<Dove ha imparato Capitan America a rubare le macchine?> chiese stupita Nat nei sedili posteriori del pic-up.
<Dai nazisti in Germania. E poi, l'ho presa in prestito, non rubata> ribatté il Capitano.
<Comunque, Steve, mi dispiace, ma non riesci proprio a mentire> commentai e lui alzò gli occhi al cielo.
<C'è la possibilità che tu non sia tagliato per fare questo lavoro> disse Nat, mentre lui continuava ad ignorarci.
<Allora, com'è stato questo bacio?> ci chiese sorridendo beffarda la rossa.
Mi girai verso di lei assottigliando gli occhi, mentre Steve continuava a guardare la strada, facendo finta di nulla.
<Rogers? Esprimiti, forza! Non mi dire che era il tuo primo bacio dopo il 1945> continuò Natasha, ricevendo un'occhiataccia dall'interpellato attraverso lo specchietto.
<No, non lo era> rispose un po' duramente.
<Ed era una speciale?> chiesi, e lui abbassò lo sguardo fattosi improvvisamente triste.
<Il mio primo amore in assoluto. E ho novantacinque anni, dove settanta li ho persi nel ghiaccio> rispose.
<E lei...è ancora viva?> chiesi piano e lui annuì.
<Il file veniva da queste coordinate> disse Natasha appena scesa dalla macchina.
Steve si fermò ad osservare l'insegna di quel posto.
Camp Lehigh.
<Anch'io> commentò nostalgico il Capitano.
<È il campo dove mi hanno addestrato> continuò, entrandoci dentro.
<Ed è cambiato?> chiesi. Lui si fermò sotto una lunga asta, forse usata per la bandiera.
<Un po'> rispose guardandosi intorno.
Gli misi una mano sulla spalla, e gli sorrisi, cercando di tirarlo su con il morale.
Lui, in risposta, si girò verso di me con un sorriso non tanto accennato.
<Piccioncini, questo è un punto morto. Zero rilevamento calore. Zero onde. Nessuna onda radio. Chiunque abbia creato il file deve aver usato un router per confondere le cose> esclamò Nat.
Il Capitano guardò un punto dietro Nat con la fronte corrucciata.
<Che c'è?> chiesi, e lui iniziò a camminare.
<Il regolamento dell'esercito proibisce lo stoccaggio di munizioni entro 450 metri dal campo> disse avvicinandosi ad una porta.
<Questo edificio non dovrebbe essere qui> dissi guardandolo meglio, e lui annuì rompendo poi la serratura con il bordo dello scudo.
Entrammo nella struttura, scendendo per delle scale che portarono ad una grande sala piena di scrivanie e sedie, con lo stemma dello S.H.I.E.L.D sulla parete difronte.
<È lo S.H.I.E.L.D!>.
<Forse dove tutto è iniziato> ipotizzò il Capitano.
Entrammo in un'altra stanza con degli scaffali vuoti, con tre quadri appesi.
<Quello è il padre di Stark> disse Natasha indicando il quadro in mezzo.
<Howard> confermò Steve.
<Non si somigliano poi così tanto> riflettei.
<Ma di carattere sono praticamente uguali> commentò Rogers.
<Chi è la ragazza?> chiese Nat indicando il quadro a destra, raffigurante una donna bellissima.
Steve si allontanò, non rispondendo.
E forse capii perché.
Sentii un fruscio d'aria.
<C'è qualcosa dietro questo scaffale> dissi andando alla fonte di quel leggero venticello.
<Se stai già lavorando in un ufficio segreto-> disse Steve, per poi iniziare a spingere lo scaffale, scoprendo un ascensore, <Perché devi nascondere l'ascensore?!> concluse, andandogli incontro.
<Siamo proprio sicuri? Non voglio ripetere la giornata di ieri> commentai facendo ridacchiare il Capitano, mentre la Vedova Nera ci guardava confusa.
<Perché, che è successo?>.
<Appena usciamo da questo posto te lo racconto> le promisi, mentre andava a scannerizzare le impronte per accedere all'ascensore.
Premette in ordine i pulsanti, facendo così aprire le porte.
Ci ritrovammo davanti ad una stanza enorme e buia, che dopo poco si illuminò.
Al centro della stanza c'erano dei computer abbastanza vecchi, con tanti pulsanti, e file di nastri registratori che riempivano la stanza.
<Non può essere il punto di trasmissione dati. È una tecnologia antica!> esclamò confusa Nat, per poi notare un hard-disc, dove inserì la chiavetta USB.
I vecchi e polverosi nastri registratori si accesero, prendendo a girare.
La telecamera sopra al computer si alzò, inquadrandoci.
Sullo schermo apparve una scritta.
-Avviamento sistema?-
Nat si avvicinò alla testiera, attivandolo.
Il computer iniziò a fare suoni strani, facendo comparire un volto sullo schermo.
<Rogers Steven. Nato nel 1918> esclamò una voce, puntando con la telecamera l'interpellato.
