2x3 -𝙽𝚎𝚜𝚜𝚞𝚗𝚘 𝚍'𝚒𝚖𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊𝚗𝚝𝚎-

960 27 1
                                    

Sono passate due settimane dal mio ritorno a casa e le cose sono come le ricordavo. Mia madre e mio padre che provano a propormi un matrimonio con il primo ricco che gli passa davanti, mio fratello che cerca di convincermi a tornare a Birmingham e io che cerco in tutti i modi di non ascoltarli.

Ada e John mi scrivano ogni giorno. Chiedano come io stia e che cosa stia facendo di eclatante. Vi rispondo subito: ASSOLUTAMENTE NIENTE.
Londra è monotona. Niente spari, niente gente temuta, niente cappellini con le lame. Mi mancano tanto i Peaky Blinders ma mi dovevo allontanare da tutto quello che riguardava Thomas Shelby e la sua città.

A disturbare i miei pensieri è Gwen che bussa alla porta.
<Avanti!> dissi alzandomi dall'letto.
<Signorina Josephine c'è una nuova lettera per voi e i vostri genitori l'aspettano al piano di sotto.> ringraziai Gwen e aprii la lettera.

Cara Josephine,
a Birmingham ci manchi molto.
Le tue battute, le tue sbronze,
i tuoi guai, le tue litigate con Thomas,
le lotte di cibo tue e di John,
i tuoi saggi consigli sulla vita di Arthur,
le tue torte con Polly e le nostre lunghissime chiacchierate.

Birmingham è vuota senza di te, lo è sempre stata.
Tu davi quel calore che mancava in
questa fredda città.

Manchi a tutti, anche hai clienti del Garrison.
Ma sai a chi manchi più di tutti? A Thomas.
Da quando te ne sei andata non è più lo stesso.
È scontroso e arrogante, è nato così ma ultimamente lo è ancor di più.

Karl, la famiglia e Esme ti salutano.
Un bacio enorme,
tua Ada Shelby.

Mi scese una lacrima solitaria. Dio solo sa, quanto mi mancano.
Lasciai la tettera sulla scrivania e scesi andando nel gigantesco salone di casa mia.
Lì trovai la mia famiglia più un uomo giovane e anche molto carino. I capelli biondo scuro e degli occhioni blu.
<Josie, tesoro, lui è Benjamin Morgan, un mio collaboratore, è nostro ospite a pranzo e starà da noi per un po' di tempo. Perfavore comportati bene e mostra a Benjamin la casa.> disse mio padre. L'uomo mi prese la mano e mi baciò il dorso. <Venite. Vi mostro la casa. Comunque io sono Josephine, ma potete chiamarmi Josie.>
<Molto piacere.> iniziammo ad andare al piano di sopra ma mi giro verso mio fratello senza farmi beccare e gli sussuro un '' È carino. '' lui mi fa un occhiolino e mostro a Benjamin la casa.

.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.

<E questa è la vostra stanza. Vi lascio sistemare le valige. Ci vediamo dopo per il pranzo. E per QUALSIASI cosa, camera mia è quella affianco.> sfoggio uno dei miei sorrisi migliori e me ne torno in camera.
Dovrei rispondere alla lettera di Ada.

Cara Ada,
anche voi mi mancate tanto,
più di ogni altra cosa al mondo.
Infatti avevo in mente invitarvi tutti a restare
da me qualche giorno.
Tutti la famiglia Shelby è invitata,
anche Esme, Karl, Finn e Freddie.

Ti devo raccontare di una persona.
Vivrà a casa mia per qualche giorno,
si chiama Benjamin Morgan, è inutile dire
che è un bell'uomo. Alto, bello e perfino gentile.

Aspetto una tua risposta per l'invito.
Salutami tutti, nessuno escluso.
Salutami anche il resto dei Peaky Blinders.
Un bacio,
tua Josephine White.

Chiusi la lettera e la infilai nella busta gialla. Attaccai il francobollo e la via di casa Shelby.
Andai alla porta e per mia fortuna vidi passare Gwen.
<Potresti spedirmela? Perfavore? Grazie> lei annui e io tornai in camera, aspettando l'ora di pranzo.

.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.--.

Scesi appena fui avvisata del pranzo e mi sedetti al mio solito posto.
<Allora Sig. Morgan, perché non ci parlate un po' di voi?> chiesi molto curiosa.
<Non c'è molto da raccontare. Sono nato e cresciuto in irlanda con i miei zii e i miei cuginetti. I miei genitori sono morti quando avevo 10 anni. Sono stati uccisi da un certo Billy Kimber. Avevo intenzione di vendicarli fino a quando non ho saputo della sua morte. Ad ucciderlo dicano sia stata una ragazzina. Faceva parte di un gang locale a Birmingham.>disse lui.
Liam mi guardó chiedendo spiegazioni.
<sei stata tu?> mi mimò lui.
Feci finta di niente sorridendo.

A mio padre cadde la forchetta dalle mani, causando un forte rumore.
Mi guardò. Aveva capito che ero stata io. Ma sa che non è la prima volta che uccido qualcuno.
<Si lo so. Ero da quelle parti quando è avvenuto.> faci un leggero sorrisetto.

<Cambiando argomento, come mai tutte quelle cicatrici?> chiese indicando le mie braccia.
<niente di che. Una disputa tra famiglie.> dissi coprendomele.
<Madre, vi volevo avvisare che tra qualche giorno arriveranno gli Shelby a casa nostra. Staranno con noi per due o tre giorni.>
<Non credo di conoscere quella famiglia.>
<Sono di Birmingham.> dissi lanciando uno sguardo beffardo a Benjamin.
Lui mi guardò con fare curioso e un sorrisetto.
<Oh.. ok. Quanti saranno?> chiese la donna.
<Non ne ho idea.. ma un po'.>
<Verrà anche Thomas?> domandò subito dopo mio fratello.

Lasciai la forchetta a mezz'aria. Non me l'aspettavo questa domanda. E non avevo pensato che ci potrebbe essere anche lui.
<Non lo so e non mi interessa.> in realtà mi interessava eccome, della sua presenza ma non potevo farmi vedere debole hai suoi occhi.
Non avrei mai permesso Thomas di vedermi triste per lui.
<Chi è questo Thomas, tesoro?> chiese mia madre sorridendomi.
<Nessuno di rilevante, madre. È solo il secondo genito degli Shelby. E ora parliamo d'altro.> dissi sviando il discorso e puntando con gli occhi Benjamin, sorridendo.

In Love With A Gangster // Peaky Blinders  {SOSPESA!!}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora