Che doveva smetterla di guardare le vetrine dei negozi per donne e che non poteva usare i trucchi di sua madre.

Proprio per questo i suoi genitori lo buttarono fuori di casa, il suo atteggiamento li colpì nell'orgoglio. Erano profondamente delusi da lui. Lui non era un vero uomo. Non volevano un figlio effemminato in casa o addirittura gay.

Nonostante al KR Cube ci fosse molta apertura mentale, lui non si sentiva ancora pronto a sfoggiare abiti femminili come invece facevano i suoi coetanei. 

Quel giorno non comprò quella gonna. La ripiegò mettendola in fondo allo scatolone, cercando così di cancellare quel pensiero e tutta l'emozione che aveva provato nel tenerla in mano.

Gli altri capi che invece acquistava, una volta a casa, li modificava con borchie e spille. Li colorava con l'indelebile, facendo magari delle scritte lungo le maniche delle camicie e stracciava i maglioni. Riusciva a sfogare tutta la sua creatività repressa solo così.

Quella sera, una volta tornato dal lavoro, andò diretto al KR Cube e lì trovò i suoi amici come consuetudine. Fu l'ultimo ad arrivare, considerando anche l'orario. Lo spettacolo di Miss Ayako era appena incominciato e le luci erano tutte puntate sul palco.

Non appena arrivò al loro tavolo salutò tutti con un piccolo sorriso e infine si sedette vicino a Shotaro. Bevette molto, prima un bicchiere, poi un altro e ancora. Nessuno gli chiese niente nonostante fosse chiaro il suo stato d'animo. Non stava bene, ma nessuno sapeva ancora perchè. Troppi pensieri gli avevano colonizzato la mente, così solo grazie all'alcool riuscì a trovare un po' di pace.

Due ore più tardi mezzo sbronzo riuscì ad abbindolare una ragazza più piccola di lui. Se ne stava tutta sola al bancone, aspettando che qualcuno le offrisse da bere. Lui la individuò subito, si sentì quasi in dovere di andare da lei per sedurla e provare a tutti la sua virilità.

Parlarono qualche minuto, erano sempre più vicini. Era chiaro che ci stesse provando con lei, così anche la stessa rimase al gioco. Lo considerò subito un bel ragazzo, con molto fascino e proprio per questo non se lo lasciò scappare.

Eunseok dopo poco iniziò a lasciarle qualche bacio lungo il collo e infine sulle labbra. 

Finirono nei bagni del KR Cube ancor prima che se ne accorgessero davvero.
Si fiondarono nell'ultima porta aperta e la chiusero successivamente a chiave.

La ragazza continuò a baciarlo con foga e poi piano piano si abbassò, appoggiando le ginocchia a terra. Lui si sentì quasi mancare, perchè era finito in quella situazione? Lui non voleva veramente scoparsela, ma ormai era troppo tardi, avrebbe solo fatto la figura del coglione.

Ma come se non bastasse, non appena gli slacciò la cintura, abbassandogli i pantaloni e i boxer si ritrovò il suo membro completamente senza stimoli.

Provò a toccarlo ma niente, Eunseok non era eccitato, il suo stesso corpo si stava ribellando al suo volere. 

La ragazza lo guardò quasi confusa e poi si tirò immediatamente su come infastidita.

<< S-scusa penso di essere troppo ubriaco >> cercò di sbiasciare, ma sapeva bene che quella non ne era la causa. 

<< Vado via che è meglio >> esclamò lei spingendolo alla parete così per passare ed uscire dal bagno.

Eunseok rimase con i pantaloni abbassati in completa nudità per qualche secondo, finchè non si rese conto di quello che era appena successo. Perchè non era riuscito a farselo venire duro? Alla fine lei era una bella ragazza, con un bel corpo, sapeva baciare anche bene. 

Tutto gli apparì chiaro in mente, non poteva più scappare da quel pensiero. Era gay, anche se era dura da accettare. 



Sommario:

* Tu non sei una femmina, sei un maschio

** Io sono di natura un ragazzo, non una ragazza

[KR] cube | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora