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Feci appoggiare Ivor a me, ed iniziammo a cercare lo scienziato pazzo.
Cercammo di evitare qualsiasi contatto con altri soldati, e quando non ne potevamo fare a meno, li stendevo a suon di pugni, per poi sparargli.

Svoltammo per un corridoio, ma ci ritrovammo a nasconderci dietro un muro, subito dopo.
Il dottor Morukov stava parlando con qualcuno al telefono.
<Aspettiamo che finisca la chiamata. Poi tu rimani nascosto, ed io gli spacco tutte le ossa ad una ad una> dissi, ma vedendo che stava per ribattere, gli lanciai un'occhiata di fuoco, che lo fece annuire.

Dopo poco, il dottore entrò nella stanza affianco a lui, ed io feci per andare, per poi venire bloccata dalla presa di Ivor sul mio braccio.
<Sta attenta. Per favore> mi raccomandò con sguardo preoccupato.
Gli sorrisi.
<Io sto sempre attenta> risposi, per poi fargli l'occhiolino ed entrare nell'ufficio.

Mi chiusi subito a chiave la porta dietro di me, e mi girai con la pistola carica e pronta a sparare.
Il dottore non sembrava affatto impressionato o tantomeno spaventato.
<Sapevo che saresti venuta> disse calmo.
Non accennai ad abbassare l'arma.
<E sai anche perché?>.
<Si, certamente. E ti dico che l'avrei fatto anch'io. Quindi non sei migliore di me> rispose facendomi salire i nervi.
<Certo che non lo sono. Ma questo non è per colpa mia>.
<E di chi sarebbe? Mia?!> esclamò divertito.

Sparai un colpo sulla scrivania dietro di lui, ma non fece una piega.

<Sono diventata un'assassina per colpa tua. Mi hai fatto fare Tu quelle missioni omicide> dissi a denti stretti.
<Questo non mi risulta. Avevi già ucciso prima che ti portassi qui. E quelle missioni le hai eseguite tu. Non io. Per di più, mi dovresti ringraziare>.
<E di cosa esattamente?!> chiesi irritata.
<Ti ho dato dei poteri->.
<Certo, poteri che io non volevo> lo interruppi. Lui mi liquidò con un gesto della mano.
<Nessuno li vuole all'inizio. Ma quando ci fai l'abitudine, diventi una macchina da guerra. Proprio come te, Eileen Perkins> disse con tono non curante.

Premetti il grilletto contro il suo ginocchio, proprio sotto la rotula.
Lui gridò, per poi cadere a terra, tenendosi il punto colpito.
<Cosa vorresti fare?! Uccidermi ?!> mi chiese alzando la voce.

Un altro colpo partì, prendendogli l'avambraccio.
Un altro urlo rimbombò tra i muri.
<Si, ma non dopo averti torturato un pochino> risposi con un sorrisetto sadico ed inquietante.

<Se mi torturi e poi mi uccidi, non sarai migliore di me> disse con un po' di affanno.
Feci uno sguardo dispiaciuto, per poi sparargli ancora, ma stavolta al piede, facendolo urlare nuovamente.
Ripresi il sorriso macabro e sgradevole.
<E chi ti ha detto che io voglia essere migliore di te?> feci una pausa per gustarmi la paura che si faceva spazio nel suo sguardo, <Io voglio solo vendicarmi su di te. Non devo dare conto a nessuno> conclusi, e lui iniziò ad urlare, cercando di chiamare aiuto.

Un allarme risuonò in tutta la struttura, facendomi quasi perdere i sensi per il forte rumore improvviso.
<Beh, vorrà dire che dovrò torturarti più velocemente>.
Presi una spillatrice, ed iniziai a sparare le cartucce proprio sulla sua mano, mentre lui continuava a dimenarsi.
Poi, presi un coltello, e gli sbottonai il camice bianco, che si stava colorando di rosso.
Iniziai ad incidere sul suo petto: "Hydra merda".

Quando finii il mio capolavoro, lo guardai per bene negli occhi, ed iniziai a prosciugarlo di qualsiasi liquido il suo corpo fosse in possesso.
Alla fine, lui sembrava un vampiro rinsecchito, mentre io sentivo una forte forza ed energia.

Uscii sorridente dalla stanza, per poi ritornare da Ivor, che si spaventò un momento alla vista del sangue sulle mie mani e sul mio volto.
<Tutto bene?> mi chiese.
<Mai stata meglio> risposi solamente, per poi riprendermelo a braccetto e correre verso la nostra libertà dopo tanto tempo.

It has always been You -Steve Rogers-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora