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Qualcuno bussò alla porta della mia stanza, ed io la aprii svogliata, sapendo già chi ci si celava dietro.
<Che vuoi> domandai brusca.
<Scusarmi con te> rispose il russo. 
Incrociai le braccia al petto ed alzai un sopracciglio, aspettando le sue scuse.
<Mi dispiace di averti detto quelle cose e di averti urlato in faccia. Ma devi capire che ho paura>.
<Certo che lo capisco! Anch'io ho paura di ritornare in quell'orribile bunker di pazzi!> esclamai, e lui scosse la testa.
<No> si fermò prendendo un respiro, <Io ho paura per te, Eileen> disse ed io rimasi a guardarlo.
Il suo battito era veloce e lui continuava a passarsi il peso da una gamba all'altra.

Non so per quanto rimasi lì immobile a fissarlo.
<Allora, mi puoi perdonare?> mi chiese con un'espressione sofferente, a cui non potei dire di no.
<Però devi fare una cosa per me> esclamai e lui annuì curioso.
<Ieri ho incontrato Natasha, la Vedova Nera. E lei mi ha gentilmente invitata ad una festa. Ed io ho detto che avrei portato un amico con me> dissi, ma lui non capì.
<Il Capitano Rogers o il ragazzo che ti ha accompagnata?> mi chiese confuso, ed io scossi la testa.
<Nessuno dei due, perché verrai tu> dissi e lui si mise a scuotere freneticamente la testa.
<No no no, non se ne parla! Uno, siamo ricercati dall'Hydra che potrebbe essere nascosta dappertutto. Due, non mi piacciono le feste>.
<Vuoi farti perdonare, si o no?!> misi le mani sui fianchi.
<Si, ma->,
<Niente ma! Queste sono le condizioni!> dissi con un tono che non ammetteva repliche. Ivor abbassò la testa sconfitto.
<Bene, allora oggi pomeriggio andiamo in qualche negozio con Natasha> annunciai e lui alzò gli occhi al cielo annuendo.

Il pomeriggio arrivò presto, e con sé anche la Vedova Nera su quella bellissima macchina nero lucido del giorno prima.
Io mi misi sul sedile davanti e Ivor si prese i due posteriori.
<Allora, è lui il tuo amico?> mi chiese la rossa con un sorrisino ammiccante, ed io annuii.
<E questo tuo amico ha anche un nome?>.
<Ivor Vasilyev> rispose lui. 
Lei lo squadrò per bene.
<Вы русский?> (Sei russo?) gli chiese la rossa in russo.
<Да> (Si) rispose lui, e lei annuì, per poi girarsi verso di me.
<Certo che ti tratti parecchio bene, eh?!> esclamò la rossa.
<E non sai quanto> risposi sorridendo beffarda, facendola ridere.
<Tu mi stai proprio simpatica> disse facendomi sorridere divertita, per poi finalmente partire.

Ci fermammo davanti un negozio di abiti maschili, e ci buttammo alla ricerca di uno smoking.
Facemmo provare a Ivor vari completi, e dopo almeno sette cambi, uscì dal camerino con: un blazer a singolo bottone nero in similpelle con sotto una maglia a collo alto nera, un paio di pantaloni non troppo aderenti neri, e dei mocassini neri lucidi. Elegante ma non troppo.
<Perfetto, direi che lo compriamo!> esclamò Natasha ed io spalancai gli occhi.
<Aspetta, ma con quali soldi lo paghiamo? Noi non ne abbiamo!> dissi e lei sorrise, uscendo una carta di credito dal portafogli.
Assottigliai gli occhi, osservandola bene.
<Stark?> chiesi.
<Stark!> esclamò lei annuendo, per poi pagare.

Successivamente ci girammo qualche altro negozio, per poi iniziare a dare un'occhiata ad uno che sembrava promettente. 
Dopo un po' la Vedova Nera si fermò davanti ad un tubino nero semplice con le spalline, per poi andarselo a provare.
Uscì dal camerino che era favolosa.
<Allora?>.
<Stai da Dio!> risposi.

Bene, mancavo solo io.

Ne vidi molti, ma uno mi colpì in particolare. 
Un tubino stretto elasticizzato blu a maniche lunghe con una scollatura a gioiello, corto fino a mezza coscia.
Aggiunsi un paio di tacchi scarpin sempre blu, ed uscii dal camerino.
Ivor spalancò la bocca e Natasha mi sorrise soddisfatta.
<A giudicare dalla faccia del tuo amico, lo compriamo> esclamò la rossa, per poi andare a pagare. 

Fuori ormai si era fatta sera, quindi Nat ci riaccompagnò a casa.
Appena se ne fu andata sentimmo una voce alle nostre spalle.
<Eileen!> urlò Steve per sovrastare il rombo della moto. Si fermò affianco a noi.
<Capitano> lo salutò Ivor con un cenno del capo.
<Ivor> stessa cosa fece Steve.
<Dove siete andati?>.
<A fare compere insieme a Natasha per la festa di venerdì> risposi, per poi entrare nel portone.

Salimmo le scale, ma mi fermai bruscamente.
<Che succede?> mi chiesero preoccupati.
<La radio in casa...è accesa. E noi non l'abbiamo toccata>.

It has always been You -Steve Rogers-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora