3x04- fragilità.

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Josephine's pov

Questa sera ci sarà una festa per celebrare la Shelby foundation organizzata per lo più da Grace e me.
Non ero venuta accompagnata da Michael perché altrimenti qualcuno poteva farsi strane idee.
Grace e Thomas erano bellissimi insieme, addirittura favolosi. Le portava un bellissimo gioiello blu e un abito bianco con pelliccia. Era magnifica davvero. In confronto a lei non ero niente. Assolutamente il nulla più totale. Lei era bellissima mentre io non lo ero nemmeno la metà di lei.
Nel mentre che penso a queste cose una scena davanti scorre molto velocemente:
La stanza che si svuotava, grace e tommy che si baciavano, un uomo corse verso di loro e gli punto una pistola, uno sparo, grida, sangue, ancora grida, ancora sangue.
«Chiamante un ambulanza! Presto!»
«Josie stai bene?»
«merda»
Mille voci si insinuarono nella mia testa ma quella di Polly mi fece rinsavire.
«Dammi una mano presto!» mi accasciai accanto a Grace e le pressai la ferita. Il foro di uscita non c'era.
Cercai di aiutarla ma non c'è la feci. Grace era morta.

-

Erano passati un paio di giorni dalla morte di Grace e Thomas era cambiato.
Non parlava più con nessuno se non per affari. Andava via la sera e tornava solo la mattina dopo. Ero davvero molto preoccupata per lui.
«Come sta il piccolo?» mi chiese Polly. Dalla morte della madre si era molto attaccato a me ma ogni tanto la cercava
«la notte chiede della mamma.»
«Tommy ha lasciato una lista, vuole parlare prima con te e Michael.» disse Ada alla zia.
Nella stanza entro Thomas
«Tomm-» non finii la frase che lui entro nel suo studio sbattendo la porta.
«Cazzo!»
«Jos, lascialo stare.» mi disse Micheal.
«Sono solo preoccupata per lui.»
«Lo so ma in questo momento ti faresti più male te standogli vicino.» annui e basta e dopo loro e entrarono.

Dopo cinque minuti arrivarono anche John e Arthur.
«è nel suo ufficio. Non è nelle sue piene forme.» dissi io abbracciando il mio migliore amico.
Dopo poco Polly e Micheal uscirono dopo aver rivelato del discorso già avvenuto con Thomas, John rimase scioccato.
Adesso era il turno di me e i due fratelli.
Appena entrai Thomas mi fece un mezzo sorriso dopodiché mi misi a sedere difronte alla sua scrivania piena di scartoffie.

«Siamo andati in ospedale di Angelo e gli abbiamo tagliato la gola. È morto.» dissi facendo per continuare
«E abbiamo ripulito la zona sud da tutti gli italiani rimasti.»
«Molti sono andati nella Black Country ma Betty Kitchins ha l'ordine di cacciarlo» aggiunse John.
«E il vecchio?» chiese lui in seguito guardando me
«È andato a Liverpool. Aspetta una nave per migranti per New York. La prima salpa sabato.»
«Bene. Voi lo prelevate e lo portate da me. Chi c'è con lui?»
«Sua moglie.» commentò Arthur.
Senza pensarci Thomas ci disse di sparare a lei e consegnargli l'italiano.
Vidi John e Arthur che dubitavano sull'ordine imparato dal fratello. E venne fuori che la donna era la loro maestra delle elementari.
«Il vecchio lo voglio vivo. Ci devo pensare io.» disse Tommy passandomi una lista di cose da fare.
«Tommy, se tu non ci sarai abbiamo bisogno di più indicazioni.» cercò una conversazione John ma venne dileguato con un: «Chiedi a Polly.»
«Non a Michael?»
«Adesso basta John.» cercai di zittirlo ma non volle sentire ragioni.
«No, non a Michael. Lui si occupa di contabilità.» Thomas si vede più serio e lo guardò con attenzione.
«Hai dato la precedenza a lui.»
«John, piantala.» riprovai ma senza nessun risultato.
«Hai chiesto di vedere Michael prima di vedere noi.»
«Porca puttana John.» Adesso era Arthur che cercava di zittirlo ma John ormai aveva messo la quarta.
«perché qui la contabilità ha la precedenza assoluta.»
«Da quando?»
«Da quando mia moglie è stata uccisa da una pallottola che dovevo prendere io»
Quando Thomas urlava mi faceva paura. Quello non era lui. I suoi bei occhi azzurri erano spenti.
«Servizi segreti di qua, servizi segreti di la, bla bla bla. Non ci raccontare stronzate. La verità è che siamo i tuoi soldatini. Fai questo John, fai quello John. Uccidi la tua maestra del cazzo John.» John è una brava persona ma quando esplode lo fa sul serio.
«Adesso basta ragazz-» cercai di parlare ma Tommy mi fermò.
«sta zitta Josie.» mi disse prima di tirare giù un goccio di Whisky.
«Ci sarà una piccola guerra, in un piccolo posto del quale non frega un cazzo a nessuno e l'esercito sconfitto avrà bisogno di aiuto e saranno disposti a pagare. Quando l'affare sarà concluso la nostra priorità sarà pensare al bilancio.» prese un piccolo sospiro e fini il suo discorso.
«Ora fate quello che c'è sulla lista e andate a fanculo.»
John e Arthur rinunciarono e andarono verso la porta.
Io rimasi un po' a guardarlo.
«E tu quando ritorni fra noi, Tommy?» chiesi guardandolo negli occhi.
«Sono già fra voi Josie.» sentenziò lui.
«No non è vero. Questo non è il Thomas di cui mi sono innamorata anni fa.» dissi per poi raggiungere il resto della famiglia in cucina.

Mentre Polly cercava di non far dire volgarità ai due fratelli entrò Michael e di colpo John e Arthur si zittirono. Mentre invece madre e figlio parlavano di contabilità.
«Ecco perchè Michael è il nostro capo.»
«E da quando sono il tuo capo Arthur.» chiese Michael versandosi un po' di the.
«Prima gli incontri al vertice e poi gli ordini ai lavoratori. Giusto?» fu John a parlare
«E quando mai avete lavorato voi due?» chiese Finn ai fratelli.
«Alle riunioni di famiglia partecipavano tutti»
«Ok ragazzi adesso basta. Non è colpa di Michael.» dissi io cercando di calare la tensione.
«Ormai io e John serviamo a spalare merda. Il nostro compito è quello di obbedire.» disse Arthur facendo un inchino.
«Sai cosa facciamo, prendiamo le pistole, andiamo fuori e spariamo a qualche fottutissimo fagiano. Sempre del capo permette.» continuò lui prendendo per il culo Michael.
«Ma vaffanculo Arthur.» disse lui ormai stanco delle prese in giro del cugino.
«Non ho girato io di avere un colloquio privato oggi.»
Arthur si alzò e gli andò faccia a faccia.
«Non ho sentito bene ripetilo.»
John si alzò spostando il fratello dal cugino.
«Arthur!» lo rimproverai io.
«Non ho chiesto io di avere un colloquio privato oggi» ribadì il biondo.
«Fottutissimi fagiani!» Karl entrò nella stanza urlando.
Tutti si misero a ridere mentre Polly e Ada rimproveravano i maschioni.
Ci mettemmo tutti seduti e Michael si mise a sedere accanto a me.
«Ho apprezzato il tentativo di aiutarmi. Ma credo di sapermi difendere da solo. Sono un uomo ormai.» mi disse sussurrante al mio orecchio.
«Sei ancora un ragazzino Micky. Ti devono ancora crescere i peli sul petto.» dissi io stuzzicandolo.
«però ti fai scopare da questo ragazzino. E ti piace anche molto»
«Da cosa lo avresti intuito?»
«Il tuo corpo mi parla Josie.»
Polly alzò la bottiglia per un Brindisi ma l'atmosfera venne rovinata da Finn che entrò correndo nella stanza dicendo che Thomas se ne stava andando con Johnny Dog.
Tutti gli Shelby, specialmente Arthur gli andarono incontro ma senza nessun risultato. Io rimasi seduta.
Cosa ne stavo facendo della mia vita?
Sarebbe continuata ancora per tanto in questo modo?
Lo inseguirò per sempre?

La notte arrivo in fratta e io, John, Arthur e Michael eravamo in giardino, tutti mezzi ubriachi e i due Shelby gli insegnavano a sparare.
«Caricare una pistola e come svegliare la tua donna nel cuore della notte.» disse Arthur e Il ragazzo mi guardò.
«Apre gli occhi ancora mezza addormentata e dice: "Micheal, Michael."»
«Non guardarla Micheal. Josie non sarà mai tua. È proprietà di Thomas Shelby.» rise John.
«Oh vaffanculo John. Non sono proprietà di nessuno. E di certo non di Thomas.» dissi facendo un sorso di Whisky.
«Si ma sei innamorata, povera Topo.» continuò lui. Gli tirai uno schiaffo sulla nuca e lui si lamentò che gli avevo fatto male.
Michael schiaccio il grilletto e non lo rese il bersaglio.
La armò di nuovo e dopo vari discorsi filosofici di Arthur disse la prima cosa sensata di tutta la sera.
«Il potere non puoi dirlo di averlo sentito davvero prima di averla puntata contro un uomo.» ma Michael prese troppo alla lettera quelle parole e punto la pistola contro John.
« hai una Webley in mano. Quella spara appena la sfiori. » disse quest'ultimo.
Il ragazzo abbasso la pistola per poi ripiantarla contro Arthur. Aveva lo sguardo di un pazzo.
«Ok adesso basta. Siamo tutti ubriachi e se parte parte un colpo è la fine Micky. Mettila giu.» dissi io ma poi arrivo Polly che disse a Michael di tornare in casa ma lui si ribellò alla madre.
«Non voglio più essere trattato come un bambino del cazzo»
Sbuffai e presi una bottiglia tornando in casa. Non mi reggevo in piedi e non sapevo dove stessi andando. Fino a quando non mi ritrovai in un letto da me sconosciuto ma con un profumo che mi cullava fino a calare in un sonno profondo.

In Love With A Gangster // Peaky Blinders  {SOSPESA!!}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora