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Prima che le porte dell'ascensore si chiudessero, l'agente che ci aveva accompagnati, seguito da altri due uomini, entrò.
Lo salutammo con un cenno, e ripartimmo. 

Steve mi toccò la mano, indicandomi col capo la mano di uno degli energumeni.

Perché stava tenendo la mano sulla pistola?

L'ascensore si fermò di nuovo, e altre cinque persone entrarono. 
Era tutto troppo strano. 
Rogers puntò uno, e quando seguii il suo sguardo, vidi delle goccioline di sudore scendere dalla fronte dell'uomo. Il suo cuore andava molto veloce.

Qui qualcosa non quadrava.

L'ascensore si fermò di nuovo e altri tre energumeni salirono a bordo.
Io ed il Capitano ci guardammo e annuimmo.
<Prima di cominciare...qualcuno vuole scendere?> chiese Steve. 

Ci furono degli attimi di silenzio, interrotti solo dai battiti accelerati dei presenti.

<Attento!> urlai a Steve, facendolo abbassare così da evitare una bastonata elettrice in faccia.
Rogers diede un pugno quello del bastone, che con un pugno bloccò l'ascensore.
Alcuni uomini presero il Capitano bloccandolo al muro. 
Io, dall'altra parte, diedi una gomitata ad un tizio che voleva incatenare Steve, si liberò a suo di calci alle ginocchia. 
Rumlow gli si avvicinò con il dissuasore elettrico, ma io glielo feci volare dalle mani con un calcio, concentrando la sua attenzione su di me.

Schivai un suo pugno, e lo feci cadere con uno sgambetto. 
L'uomo delle manette magnetiche di prima riuscì ad avvicinarsi abbastanza a Rogers per attaccargliele, incatenandolo al muro. 

Mi modellai due coltelli con l'acqua. Un energumeno mi prese da dietro, stringendomi in una morsa salda il collo, mentre un altro mi teneva fermo il braccio. 
Strinsi la mano intorno al braccio del tizio, che prese ad urlare dal dolore, lasciandomi andare. 

Rumlow riuscì a prendere il bastone elettrico e cercò di colpire Steve, che lo fece sbattere alla parete. L'agente si riprese subito e colpì il Capitano col bastone, facendogli stringere i denti. 
Creai una corda, e la strinsi intorno al collo di Rumlow, impedendogli di colpire Rogers. 
Un altro gli andò contro, ma Steve si difese bene. 
L'uomo che tenevo alla corda, riuscì a liberarsi, tirandomi un calcio all'addome, facendomi piegare in due. 
Mi prese per i capelli e mi sbattette a terra.
Gli diedi una ginocchiata alla schiena e poi un destro in faccia, spaccandogli il labbro.

Il Capitano riuscì a liberarsi delle manette, ma un altro lo elettrificò facendolo tremare. 
Gli presi il collo da dietro, e gli tirai un calcio in mezzo alle scapole, facendolo urlare. 

Rumlow si rialzò di nuovo con il bastone. 
<Ehi! Davvero, non è nulla di personale!> esclamò per poi provare a colpirmi, senza successo. Subito dopo, però, mi diede un pugno sullo zigomo che non riuscii a parare, e allora il Capitano lo prese e lo fece schiantare contro il soffitto. 
<A me sembrava il contrario> commentò a denti stretti Steve.
<Stai bene?> gli chiesi e lui mi guardò, per poi annuire.
<E tu?> mi chiese, ed io scrollai le spalle.
<Bene. Insomma, una giornata come le altre> risposi ironica, facendogli spuntare un piccolo sorriso.
<Dai, usciamo da qui> disse, per poi sbloccare l'ascensore.

Le porte si aprirono e una ventina di soldati ci puntarono le armi contro, facendoci irrigidire. 
<Getta lo scudo a terra e mani in alto!> esclamò uno, allora il Capitano, repentino, tagliò i cavi dell'ascensore con lo scudo, facendoci precipitare.

<Steve!> urlai. E dopo qualche secondo l'ascensore rallentò, probabilmente per dei sistemi di sicurezza.
<Tutto bene?> mi chiese ed io lo guardai a bocca aperta.
<Sapevi che si sarebbe bloccato?!>, lui deviò il mio sguardo.
<Non proprio> rispose, e mi venne voglia di prenderlo a pugni su quel bel faccino.
<Va bene va bene, vediamo se si aprono le porte> dissi aiutando Steve ad aprirle, ma appena furono aperte, dei soldati iniziarono a correre verso di noi, così le richiudemmo.
<Si, si aprono. Ma no, non le useremo di certo. E adesso?>.
<Arrendetevi! Aprite le porte! Non avete via di scampo!> esclamò uno da fuori. 

Rogers mi guardò.
<Ti fidi di me?> mi chiese avvicinandosi.
<Di solito quando qualcuno lo dice sta per fare qualcosa che si avvicina alla morte di entrambi> dissi preoccupata.
<Lo prendo come un si> concluse, per poi prendermi in braccio e buttarsi dalla finestra, coprendoci con lo scudo.

Cercai di non urlare, ma mi risultò impossibile. 

Ripresi lucidità quando il pavimento si fece più vicino. 
Creai qualcosa che potesse attutire la nostra caduta, e ci riuscii. 
Ci rialzammo e iniziammo a correre come dei forsennati. 
<Tu sei pazzo!> urlai nella fuga.
<Si, penso di si!> rispose lui, facendomi ridere.
<Mi piace!> esclamai, e sorrisi vedendo il suo sorriso.

Salimmo sulla sua moto, ma un jet ci bloccò il passaggio.
<Arrendetevi! Arrendetevi!> esclamò qualcuno, ma non gli demmo peso. 
Il jet uscì la mitraglietta, che incominciò a mirarci, non andando a segno. 
Steve lanciò lo scudo, andandolo a conficcarlo nell'elica, per poi farci saltare sul jet per finire di distruggerlo. 

Mi buttai dall'aereo in fiamme, nuovamente in braccio al Capitano. 
<E addio ad un'altra moto>.

It has always been You -Steve Rogers-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora