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Entrai nuovamente nell'ufficio del Colonnello, e stavolta non era presente nessuno, se non un signore di colore con una benda nera sull'occhio e una grande passione per la pelle.
Feci, come di consueto, il saluto militare e quando mi diede il comando, mi avvicinai curiosa.
<Caporale Maggiore Perkins, questo è Nick Fury, direttore dello S.H.I.E.L.D> ci presentò e subito dopo ci stringemmo la mano.
Lo studiai.
Non sembrava a disagio, quindi probabilmente questa non era la sua prima volta. Anzi, sembrava abbastanza indifferente a tutto. Oppure aveva un'innata capacità nel nascondere le sue emozioni.
<Non si preoccupi Caporale, non sono una spia né qualcuno che vuole dettare ordini appena arrivato. Lo S.H.I.E.L.D è sulle tracce dell'Hydra da decenni, quindi era mio diritto partecipare a questa missione> mi rassicurò l'uomo bendato.

Sulla scrivania era stata aperta una cartina dettagliata della zona della base segreta dell'Hydra. Erano state evidenziate le entrate, le uscite, soprattutto quelle di sicurezza e un numero approssimato di guardie all'interno della struttura.
C'erano addirittura delle torrette che limitavano il perimetro.

Però c'è qualcosa che non mi quadra.

Il Colonnello, probabilmente accortasi della mia espressione accigliata, mi chiese che cosa mi preoccupasse.
<Beh, non le pare tutto troppo facile?> gli chiesi e lui alzò un sopracciglio curioso.
Indicai le varie torrette e le guardie, <Non le sembra tutto troppo esposto per essere una base segreta? Le torrette al perimetro e il numero esagerato di soldati insospettirebbe chiunque. Per di più, questo edificio non dista neanche parecchio dal centro di Sokovia> spiegai e lui annuì concorde, sotto lo sguardo indagatore dell'uomo accanto a lui.
<Sono tutte considerazioni fondate le sue. Ma l'unica cosa che le posso dire, è che intorno al perimetro c'è come una barriera di energia. Un campo impenetrabile dall'esterno, che viene aperto solo quando i loro soldati ritornano dalla ricognizione. È stato in quel frangente che i nostri sono entrati. Ma la cosa più curiosa, è che si può uscire tranquillamente> mi informò.
<Ah, come le porte a serratura blindata> feci un esempio e lui annuì.

Perfetto, quindi dovevo solo aspettare il momento più opportuno.

<Ci sono domande?>.
<Solo una. Tra quanto dovrei partire per la missione?>.
<Tra due giorni. Giusto il tempo necessario per selezionare una squadra e-> non lo lasciai finire.
<Mi scusi Colonnello, ma andrò da sola-> lo vidi aprire bocca per controbattere, ma lo fermai, <Se sono da sola avrò meno probabilità di essere scoperta e di mettere in allerta tutta la struttura. Inoltre sarò più silenziosa e furtiva, e avremo maggiore possibilità di riuscita in molto meno tempo> finii il mio discorso.
L'uomo bendato incrociò le braccia al petto.
<Caporale, così diventerà una missione suicida> mi riprese il Colonnello, ed io annuii.
<Almeno morirà solo un uomo e non un'intera squadra> risposi prontamente con un tono determinato.

<Lo ammetto, hai fegato Caporale Perkins> dichiarò l'uomo in pelle dopo qualche attimo di silenzio. Stavolta fui io ad incrociare le braccia al petto.
<Come fa a sapere il mio nome?>.
<Me l'ha detto un uccellino> rispose solamente e non feci a meno di pensare di riciclare quella risposta.

<C'è altro da sapere sulla missione?> chiesi, e il Colonnello scosse la testa.
<Ti avviso, domani potresti ritrovarti degli aiuti inaspettati> mi informò il bendato, guadagnandosi solo sguardi confusi, che liquidò con un gesto della mano anch'essa ricoperta da pelle nera.
Mi congedai e finalmente uscii da quella stanza.

Che cosa significava "aiuti inaspettati"? Spero che questi "aiuti" non complichino il mio lavoro.

It has always been You -Steve Rogers-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora