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Atterrammo nella periferia di Sokovia, circondata da tanti alberi. 
Trovammo una Jeep, probabilmente preparata dal direttore Fury, e la Vedova Nera insieme ad Occhio di Falco iniziarono a salirci dentro. Dal portellone del Quinjet uscì Capitan America, con tanto di scudo e tuta, a bordo di una moto davvero carina, e Tony con in dosso l'armatura di Iron Man.
Misi le mani sui fianchi.
<Bello il costume> esclamai, e Tony sorrise beffardo.
<Lo so, l'ho progettato io> rispose, ed io alzai un sopracciglio.
<Non stavo parlando con te> gli smorzai l'entusiasmo, per poi guardare in direzione di Steve, che mi sorrise compiaciuto dell'espressione di Tony.

<Quindi, qual è il vostro piano?> chiesi.
<Nat e Clint andranno, con la macchina, verso la base, così da allertare tutti i sistemi di sicurezza. Bruce li aiuterà a mettere fuori uso le torrette sul perimetro. Tony e Thor colpiranno i nemici dall'alto, e io da terra> mi illustrò il Capitano, acquistando l'opportunità per ripetere il piano a tutti i presenti.
<In sintesi, creerete tanto caos e scompiglio> esclamai e la Vedova annuì.
<Perfetto. Ciò significa che, fino a quando la barriera non cederà, mi potrò divertire un po' anch'io> dissi soddisfatta.
<Sicura di volerlo fare?> mi chiese il biondino, ed io feci un sorriso degno di Tony Stark.
<Andiamo a sfasciare un po' di culi nazisti> risposi, guadagnandomi occhiate di approvazione dagli altri componenti della squadra.
<Linguaggio> mi ammonì subito il Capitano e Tony aprì la bocca scioccato, mentre tutti iniziarono a prepararsi.
<Un momento, nessuno commenta il Capitano che ha appena detto "linguaggio"?> esclamò Iron Man.
<Si. L'hai appena fatto tu> esclamai di rimando, ottenendo in risposta la sua occhiataccia e un sorrisino dal soggetto della questione.
<Va bene, basta voi due. Abbiamo del lavoro da svolgere> ci riprese divertito Steve Rogers.
<Agli ordini, Capitano>.

Salii sulla macchina insieme ai due agenti dello S.H.I.E.L.D, e partimmo alla massima velocità contro la base. Questa, era una specie di fortezza su una collina, con a valle degli avamposti scoperti dallo scudo di energia, probabilmente creata dallo scettro di Loki, a detta del dio del tuono Thor.
Un vero peccato che fosse una base segreta per i piani malefici di un'organizzazione terroristica di ex-nazisti. Con la neve che c'era in quel periodo, non era niente male.

Dopo poco tempo, ci addentrammo ancor di più nel bosco, dove altre Jeep ci iniziarono a rincorrere. Arrivarono persino degli uomini con delle armature simili a quelle di Stark, solo molto più scadenti.
Clint Barton iniziò a stendere un po' di gente con le sue frecce, e mentre Natasha Romanoff era alla guida, io affianco a lei facevo schiantare gli uomini in armatura al suolo. 
Una macchina ci affianco, e proprio quando stava per colpire, Thor ci saltò sopra, mandandola fuori strada, per poi darsi lo slancio per arrivare su una piccola piattaforma con almeno quattro soldati, e stenderli tutti.
Alla festa, si unì anche il Capitano in sella sulla sua moto, che trascinò un tizio come un sacco di patate. Hulk distrusse qualche torretta e Iron Man alcuni carri armati che intralciavano la via. 

Continuammo a lanciare pugni e calci a destra e a manca, e ormai eravamo quasi alla base della collina. 
Iron Man volò su per la struttura e cercò di colpirla con i suoi raggi.
<Cazzo!> esclamò.
<Linguaggio!> lo riprese di nuovo Steve, e giuro che sarei scoppiata a ridere se solo un lurido bastardo non mi sorprese alle spalle. Gli presi il braccio, bloccandogli il pugno, e gli rifilai una ginocchiata dove non batte il sole, per poi finire con una gomitata dritta sulla nuca, abbastanza forte da farlo svenire. Presi il suo corpo e lo misi davanti a me come scudo, proteggendomi da alcuni proiettili. Successivamente, quando fui abbastanza vicina, lo lanciai verso i suoi amici, per poi sorprenderli con un calcio roteante in faccia.

Sentii un botto alle mie spalle, e mi girai, vedendo la bellissima moto del Capitano andare a distruggere un carro armato. 

No! La moto!

Un colpo dietro alle spalle mi fece rinsavire, facendomi cadere a terra. Rotolai appena in tempo per schivare un pugno in faccia. Gli feci lo sgambetto. Lui fu subito a terra e io sopra di lui a stringergli il collo. Il soldato, però, non si lasciò intimidire e riuscì a ribaltare la situazione. Gli colpii più volte l'incavo del gomito o l'interno del ginocchio, ma lui non voleva cedere. Gli diedi un pugno sul naso, che lo fece traballare, ma non mollare. 
Sentii il mio cuore accelerare e l'ossigeno a poco a poco scomparire. 
Poi, ad un tratto i polmoni percepirono di nuovo l'aria e ne approfittai per sbattergli la faccia a terra il più forte che potevo. Mi sdraiai un attimo, riprendendo fiato. 
<Stai bene?> mi chiese la voce del Capitano tendendomi una mano, che accettai dopo poco, annuendo.
<Grazie> ansimai e lui mi sorrise.
<Peccato per la moto. Era davvero bella> dissi dopo un attimo di silenzio.
<Già, un vero peccato> rispose solamente, per poi ritornare a lanciare quello scudo come un frisbee letale, e io a tirare pugni e calci.




It has always been You -Steve Rogers-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora