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Arrivarono presto le cinque, e il biondo centenario bussò piano alla porta. Andai ad aprire, facendomi trovare già pronta.
Lui rimase un attimo a guardarmi.
<Andiamo?> gli chiesi e lui sbattette le palpebre venendo riscosso dalla mia voce.
Annuì sorridendomi, e così andammo al Tidal Basin.

Il cielo non era ancora pienamente illuminato, e la luna era ancora allo zenit, non completamente piena.
A est l'orizzonte iniziava a prendere un colorito rossastro, che preannunciava l'alba. Il tutto riflesso nel bacino idrico.

Con una bella arietta fresca di prima mattina, iniziammo a correre intorno al lago.

Il primo giro lo facemmo in totale tranquillità, sorpassando di poco un ragazzo di colore.

Poi, con il secondo giro, aumentammo e la velocità, e riuscii a tenergli testa egregiamente. Sorpassammo per la seconda volta il ragazzo di colore, che in lontananza sentii sbuffare.

Andammo avanti con il terzo giro, e la semplice ed amichevole corsetta si trasformò in una gara di velocità.
Ci stavamo avvicinando velocemente, di nuovo, al ragazzo di colore, che si guardò indietro alzando gli occhi al cielo.
<Ma che cosa c'è da gareggiare alle cinque del mattino io non lo capisco> lo sentii sussurrare tra un passo ed un altro.
Lanciai uno sguardo a Steve, sperando che cogliesse le mie intenzioni.
Gli arrivammo accanto.
<A sinistra!> esclamammo in coro superandolo.

Continuammo con il quarto giro, aumentando sempre di più la velocità.
<A sinistra!> esclamammo ancora al ragazzo.
<A sinistra, ho capito! Ho capito> rispose di rimando sbuffando infastidito.

Facemmo altri giri, continuando ad infastidire quel povero ragazzo, che si accorse del nostro imminente arrivo.
<Non ditelo! Non ditelo!> urlò.
Noi gli fummo accanto in pochi secondi.
<A sinistra>.
Lui cercò di accelerare per raggiungerci, ma fallì miseramente, mentre noi sorridevamo divertiti. 

Dopo altri giri vedemmo il ragazzo di prima seduto ai piedi di un albero mentre riprendeva fiato. Steve gli si avvicinò, seguito dopo poco da me.
<Ti serve un medico?> gli chiese, e lui si mise a ridere in risposta.
<Mi servono un paio di polmoni nuovi. Però, hai corso tipo venti chilometri in trenta minuti!> esclamò. Steve si mise le mani sui fianchi.
<Si, devo esser partito lento>.
<Davvero?! Io se fossi in te un po' mi vergognerei! Fatti un altro giro. Avanti!> esclamò, per poi guardarlo.
<L'hai già fatto?! Certo che l'hai già fatto!> esclamò scuotendo la testa. 
<In che unità stai?> gli chiesi.
<Cinquantottesima Parareschio. Ma ora lavoro agli affari dei veterani> rispose, per poi allungare la mano, così che lo potessi issare su. 
<Wow. Io sono Sam Wilson> si presentò, e il Capitano gli strinse la mano.
<Steve Rogers>.
<Eh, il sospetto ce l'avevo avuto>.
Poi si girò verso di me con un sorriso beffardo, che mi ricordò un po' alla lontana quello di Stark.
<E tu dolcezza?> mi chiese facendomi assottigliare gli occhi.
<Ex Caporale Maggiore Eileen Perkins del I Corps> risposi fieramente lasciandolo praticamente a bocca aperta.

Seguì un silenzio alquanto imbarazzante, ma per fortuna venne presto interrotto da Sam.
<Deve essere stata una bella botta tornare a casa dopo lo scongelamento> disse riferendosi a Steve, che sospirò.
<Ci vuole un po' per riabituarsi> disse, e il suo cuore accelerò per un momento, segno che era a disagio.
<È per via del letto, vero? È troppo morbido?> chiese Sam.
<Al fronte dormivo per terra. I sassi erano il cuscino, come un uomo delle caverne. Adesso a casa, quando sto nel mio letto è come->, <Sdraiarsi sulla marmellata-> lo interruppe Steve, <Sembra di precipitare sul pavimento> conclusi io.
Ci sorridemmo a vicenda, sentendoci capiti.
<E quanto?> chiese Steve.
<Due missioni> rispose. 
Poi al Capitano arrivò un messaggiò.
<Va bene Sam, il dovere chiama> disse, per poi stringergli la mano.
<Grazie per la corsa, se quella la chiami corsa> aggiunse, ricevendo uno sguardo indignato da parte del ragazzo.
<Oh, fai anche lo spiritoso?!>.
<Oh si, faccio lo spiritoso> concluse il biondo.
<Se passi agli affari dei veterani e mi vuoi far fare bella figura con la ragazza alla reception, fammelo sapere> esclamò Sam.

Una macchina nera si fermò davanti a noi.
<Hey bei fusti! Uno di voi sa dov'è lo Smithsonian? Dovrei recuperare un fossile!> esclamò colei che riconobbi come la Vedova Nera.
<Simpatica> commentò Steve.
La ragazza mi vide e per poco non le uscirono gli occhi fuori dalle orbite.
<Caporale Perkins?!>.
<Salve Vedova>. Lei si sporse dalla macchina.
<Ma dov'eri finita?! Non ti abbiamo più vista dalla battaglia al laboratorio di Strucker!>.
<Eh, è una lunga storia> risposi vaga.
<Vabbè, ho capito. Ne riparliamo alla festa di venerdì sera> disse ed io la guardai confusa.
<Ma non sono stata invitata>.
<È una festa di Tony. Non serve l'invito!> disse ed io sorrisi divertita.
<Allora? Ci stai?> mi chiese.
<Va bene, ci sto. Però porterò un mio amico> avvisai e lei mi guardò maliziosa.
<Un "amico"?>.
<Si si, solo un amico> dissi mettendo le mani avanti, e lei annuì poco convinta.

Steve mi si avvicinò.
<Io devo andare, quindi dovrai tornare a casa da sola> mi avvisò ed io guardai Sam per un secondo.
<Va bene. Wilson! Ci stai per giro?> chiesi al ragazzo richiamando la sua attenzione e lui annuì concorde.
<Stai attenta> sussurrò il Capitano.
<Anche tu>.
<Avanti Rogers, che non te la ruba!> esclamò Natasha, facendomi sorridere divertita dai suoi modi espansivi.
Così il biondo salì ufficialmente in macchina, per poi sfrecciare per chissà dove.


It has always been You -Steve Rogers-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora