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Dopo un bel po' di raggi laser lanciati da Iron Man, la barriera di energia si disintegrò.
<Ponte levatoio abbassato> esclamò.

Finalmente.

<Avengers, è stato un piacere combattere con voi. Anzi, dovremmo rifarlo qualche giorno. Ma adesso è arrivato il momento di lasciarci> dissi all'auricolare che mi avevano dato, per poi sbattere un gancio destro in faccia ad uno.
<Finalmente!> esclamò contento Tony, facendomi alzare gli occhi al cielo.
<Già, almeno non dovrò sorbirmi più le tue battute che provano solo quanto sia spropositato il tuo ego> ribattei e lo sentii sbuffare in rimando.
<Peccato, eri l'unica che riusciva a zittire Tony> commentò la Vedova.
<Va bene va bene, addio per sempre> parlò di nuovo Stark, aspettando solo che me ne andassi.

Iniziai ad incamminarmi verso l'entrata della base, ma venni fermata da una voce.
<Aspetta!> esclamò il Capitano, arrivandomi vicino.
<La nostra missione non è ancora finita. Strucker si trova dentro il laboratorio, perciò anch'io dovrei entrare. E poi ti farà comodo un aiuto in più...non si sa mai> mi propose il biondino, e dopo un po' accettai, consapevole che se avessi rifiutato, me lo sarei ritrovata comunque in mezzo.
<Capitano! Non ti facevo così audace, mi sorprendi> esclamò Stark, e noi in risposta alzammo gli occhi al cielo spazientiti dalle sue battute, per poi entrare.

Grazie alla battaglia al di fuori della struttura, l'interno era praticamente desolato. Facemmo comunque attenzione a non farci sentire, vagando in punta di piedi e con i pugni alti.
Decisi di scendere le scale. Sicuramente le parti più interessanti si trovavano qui.
E avevo ragione.
C'erano delle celle con delle sbarre in acciaio, con dentro i cinque soldati dispersi nell'ultima ricognizione.
Mi avvicinai.
<Caporale Maggiore Perkins! Che ci fate qui?> mi chiese uno. Mi piegai per studiare la serratura.
<Vi salvo il culo> risposi, per poi tirare fuori da una tasca un grimaldello per scassinare la cella.
Mi fermai all'istante quando sentii delle voci al piano di sopra.
Guardai Steve.
<Questo deve essere Strucker> sussurrò per non farsi sentire.
<Allora vai da lui. Devi portare a termine la missione. Qui ci penso io, tranquillo> gli dissi e lui annuì, per poi sparire subito dopo un piccolo sorriso.

Ritornai a lavorare sulla serratura, e dopo qualche minuto furono liberi dalle sbarre.
Feci per andarmene, ma dei mugugni mi fermarono.
Mi girai, in cerca di altri prigionieri, e per loro fortuna, li trovai.
Erano due. Un ragazzo in una cella, e la ragazza nell'altra affianco. Non erano come le altre gabbie. Erano in un vetro molto spesso.
Mi avvicinai e loro mi guardarono stanchi e con odio.
<E tu chi sei? Non ti ho mai vista qui> parlò il ragazzo, probabilmente sokoviano a giudicare dall'accento.
Mi avvicinai ancora di più, ma loro indietreggiarono spaventati.
Alzai le mani, vicine alla testa.
<Non voglio farvi del male->.
<Si, questa l'abbiamo già sentita> risposta stavolta la ragazza, anche lei sokoviana.
<Mi chiamo Eileen Perkins. Sono una militare. Sono qui, perché sto eseguendo una missione, e sono riuscita a trovare altri miei compagni che erano stati presi come prigionieri dall'Hydra. Non ne faccio parte, mi dovete credere. Vi aiuterò ad uscire di qui, mi dovete solo dire come faccio ad aprirla> spiegai lentamente, tenendo le mani in vista. Loro mi guardarono sospetti.
<Vicino il vetro c'è un pulsante. Se lo premi, ti dovrebbe comparire uno spazio dove dovrai inserire un codice> mi spiegò la ragazza.
Feci come mi disse e poi le chiesi il codice che mi dettò velocemente.
Il vetro si sollevò, e loro uscirono dalle celle.
<Grazie Eileen> sussurrarono.
<Aspettate a ringraziarmi. Dobbiamo ancora uscire dall'edificio> smorzai l'entusiasmo.
<Non ti preoccupare, conosciamo perfettamente il luogo> mi rassicurò il ragazzo, ed io sorrisi per la sua determinazione.
<Come vi chiamate?>.
<Io sono Pietro Maximoff, e lei è la mia gemella Wanda>.

It has always been You -Steve Rogers-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora