Capitolo 3

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Il mattino seguente la routine delle mie giornate si ripeté e quando ero di ritorno a casa stranamente la nonna era sveglia. Mi diressi verso di lei.

"Hey nonna, come mai sei sveglia così presto?"

"Non mi andava di restare a letto volevo fare qualcos'altro" confessò.

"Tipo?" Le chiesi.

"Non lo so, hai qualche idea?"

"Vuoi uscire?"

"Si, magari" sorrise.

"Ok vado ad avvertire nonno, tu preparati" dissi velocemente.

Mi diressi nell'enorme camera dei nonni. Lui era disteso sul letto, ma non ero sicura che dormisse, di solito quando era immerso nel sonno russava.

"Nonno" Si girò verso di me. Avevo ragione, pensai. "Io e nonna usciamo."

"Posso venire con voi?" Chiese, con un tono di voce affaticato.

"Certo" Lo aiutai ad alzarsi e lui si diresse verso il bagno, preparandosi.

"Nonna, vuole venire anche lui" la avvisai.

"No..." sussurrò. Il suo sguardo era impaurito. Come se non volesse che il nonno venisse con noi. 

Strano.

"C'è qualcosa che non va?" Chiesi e lei scosse la testa velocemente.

Quella mattina li vidi molto preoccupati, ma non ne capii davvero il motivo. Ero certa che mi stavano nascondendo qualcosa. Ma rimasi in silenzio.

Decidemmo di andare ad un centro commerciale e pranzare lì.

Arrivammo verso le dieci e mezza e iniziamo a girare per i negozi. I nonni si tenevano a braccetto e in quel momento sembravano tranquilli e spensierati. Forse uscire gli aveva fatto bene. Sorrisi.

Il mio telefono squillò. Era un messaggio da Stella.

Ricordati che oggi ci sono gli incontri scuola-famiglia. 

Me ero completamente dimenticata.

A che ora? Risposi.

Dalle quattro e mezza alle sette e mezza. AH! BELLA, un'altra cosa. Oggi torno da sola a casa, devo uscire con Josh. 

Presunsi che Josh fosse il suo ragazzo.

Okay, ma non fare tardi e stai attenta. Buon divertimento.

Io e la nonna ci fermammo in un negozio. Nonno rimase fuori. Lo vedevo molto giù da quando era tornato dall'uscita di ieri. Ho provato a chiedergli cos'era successo, ma non voleva dirmelo.

Arrivammo alla cassa con una montagna di vestiti e scarpe. Era da tanto che non facevo shopping e nonna sembrava felice.

Verso l'una ci fermammo in una pizzeria e cominciammo a mangiare.

"Allora come va, tesoro? Hai trovato un ragazzo che ti sopporta?" Mi chiese nonna, scherzando.

Perché mi fanno tutti questa domanda?

"No, nonna, ancora no" risposi, cercando di nascondere il fastidio. Prima che nonna cominciasse a dirmi che rimarrò zitella, la interruppi. "E voi come state? Vi vedo molto preoccupati" Li guardai di sottecchi. Il loro sorriso svanì. 

Sapevo che c'era qualcosa che non andava e dalle loro facce capii che non era una cosa da niente.

"Potete dirmi che succede, per favore? È da ieri che cercate di nascondermelo e non siete ottimi attori".

"Bella... non credo tu lo voglia sapere..." disse nonna.

"Ditemelo" Esclamai, guardandoli.

"Robert, credo che dovresti dirglielo tu." Nonna iniziò a piangere e mi angosciò ancora di più.

"Ecco... Bella... ieri sono andato dal dottore..." Si bloccò. Era qualcosa di grave, lo capivo dalla sua espressione. Pensai alla peggiore delle ipotesi e trattenni il respiro per qualche secondo. 

Ti prego, dimmi che non è quello alla quale sto pensando.

"Mi ha detto che... ho un tumore... un tumore ai polmoni... e non c'è molta probabilità di cura" Mi disse con le lacrime agli occhi.

Il mio cuore affondò. Sentii un dolore lancinante e la preoccupazione era salita alle stelle. Non dissi niente, rimasi in silenzio, ma sentivo le lacrime sgorgare dai miei occhi. Non avevo parole, anzi non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto, neanche nel mio cervello. Continuavo a ripetere "No no no no no" nella mia testa. Ad un certo punto vidi tutto nero. Poi non ricordai più niente.

Tu sei la mia musica [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora