Non ci potevamo credere.
Eravamo fuori.
Eravamo scappati.
E ancora respiravamo.Beh, avevo aspettative alte, ma non così tanto.
Delle sparatorie dietro di noi ci fecero aumentare l'adrenalina.
Ci dovemmo abbassare più di una volta per schivare le loro pallottole.
Non ci eravamo fermati neanche per vedere l'area circostante, quindi stavamo correndo proprio alla cieca.Il peso di Ivor, dopo un po' mi fece iniziare a rallentare, rendendoci più esposti ai proiettili.
Quindi escogitai un piano.
Mi fermai dietro un albero massiccio, riprendendo fiato.
<Cosa succede?> mi chiese preoccupato il ragazzo.
<Stiamo diventando troppo lenti. Se andiamo avanti così, ci faremo ammazzare. Li contrasteremo da qua> gli spiegai e lui mi guardò confuso.
<E con cosa? Ci rimangono pochi proiettili a testa e queste divise non proteggono moltissimo> disse aprendo il caricatore della sua pistola.
Aprii anche la mia, e contai che in tutto ci erano rimasti sei proiettili contro almeno trenta soldati.<Ti devo ricordare, che io sono in grado di modellare l'acqua, perciò nulla mi impedisce di creare una barriera per noi, e la morte per loro> dissi vantandomi leggermente.
<Un piano sconsiderato e avventato. Mi piace, ci sto> esclamò facendomi ridere.Presi un respiro profondo, e visualizzai nella mia mente una barriera che ci avvolgeva, così da modellarla con il liquido incolore.
Presi a creare vari coltelli, per poi lanciarli al nemico.
Intanto, Ivor uccideva altri soldati con il mio cecchino.Molti caddero sul terreno feriti, altri direttamente morti.
Il problema che sorse dopo un bel po' di tempo che stavamo lì a combattere, fu il mantenere integra la barriera, ma nel contempo stesso, creare armi necessarie.
Ogni minuto che passava sentivo la spossatezza raggiungermi, mentre l'adrenalina retrocedeva.
Ero stanca. Tanto stanca.
E più continuavo a sostenere questa difesa e questo attacco, più mi indebolivo.
Iniziai a sudare freddo, e alcuni proiettili oltrepassarono la barriera.
<Quanti ne sono rimasti?> chiesi ansimando al ragazzo.
<Almeno otto>. Imprecai sonoramente.
<Non riuscirò a resistere per molto ancora!> esclamai.Ormai i coltelli che creavo si scioglievano ancor prima di raggiungere il bersaglio, e la barriera aveva dei buchi che non riuscivo a coprire.
Non ce la facevo più.
Ero stremata.
Persi totalmente la concentrazione sul mondo esterno, e non mi accorsi della granata lanciata dall'Hydra fino ai nostri piedi.
<Eileen!> urlò Ivor, per poi lanciarsi su di me.
Ritornai alla realtà, e appena la bomba esplose, ci riparai in una cupola.Dopo questo, ho solamente ricordi confusi.
Forse ero svenuta.
La granata mi procurò un fischio prolungato alle orecchie, cancellando ogni possibile rumore circostante.
Ricordavo un mal di testa atroce, e un altro dolore lancinante alla spalla destra.
Poi il buio, spezzato da alcune fiammeggianti luci gialle e rosse.
C'era tanto fumo, che ci fece tossire anche l'anima.
Sentii Ivor dire qualcosa e poi mi scosse per le spalle, facendomi rinsavire d aiutandomi ad alzarmi.
Iniziammo nuovamente a correre, sparendo nel fumo dell'esplosione, e appena fummo abbastanza lontani, mi fermammo a riprendere fiato.Una fitta alla spalla mi fece irrigidire di colpo.
Spostai la maglia, e trovai una bellissima scheggia conficcata proprio nel bel mezzo dei nervi.
<Cazzo> sussurrai a denti stretti, facendo girare Ivor, che mi guardò subito preoccupata.
<Non sembra avere un bell'aspetto> commentò.
<Questo perché sono schegge della granata. Mi devi dare qualcosa per levarle, prima che facciano infezione> dissi, cercando di scoprire il più possibile la spalla.
Lui mi passò delle fobici che teneva nascoste nello stivale.
<Perché hai delle forbici?>.
<Le ho prese ad una guardia con l'intenzione di piantargliela nel collo, però poi mi hanno stremato> rispose brevemente.
Mi misi il colletto della maglia in bocca, ed iniziai a tirare fuori ogni scheggia.
Poi, non avendo nient'altro con noi, mi arrangiai e mi fasciai la spalla alla bell'e meglio, e ci rimettemmo in cammino.
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It has always been You -Steve Rogers-
FanfictionLui avvicinò le sue labbra al mio orecchio. <Per tutto questo tempo sono sempre stato io> sussurrò facendomi rabbrividire. <Tu?>. <Esattamente. Sono il carnefice di tutto-> la rabbia ribollì in me, <E tu non ti sei accorta di ni...