Molto tempo dopo...Quanto era passato? Non lo sapevo, ma ero convinta di aver trascorso troppo tempo prigioniera di quello scienziato pazzo.
La mancanza di finestre e di orologi non facilitava la questione.
Il tempo sembrava passare lentamente.
Anzi, stava passando? O aveva deciso di restare immobile, fermo a guardarmi impotente?
Per fortuna che in tutta questa situazione orribile c'era Ivor, l'unica persona che era stata gentile con me, quando l'unica gentilezza che mi concedevano era il non bisogno di farmi l'elettroshock.Ivor era un ragazzo biondo platino, con grandi occhioni blu e un forte accento russo. Era alto, seppur non tanto possente, aveva un cuore enorme.
Quando succedeva che sbagliassi qualcosa e che mi punissero, lui dopo mi portava di nascosto una coperta e mi medicava i lividi bluastri sulla pelle.Mi aveva raccontato che suo padre era un membro dell'Hydra e che l'ha obbligato a farne parte, anche se lui non voleva.
Nelle ore in cui mi teneva sott'occhio dopo i vari allenamenti molto intensi, mi parlava di come avrebbe voluto scappare, e viaggiare per tutto il mondo, e magari, nel frattempo, conoscere anche una ragazza di cui si sarebbe innamorato perdutamente.
Aveva addirittura organizzato un piano di fuga, per farci ritornare alla vita normale.
Mi aveva riferito che il dottore Morukov a breve mi avrebbe mandata in missione, e seppur per conto dell'Hydra, era un buon inizio.Fui convocata da Morukov subito dopo gli allenamenti.
<Che vuoi> chiesi spazientita appena entrai.
<Oh suvvia Perkins! Non c'è bisogno che usi quel tono saccente. Siamo praticamente amici, adesso> esclamò sorridendo viscidamente, facendomi assumere una smorfia di disgusto.
<Neanche se fossi l'ultimo essere vivente sulla faccia della Terra. E adesso dimmi che vuoi, o me ne ritorno all'inferno> dissi indietreggiando verso la porta, ma venni bloccata da due energumeni che mi costrinsero a sedermi sulla sedia davanti al dottore, che mi porse una cartella.
<Ho una missione per te. Quell'uomo sulla foto è un membro dell'Hydra, ma negli ultimi tempi ha iniziato ad alzare un po' troppo il gomito, ritenendosi il capo. Ho bisogno che lo spaventi. Che gli faccia cadere l'orgoglio e la spavalderia> mi spiegò, ed io annuii, sollevata di avere occasione di uscire da lì, anche se per picchiare un tizio a caso.
Mi feci dare l'indirizzo e il momento della partenza, che sarebbe stato la sera stessa, e ritornai in "camera".Dopo poco entrò Ivor.
<Sei sicura di volerlo fare? Infondo è la tua prima missione> esclamò un po' agitato.
<Si, sono sicura. Non dimenticare che sono un Caporale Maggiore> gli ricordai, e lui alzò gli occhi al cielo.
<Eri> mi corresse ed io sbuffai.
<Sta tranquillo. Andrà tutto bene. Lo devo solo spaventare abbastanza da farlo cagare sotto> esclamai facendolo sorridere divertito.
<Certo che sei proprio volgare per essere un militare> mi disse.
<Ex militare> lo corressi io stavolta, facendogli scuotere divertito la testa.Beh, dovevo prepararmi per la missione, quindi, un altro po' di allenamenti e poi sarei andata a risolvere questo piccolo inconveniente.
Insomma, niente di troppo preoccupante.La sera arrivò presto. Forse troppo in fretta, ma tutto sommato ero pronta.
O almeno, così credevo...
Gli energumeni di prima mi scortarono, non troppo delicatamente, dentro una macchina nera, e successivamente mi misero una benda anch'essa nera.
Sentii il piede sul pedale della frizione, e l'inserimento delle marce, e così la macchina partì.Contai venti minuti prima che la macchina si fermasse.
Mi tolsero la benda, e mi guardai intorno.
Eravamo su una strada sterrata, in mezzo ad un bosco, con delle maestose montagne dietro di noi, e una mezza luna che piano piano saliva nel cielo, accompagnata dalle stelle.
Saranno state più o meno le due di notte, e a giudicare dalla forte umidità e dalla leggera brezza del Sud, sarà stata inizio estate. Quindi più o meno inizio luglio.
E se i miei calcoli erano esatti, ero rimasta nel laboratorio per almeno cinque mesi e mezzo...Cinque mesi e mezzo?
<Prosegui sulla strada fino a quando non troverai una casa. Là si troverà il bersaglio. Completa la missione, e poi ritorna qui> mi spiegò uno, per poi risalire in macchina, ma senza farla partire.
Mi avviai per la strada, ammirando finalmente un paesaggio diverso dalle mura del laboratorio e della palestra.
Inspirai l'aria del bosco e chiusi gli occhi a quel leggero odore di terriccio e a quel dolce suono di un ruscello in lontananza che si infrangeva impetuoso sulle rocce.Mi era mancata la natura.
Mi era mancato tutto questo.Soprappensiero mi ritrovai vicina ad una casa abbastanza piccola. Fatta in legno e mattoni, stile montanaro.
Per essere la casa di un membro dell'Hydra, era fin troppo piccola. Ma ciò non significava che non poteva avere dei sotterranei.
Mi alzai maschera sul volto, e mi avvicinai silenziosamente alla finestra.
Dalla porta sarebbe stato più incline per una trappola.Uscii dalla mia cintura un gancio, che infilai sotto la fessura della finestra. Lo agganciai alla maniglia con movimento di polso, e lo girai, aprendola.
Entrai, facendo meno rumore possibile, e mi guardai intorno, in cerca del mio uomo.Dopo una ricerca approfondita, in cui non trovai niente e nessuno, mi fermai a riflettere.
Se hanno detto che si trovava qui, vuol dire che se ne sono accertati, e loro non sbagliano mai.
Forse...ma mia teoria dei sotterranei non era tanto assurda.
Cercai in ogni angolo una leva o un pulsante che potesse attivare una porta segreta, e dopo non poco tempo, tastai qualcosa sotto al tavolo, che azionò un meccanismo che fece aprire un buco sotto di esso.
Potrebbe essere una trappola.
E molto probabilmente sarà così.
Ma non posso dirlo se non lo scopro.Scesi giù con una piccola scala sulla parete dell'entrata, e mi ritrovai in una serie di strette gallerie, probabilmente costruite per nascondersi da ospiti indesiderati.
Mossi un passo, per iniziare la caccia all'uomo.
<Ti stavo aspettando> una voce rauca rimbombò in tutto lo spazio, costringendomi a tapparmi le orecchie.
<So perfettamente che cosa sei venuta a fare qui. Ma tu non mi fai paura. Nessuno di voi mi fa paura!> tuonò l'ultima frase.
<Allora, se è come dici, esci fuori dal nascondiglio. Riesco a sentire il tuo respiro controllato nella terza galleria a destra, da qua> esclamai di rimando, e sentii il suo respiro trattenersi per un secondo.
La sua figura comparse poco dopo davanti a me.
Sorrisi beffarda.Che i giochi abbiano inizio.
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It has always been You -Steve Rogers-
FanfictionLui avvicinò le sue labbra al mio orecchio. <Per tutto questo tempo sono sempre stato io> sussurrò facendomi rabbrividire. <Tu?>. <Esattamente. Sono il carnefice di tutto-> la rabbia ribollì in me, <E tu non ti sei accorta di ni...