3x09- Fallo adesso.

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*Josephine's pov*

raggiunsi Arthur e John al deposito di Charlie. Palmer aveva parlato, ci disse dove Charlie era nascosto.
Michael arrivò poco dopo di me.
«Stamattina quando ero al cantiere abbandonato con tommy, ho ucciso un uomo. Lui era in pericolo e Josie era a terra, c'ero solo io.» disse lui asciugandosi una lacrima che gli era scesa.
«Cosa ti ha dato?» chiese Arthur avvicinandosi al cugino, il quale tirò fuori la pistola.
«è ottima per la distanza ravvicinata.»
«Per te è meglio la mia Smith & Wesson.» sentenziò il maggiore degli Shelby ma Micheal si oppose dicendo che ormai quella pistola era tutt'uno con la sua mano.
«Dove lo hai preso?» questa volta fu John a parlare.
«Al lato della testa.»
«Cos'hai provato quando è caduto?»
«Tommy dice che è andata bene.»
«Questo è il posto dove dovrebbero tenere il bambino.» disse John passandogli un biglietto.
«Non si aspettano che arrivi qualcuno quindi dovresti andare da solo. Troverai Josie e uno dei nostri li. Fa quello che ti dicono loro.»
«Ma sarò io a sparare, vero Arthur.» un'altra lacrima scese sul viso di Michael. Era solo un ragazzino. Ma se fai parte degli Shelby, in un modo o nell'altro, finisci per scavarti la fossa da solo.
«Puoi essere presente, ma è meglio che lo facciamo noi, Micky. Questo è un lavoro per gente esperta.» dissi io accarezzandogli la spalla per rassicurarlo.
«Una volta che Charlie sarà al sicuro avviserai Finn.» disse Arthur
Michael annui e poi io e uno dei Peaky lo seguimmo dentro una macchina.
l'unica cosa a cui riesco a pensare era che Thomas era sotto un tunnel a ricordare dio solo sa quali ricordi della francia.
Stiamo arrivando Charlie.
-
Raggiungemmo quella che sembrava una piccola chiesa.
«Vai Michael. Noi ti aspettiamo qui. Ma se sento un qualsiasi problema, entro e finisco il lavoro.» dissi e senza esitare Michael entrò.
I minuti passarono e di Michael ancora non c'era traccia.
«Entraimo.» dissi scendendo dalla macchina.
Dentro la chiesina trovammo Michael ricoperto di sangue e il prete che chiedeva pietà.
«Lo finisco io.» disse l'omone accanto a me ma Il biondino lo fermò.
«Questo bastardo è mio, tu vai a chiamare Finn.» il Peaky corse al telefono mentre io entrai in una stanzetta in cui c'era Charlie che giocava.
«tiaaa.» urlò felice il bambino appena mi vide.
«Ma ciao ometto. Che ne dici... torniamo da papà?»
«Si, papà.» urlò contento di nuovo e mi salto in braccio. Uscimmo da quella stanza e vidi Michael ricoperto di sangue. Chiuso gli occhi a Charlie per non farlo assistere mente mi abbassai all'altezza del biondo.
«È tutto finito, questo bastardo a avuto quello che si meritava Micky. Non hai fatto niente di sbagliato.» Mi abbraccio anche lui r lo rassicurai.
Uccidere un uomo è qualcosa che ti segna nel profondo la prima volta.
Ma col tempo, come è successo a me, non ti fa più effetto un po' di sangue.
«Torniamo a casa.» dissi facendolo alzare e dirigendoci in macchina.
Il viaggio fu silenzioso ma non appena tornammo a casa Charlie si mise a piangere.
Polly notò una macchia di sangue sul volto del figlio e immediatamente capi.
Il telefono squillò ed era la voce di Thomas.
«Fammi sentire la sua voce, Josie.» disse. Presi in braccio Charlie e gli avvicinai il telefono.
«Ciao Charlie. Tesoro. Mi senti? Amore mio ora puoi fare la nanna.» la voce di Thomas era spezzata come se stesse per piangere da un momento all'altro.
«Grazie Josie. Grazie mille.» mi sussurrò lui al telefono.
«Di niente tesoro. Torna a casa sano e salvo perfavore.» dissi per poi mettere giu.
«Lo porto nella sua stanza, te fatti a fare una doccia, che puzzi da morire.» disse Ada scherzando prendendomi Charlie dalle braccia.
Come mi fu stato ordinato andai a fare una doccia e mettermi dei vestiti puliti.
Mi sedetti sul divano e mi rilassai chiudendo gli occhi.

-
Era giunta mattina ormai e dei rumori di gomme nei sassi mi risvegliarono.
Mi alzai di corsa e andai alla porta di ingresso e non appena lo vidi il mio cuore iniziò a puntellare peggio di un martello pneumatico.
«Charlie è di sop-» non mi vece finire la frase che poggio le sue labbra sulle mie in un bacio spettacolare.
Mi ritrovai il cuore in gola e un brivido al basso ventre. Era la sensazione migliore che avessi mai sentito in 28 anni della mia vita.
Le sue mani vagavano per tutto il mio corpo mentre le mie erano sui suoi capelli.
«Ho una voglia matta di farti mia in questo momento Josie, non sai quanto.» disse staccandosi dal bacio per riprendere fiato. I nostri occhi non si separavano un momento.
«Fallo Thomas. Fallo adesso ti prego.» sussurrai io con il fiatone.
«Fammi tua Tommy, in modo definitivo.» Si ributtò sulle mie labbra in modo quasi possessivo.
Camminammo all'indietro fino ad arrivare davanti camera sua.
La mia schiena scontrò violentemente la porta che aprii, entrammo è lui chiuse la porta con un calcio senza mai staccarsi.
Gli tolsi la giacca con tutta la furia del mondo e Tommy fece la stessa cosa con il mio vestito.
Avevamo furia, ma non perché avessimo degli impegni, ma perché avevamo furia di unirci in un solo fiato, in un solo cuore.
Rimasi con la sottoveste e lui con solo i pantaloni addosso.
La sua vicinanza mi faceva vacillare fino a trovarmi con la schiena contro il materasso del letto.
Gli sfilai i pantaloni facendolo rimanere solamente in intimo.
Con le mani prese le mie cosce portandole intorno al suo bacino facendo aderire meglio le nostre intimità.
Sentivo tutta la voglia che aveva di me e lui sentiva allo stesso modo la voglia che avevo io di lui.
Ad ogni suo tocco la mia pelle andava a fuoco.
In un solo gesto mi tolse la sottoveste e mi bacio ogni centimetro di pelle dal collo all'inguine.
Dopo di che riprese a baciarmi le labbra.
Stacco il gancio del mio reggiseno per poi buttarlo in una parte della stanza insieme agli altri indumenti.
Prese i miei due seni con le sue grosse mani e le strinse facendomi gemere più del normale.
«Thomas...» ansimai nel suo orecchio.
«Ti voglio Thomas.» non se lo fece ripetere due volte che si tolse i boxer per poi togliere le mie mutandine ormai fradice dall'eccitazione.
Entrò in me secco e con procedette con delle spinte allo stesso ritmo.
«Josephine... mi fai impazzire, cazzo.» quando finalmente venni inarcando la schiena con un forte gemito, in un colpo Thomas mi mise a novanta e rientrò in me con spinte più decise.
I nostri gemiti vagavano per la stanza e insieme venimmo urlando a vicenda i nostri nomi.
Cademmo ormai sfiniti sul letto e appoggiai ma mia testa sul suo petto.
«Ti amo Josie.» sussurrò lui al mio orecchio.
«Ti amo anche io Thomas

In Love With A Gangster // Peaky Blinders  {SOSPESA!!}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora