Stavamo camminando da ore, e la mia spalla necessitava di alcool, ago e filo.
Non sapevamo minimamente dove eravamo finiti, e stavo iniziando a sentirmi mancare le forze.Mi appoggiai ad un albero, fermandomi ansimante. Ivor mi venne vicino.
<Dai, manca poco. Ne sono sicuro->.
<A cosa?! È da ore che camminiamo ininterrottamente! Tra poco farà buio e noi stiamo in un bosco! E come se non bastasse io sono ferita e non abbiamo niente con noi!> urlai irritata staccandomi di scatto dall'albero, provocandomi solo un forte capogiro, che quasi mi fece cadere.
<Lo so bene, ma sto cercando di non andare nel panico per te. Capisco che non ce la fai più, ma tieni duro fino a quando non arriveremo al confine di questo bosco> disse con calma, avvicinandosi nuovamente.
Abbassai lo sguardo, imbarazzata dal mio comportamento fin troppo impulsivo.
Lui mi mise una mano sulla spalla, per poi sorridermi, infondendomi coraggio.
E così riprendemmo a camminare.Tra un passo ed un altro, si fece sera.
La luna, non ancora piena, splendeva nel cielo, illuminando, almeno un minimo, il bosco, che, con quel tempo, aveva assunto una nota inquietante e oscura.
La mente distorceva i normalissimi rami degli alberi in secchi ed orripilanti mostri.
La leggera nebbiolina che si era diffusa, riportava molto ad un'atmosfera da cimitero.
I più minimi rumori, si trasformarono in continui segni per cui stare sempre in allerta.E noi...eravamo senza qualunque tipo di luce.
Insomma, sembrava un horror servito su un piatto d'argento.
Lontano davanti a noi, si sentivano rumori e si intravedevano luci passeggere.
Forse quella sarebbe stata la nostra unica chance di salvezza.
Affrettammo, per quanto ci fosse possibile, il passo, e ci ritrovammo incredibilmente alla fine del bosco, segnata da una transenna in metallo, che separava una larga strada.Lo stato d'agitazione da cui ero invasa sin da quando eravamo scappati, svanì, lasciandomi più debole di prima.
L'ultimo briciolo di adrenalina mi aveva abbandonata, lasciandomi soltanto con un giramento di testa.
Dovetti appoggiarmi ad Ivor per non cadere, ma lui mi tenne salda per la vita.
<Dai dai, ce l'abbiamo quasi fatta. Dobbiamo solo trovare un passaggio> esclamò speranzoso.Mentre il ragazzo continuava a fare autostop, rimasi seduta a terra, appoggiandomi alla transenna.
Mi sentivo letteralmente cuocere, così scostai la maglia e la fasciatura improvvisata dalla ferita, e storsi le labbra.
Non sembrava essere per niente in un buon stato.
C'era un'infezione, che tra non molto mi avrebbe causato più problemi e dolori di adesso.
<Ivor! Dobbiamo trovare un passaggio alla svelta> esclamai, rimettendomi a posto la maglia ed alzandomi lentamente da terra.Mi buttai letteralmente in mezzo alla strada, facendo frenare di botto una moto.
Ivor mi corse incontro.
<Ma sei impazzita?!> esclamarono in coro il mio amico e il motociclista.
Li ignorai, e mi avvicinai al ragazzo della moto, sentendomi svenire.
<Aiutaci...ti prego> lo pregai.
<Cosa vi è successo?> ci chiese.
Lo guardai confusa.
Aveva una voce familiare.
<È troppo difficile da spiegare adesso. Lei è ferita e ha bisogno di cure mediche> disse Ivor al ragazzo, che finalmente si tolse il casco.Cosa?!
<Capitano Rogers?-> sussurrai soltanto prima di svenire, venendo presa tra le braccia di qualcuno.
<Caporale Perkins?> sentii soltanto, prima di cadere nel freddo buio dell'oscurità.
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It has always been You -Steve Rogers-
Fiksi PenggemarLui avvicinò le sue labbra al mio orecchio. <Per tutto questo tempo sono sempre stato io> sussurrò facendomi rabbrividire. <Tu?>. <Esattamente. Sono il carnefice di tutto-> la rabbia ribollì in me, <E tu non ti sei accorta di ni...