La camera si spostò su Natasha.
<Romanoff Natalia Alianovna. Nata nel 1984> esclamò ancora.
Infine la camera mi puntò.
<Perkins Eileen. Nata nel 1986> esclamò infine.
<Sembra una registrazione> disse Natasha.
<Io non sono una registrazione, Fräulein. Non sarò più l'uomo che ero quando il Capitano mi fece prigioniero nel 1945. Ma io esisto> la interruppe il computer con forte accento tedesco, mostrando poi una foto di un uomo.
<Tu conosci questo coso?> chiedemmo al Capitano.
<Armin Zola. Uno scienziato tedesco che lavorava per Teschio Rosso. È morto da anni> spiegò Steve.
<Primo errore! Io sono svizzero. Secondo, guardatevi intorno. Non sono mai stato tanto vivo. Nel 1972 mi diagnosticarono una malattia terminale. La scienza non poteva salvare il mio corpo. La mia mente, tuttavia, meritava di essere salvata in una banca dati su sessanta chilometri di nastro. Voi vi trovate nel mio cervello> spiegò lo svizzero.
<Come sei arrivato qui?> chiese il Capitano.
<Invitato!> rispose.
<Si tratta dell'operazione Paperclip dopo la seconda guerra mondiale. Lo S.H.I.E.L.D reclutò scienziati tedeschi con capacità strategiche> disse Natasha.
<Pensavano che potessi aiutare la loro causa. E ho aiutato anche la mia> finì il computer.
<L'Hydra è morta con Teschio Rosso!> esclamò Rogers, ed io scossi la testa.
<Steve, sai che non è così> dissi.
<Tagli una testa. Altre due spuntano fuori> concordò il computer.
<Dimostralo!> esclamò ancora il Capitano.
<Accesso archivio> esclamò, facendo comparire un'immagine di Teschio Rosso, <L'Hydra è stata fondata sulla convinzione che non ci si poteva fidare di un'umanità che fosse libera. Quello di cui non ci eravamo resi conto era che portare via ls libertà genera resistenza. La guerra ci ha istruito molto. L'umanità doveva rinunciare alla propria libertà volontariamente. Dopo la guerra fu fondato lo S.H.I.E.L.D e io fui reclutato. La nuova HYDRA cresceva.
Un bellissimo parassita all'interno dello S.H.I.E.L.D. Per settant'anni l'Hydra ha segretamente fomentato crisi. Scatenato guerre. E se la storia non collaborava, la storia veniva cambiata> disse, facendo scorrere varie immagini.
<È impossibile, lo S.H.I.E.L.D vi avrebbe fermati!> esclamò Natasha.
<Ci sarebbero stati incidenti>.
Ci mostrò un articolo che parlava della morte del padre e della madre di Stark, e di Fury.
<L'Hydra ha creato un mondo talmente caotico che l'umanità è finalmente pronta a sacrificare la propria libertà per guadagnare la propria sicurezza.
Una volta completato un processo di purificazione, il nuovo ordine di Hydra sorgerà>.
Il battito di Steve accelerò, come il suo respiro.
<Abbiamo vinto, Capitano. La tua morte ha un valore pari alla tua vita. Una somma Zero!>.
Steve diede un pugno allo schermo, rompendolo.
Zola ricomparse sull'altro schermo.
<Come stavo dicendo->.
<Cosa c'è sul drive!> urlò il Capitano.
<Il Progetto Insight richiede intuito. Così ho scritto un algoritmo>.
<Che tipo di algoritmo? Cosa fa?> chiese Nat.
<La risposta alla tua domanda è avvincente. Ma malauguratamente sarete troppo morti per sentirla>.
Le porte dell'ascensore si chiusero di scatto, bloccandoci all'interno.
<Aereo nemico non identificato. Missile a corto raggio. Trenta secondi massimo> esclamò Natasha.
<Chi lo ha lanciato?> chiese nel panico Steve, lei spalancò gli occhi.
<Lo S.H.I.E.L.D> sussurrò.
<Temo che io abbia guadagnato tempo, Capitano. Ammettilo, è meglio così> disse il computer.
Noi ci guardammo freneticamente intorno, cercando un riparo.
Steve sollevò una grata, e Natasha prese la chiavetta.
<Siamo entrambi...fuori tempo> esclamò ancora il computer.
Il rumore del missile si avvicinò velocemente.
Un forte scoppio ci fece tremare, saltammo nel buco della grata.
Cercai di creare una barriera d'acqua per proteggerci, ma qualcosa mi colpì in testa, facendomi perdere conoscenza.
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It has always been You -Steve Rogers-
FanfictionLui avvicinò le sue labbra al mio orecchio. <Per tutto questo tempo sono sempre stato io> sussurrò facendomi rabbrividire. <Tu?>. <Esattamente. Sono il carnefice di tutto-> la rabbia ribollì in me, <E tu non ti sei accorta di ni...